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L’Italia può ripartire. Ecco cosa ha detto Conte sugli investimenti (dall’Agenzia delle Dogane)

Da sempre è uno dei polmoni della Pubblica ammistrazione, punto di transito di una grossa quota di entrate erariali. Anche quest’anno l’Agenzia delle Dogane ha presentato i risultati del 2019 contenuti nel Libro Blu, l’annuario che ogni anno fa un bilancio su tutti gli incassi statali derivanti da tabacco, giochi, accise su energia, alcol e merci. In più, l’Agenzia affidata alla guida di Marcello Minenna, svolge una capillare opera di controlli antifrode, a tutela del made in Italy. I numeri sono quelli del 2019 ma a Piazza Mastai, sede dell’Agenzia, non si poteva non parlare della grande pandemia che ha riscritto gli equilibri economici mondiali.

E così il premier Giuseppe Conte, il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, presente anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, non potevano che incentrare le loro considerazioni proprio sull’annus horribilis che si avvia alla conclusione.

GENERAZIONE LOCKDOWN

Forse il senso più profondo dell’evento lo ha dato proprio il presidente del Senato, nel rivolgere l’attenzione nel suo indirizzo di saluto ai giovani, a quella “generazione lockdown che rischia di essere tra le più penalizzate di sempre”. Casellati ha citato l’esempio del gioco d’azzardo, che ogni anno erode fatturato all’industria del gioco legale, tra i pilastri del gettito erariale italiano. “Spesso assistiamo a giovani disoccupati che trovano sfogo nel gioco d’azzardo, con tutte le conseguenze del caso. Noi dobbiamo combattere tutto questo. In quest’ottica è necessario procedere anche con la digitalizzazione dell’intero sistema doganale, una prospettiva strategica per ridare slancio all’occupazione e offrire concreti sbocchi professionali soprattutto ai giovani”.

UN PAESE VULNERABILE

Anche il premier Conte ha tenuto un breve intervento, dando però indicazioni precise in vista della ripresa economica, prevista per il 2021. “Siamo rimasti sorpresi da questa pandemia, ci siamo scoperti vulnerabilissimi senza attrezzature adeguate e dispositivi di protezione individuale. Il lockdown ha rappresentato una prova ardua e difficile per tutti i cittadini, per il settore della produzione, del commercio e della Pubblica amministrazione. Oggi però, continuando a vigilare e mantenere alta la guardia, possiamo con fiducia attendere l’opera di ricostruzione e rilancio del Paese. Altri Paesi non sono ancora in questa fase perché sono ancora alle prese con la parte acuta della pandemia”.

MISSIONE INVESTIMENTI

Ma per Conte è se possibile andata ancora più in là. L’Italia ha bisogno di tornare ad attrarre investimenti e per farlo c’è bisogno di creare vere e proprie zone franche per l’attrazione dei grandi capitali esteri, quasi delle zone investment-friendly. “La realizzazione di zone economiche speciali, zone franche doganali, costituirà uno strumento efficace per attrarre investimenti e sviluppo e incoraggiare le imprese virtuose a investire in Italia grazie alle agevolazioni fiscali e alla semplificazione amministrativa”, ha affermato il premier, ribadendo l’intenzione di coinvolgere Parlamento e opposizioni nell’ambito della predisposizione del piano di interventi da finanziare con il Recovery Fund.

A Conte ha fatto eco il ministro Gualtieri, intervenuto in videoconferenza. Anche per Via XX Settembre la priorità è attirare nuovi investimenti e il primo passo è rendersi un Paese credibile e in grado di rimettersi in piedi. Missione, a detta di Gualtieri, compiuta. “L’Italia ha saputo reagire bene alla crisi, per primi lo hanno saputo fare i cittadini, gli operatori sanitari, le imprese, i lavoratori. Le misure prese dal governo sia sul versante del contrasto alla pandemia sia su quello economico, che ci ha visto mobilitare il 6% del Pil per interventi a sostegno dell’economia, hanno garantito risultati importanti sia sul fronte sanitario sia sulla tenuta economica e sociale del Paese che adesso è nella condizione per ripartite”.

I RISULTATI DEL 2019

Al netto delle considerazioni sul momento economico del Paese, il cuore del Libro Blu sono comunque i risultati raggiunti nel corso del 2019. Tanto per cominciare il contributo all’erario reso dall’Agenzia delle Dogane ha raggiunto i 16,2 miliardi di euro, grazie a oltre 20 milioni di dichiarazioni doganali tra import ed export e a 187 miliardi di euro di merce scambiata per quanto riguarda l’import e a 229 miliardi relativamente all’export. Sul fronte delle accise su energia, alcol e tabacco, il contributo all’erario ha toccato i 34,2 miliardi di euro, spinto soprattutto dall’energia (32,4 miliardi, il 95% del totale) e dal tabacco (13,9 miliardi a fronte di quasi 70 mila tabaccherie).

Proprio per quanto riguarda il tabacco, il Libro Blu segnala come “parte della riduzione della domanda di tabacchi è stata dovuta a sua volta dal calo del consumo di sigarette, giustificata dalle campagne di sensibilizzazione ma anche dalla progressiva sostituzione dei tabacchi da inalazione ma senza combustione”, ovvero il tabacco riscaldato.

LA SPINTA DEL GIOCO

Una spinta notevole alle entrate è arrivata poi dal settore gioco, che ha chiuso in positivo il 2019: la spesa nello scorso anno – la differenza tra raccolta e vincite – è stata di 19,45 miliardi di euro, in rialzo del 2,42% rispetto al 2018. Le vincite hanno toccato i 91,1 miliardi (+3,55%), mentre il prelievo complessivo per l’erario è stato di 11,4 miliardi (+9,62%). Il trend è stato crescente in tutto il triennio 2017-2019: +10,08% per le vincite, +2,42% per cento per la spesa e +10,68 per cento per l’erario.



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