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Ibm Watson sale in cattedra. Alla Sapienza di Roma

Ibm Watson sbarca a Sapienza Università di Roma. L’ateneo più grande d’Europa, infatti, ha sviluppato un’app che grazie a Ibm Watson consente agli studenti di svolgere, con il solo utilizzo della voce, attività che precedentemente avrebbero portato a termine con uno schermo touch. Il tutto grazie alle capacità dell’intelligenza artificiale che, applicata al riconoscimento del linguaggio naturale, consente un vero e proprio dialogo fra l’essere umano e il software.

COS’È IBM WATSON

Potenziato con le più recenti innovazioni nel machine learning, Watson è un sistema di intelligenza artificiale in grado di rispondere a domande espresse in un linguaggio naturale, Con applicazioni quasi infinite. Watson assistant, ad esempio, sviluppa, migliora e implementa le interazioni conversazionali di qualsiasi applicazione, dispositivo o canale, surclassando qualunque forma di classico chatbot. È in grado infatti non solo di interagire con l’uomo, ma anche di distinguere quando deve dare una risposta, quando deve chiedere un chiarimento e persino quando non è in grado di rispondere, rimandando l’interlocutore al soggetto adeguato. Watson studio, invece, costruisce e addestra a sua volta nuovi modelli di intelligenza artificiale. Watson speech to Ttxt, invece, per fare un esempio più “pratico”, è in grado di trascrivere qualunque speech in tempo reale.

L’APP CHE PARLA CON GLI STUDENTI

Infostud-Watson – è questo il nome del nuovo software – è invece una sorta di (super)evoluzione di Infostud Sapienza, la app ufficiale dell’ateneo per lo svolgimento di gran parte delle attività universitarie digitali, come ad esempio la prenotazione degli esami o la stampa delle certificazioni relative al proprio percorso di studi. Ma è proprio questa evoluzione, consentita dall’intelligenza artificiale basata sui servizi di Ibm Watson assistant e di Ibm Watson Text to speech, che lo studente potrà scrivere o parlare, proprio come farebbe con un essere umano, con l’app. Watson interpreta infatti le sue richieste e, attraverso Infostud, conduce lo studente all’operazione desiderata, che potrà essere completata in autonomia. L’elemento più interessante di questa tecnologia, però, è dato dalla capacità di crescere ed evolversi dell’app, che sarà in grado di arricchirsi e imparare continuamente grazie alle conversazioni avvenute con gli studenti.

INNOVAZIONE E BUONA UNIVERSITÀ

Per il momento l’applicazione è in fase sperimentazione per mille studenti dell’ateneo, ma presto potrà essere estesa alla vasta platea studentesca e scaricabile gratuitamente dagli store mobile Android e IOs. La Sapienza Università di Roma vanta infatti oltre 115mila studenti e 3.300 docenti, con un’offerta formativa che comprende 288 corsi di laurea, 177 master e oltre 80 dottorati di ricerca. Grazie alla nuova tecnologia, gli studenti potranno così avvalersi di un servizio continuo 24 ore su 24 e con informazioni sempre aggiornate, snellendo non di poco procedure non sempre smart.

SOLUZIONI SEMPLICI PER PROBLEMI COMPLESSI

“La collaborazione con Ibm – ha commentato il prorettore vicario di Sapienza Renato Masiani – per la realizzazione del modulo di intelligenza artificiale nella app ha un valore altamente strategico perché consentirà a tutti gli studenti di interagire, anche in mobilità, con i servizi amministrativi dell’ateneo utilizzando il linguaggio naturale. Una soluzione innovativa che impiega tecnologie d’avanguardia per risolvere, in una grande università come Sapienza, un problema di elevata complessità”.

OBIETTIVO #GOODTECH

“Da sempre – specifica Francesco Stronati, vicepresidente Health & Public Sector di IBM Italia – lavoriamo allo sviluppo e all’innovazione del Paese, anche attraverso importanti collaborazioni con il mondo della formazione accademica. Siamo orgogliosi di affiancare questo prestigioso ateneo con un progetto che integra l’AI di IBM Watson per creare un modello di interazione con i servizi universitari, pensato attorno allo studente e alle sue esigenze. È questa la #GoodTech, la tecnologia a servizio di ciascuno di noi per svolgere le proprie attività al meglio, in efficienza, in sicurezza e con qualità. La buona innovazione che abilita il cambiamento strutturale di cui l’Italia ha bisogno”.


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