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Niente trucchi sul Recovery Fund e sul Mes… Il (nuovo) monito di Gentiloni

Qualcuno non ci sente a Roma o a Bruxelles. Sul Recovery Fund c’è un capitolo ancora in chiaroscuro: le tasse. Nelle linee guida inviate ieri dal premier Giuseppe Conte in Parlamento, al capitolo fisco viene spiegata l’intenzione di attuare una “riforma complessiva della tassazione diretta e indiretta, finalizzata a disegnare un fisco equo semplice e trasparente per i cittadini, che riduca in particolare la pressione fiscale sui ceti medi e le famiglie con figli e acceleri la transizione del sistema economico verso una maggiore sostenibilità ambientale”. Il problema è che in Europa continuano ad essere convinti dell’esatto contrario. Ancora una volta il commissario agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, è tornato a mettere paletti precisi sull’uso del Recovery Fund.

“Condivido totalmente quello che ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri su questo punto: non si può usare il Recovery fund Ue per fare interventi generali di riduzione delle tasse”, ha messo in chiaro Gentiloni, nel corso del webinar Obbligati a crescere organizzato dal Messaggero. “Questo non significa che nei grandi piani ambientali non ci possano essere dei riflessi nel sistema fiscale, ma il messaggio ‘usiamo questi quattrini per la riduzione delle tasse’ giunto dal dibattito politico in Italia “a me ha preoccupato, soprattutto per i riflessi europei, dare la sensazione che si fa una sforzo di questo genere, un debito comune, e poi il principale beneficiario, invece di investire sul futuro e sulle riforme, lo usa in un altro modo sarebbe stato un segnale negativo”.

Di certo Bruxelles non faranno gli struzzi. Gli occhi saranno ben aperti sull’uso del Recovery Fund in Italia. In Europa l’Italia ora è un Paese “osservato per il semplice fatto che è il Paese che avrà il più alto numero di risorse da questo grande fondo europeo. Arrivano all’Italia risorse enormi e quindi è chiaro che giustamente qui a Bruxelles lavoreremo assieme al governo italiano perché queste risorse enormi vengano utilizzate a fin di bene e che vengano utilizzate, perché anche la capacità di assorbimento non è scontata”.

Non ultima, la questione Mes. Su cui sembra esserci una sorta di blocco a livello europeo. Della serie, è la sintesi di Gentiloni, se ne parla ma nessuno lo chiede per davvero. “Dell’uso della nuova linea di credito anti Covid del Mes se ne sta parlando in 4-5 Paesi, tra cui l’Italia, ma ad oggi non sono arrivate richieste formali da nessuno. Per dare un paragone, il meccanismo Sure” che consente di finanziare sistemi come la Cassa integrazione “ha avuto l’adesione di 16 Paesi”.

Ancora una volta il premier Conte ha dribblato l’argomento. “Sul Mes mi sono già espresso. Un buon padre di famiglia ha un quadro finanziario da tenere presente e sulla base delle necessità valuta se andare o meno in banca. In questo momento siamo concentrati sul Recovery Fund. Se il quadro di finanza pubblica rendesse necessario un supplemento di risorse lo valuteremo insieme al Parlamento e ci confronteremo”.



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