La ripresa c’è, anche se non si vede ancora. In una giornata nera per le borse europee, affondate dai timori sulla gestione delle sofferenze da parte delle banche dallo spettro di nuovi lockdown, Christine Lagarde prova a dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Prospettando una lenta risalita dell’economia continentale, ma a costo ancora di sacrifici.
Intervenendo di fronte ai parlamentari di Francia e Germania, il presidente della Bce ha spiegato come “la forza della ripresa rimane molto incerta, irregolare e incompleta e continua ad essere fortemente dipendente dalla futura evoluzione della pandemia e dal successo delle politiche di contenimento. Uno dei motivi principali per cui possiamo aspettarci una ripresa nella seconda metà dell’anno è perché, di fronte al più grande shock economico dalla Seconda Guerra Mondiale, l’Europa e i suoi leader hanno mostrato la forza unica del progetto europeo: agendo insieme, possiamo ottenere di più”.
Di certo, il compito della Bce non è si esaurisce qui, anzi. Perché se è vero che “sei mesi dopo l’introduzione delle nostre misure, il nostro pacchetto di politiche ha stabilizzato i mercati, protetto l’offerta di credito e sostenuto la ripresa e questo a sua volta, dovrebbe sostenere il ritorno dell’inflazione verso il nostro obiettivo a medio termine e salvaguardare la stabilità dei prezzi”, è altrettanto vero che “le nostre misure sono state integrate da risposte fiscali energiche a livello sia nazionale che europeo ma l’economia ha ancora bisogno di quel sostegno per rafforzare ulteriormente la ripresa”.
C’è stato, comunque, dell’ottimismo nell’intervento dell’ex numero uno del Fmi. “Questa crisi può diventare un’opportunità per noi per creare le condizioni per una crescita più inclusiva, più verde e più digitale. Molti di voi riconosceranno le famose parole di Jean Monnet, uno dei padri fondatori del progetto europeo, che ha detto: l’Europa sarà forgiata nelle crisi e sarà la somma delle soluzioni adottate per quelle crisì. Questa pandemia gli ha dato ragione ancora una volta. Senza dubbio, l’Europa si è rafforzata durante questa crisi. Ma l’Europa ha ora l’opportunità di dimostrare che può essere qualcosa di più della somma delle soluzioni adottate in questa crisi”.
A conclusione del suo intervento, Lagarde ha provato a tracciare una sorta di rotta. “La sfida che abbiamo di fronte non è solo quella di costruire ponti tra i paesi europei. Dobbiamo anche costruire ponti con il futuro e dare forma a una ripresa che renda le nostre economie adatte al futuro. I ponti hanno bisogno di fondamenta solide. Il futuro dell’Europa deve essere costruito su una forte legittimità democratica”.