L’Europa a due velocità è poco più di un’invenzione e qualora non lo fosse sarebbe un qualcosa di assolutamente ingiustificato. Sergio Mattarella in occasione della visita ufficiale del presidente della Repubblica Federale di Germania Frank-Walter Steinmeier traccia un’idea di Europa che dovrà necessariamente fare i conti con i cambiamenti globali irreversibili apportati dalla grande pandemia. Un’Europa non solo a prova di Covid, ma anche a prova di divisioni, di inquinamento. E, soprattutto, unita nella ricerca di un vaccino efficace.
FRUGALI E NON, CHE ERRORE
Non può esistere un’Europa a due velocità, non deve. “Gli addetti a lavori e banche centrali sanno che negli ultimi 25 anni tra i grandi Paesi del G7 solo Germania e Italia sono quelli che hanno avuto un avanzo primario in bilancio di anno in anno, l’Italia tranne un anno. E questo senza polemiche rispetto all’uso di categorie arbitrarie fra amanti della frugalità e cultori della non frugalità nell’Unione europea “, ha chiarito Mattarella, sottolineando il rapporto “quasi gemellare” tra i due Paesi nel campo dell’economia.
MATTARELLA DICE URSULA
Nel tirare le somme dell’incontro con l’omologo tedesco, Mattarella si è messo in scia alla battaglia per un’Europa più sostenibile intrapresa da Ursula von der Leyen,e ribadita proprio ieri nel suo discorso sullo Stato dell’Unione. “Certamente è decisiva la capacita di dare attuazione al Green deal e ritrovare una sovranità tecnologica europea. Le tecnologie sono inarrestabili e occorre collocarsi alla testa di questo processo perché ricerca e formazione sono fondamentali. Germania e Italia hanno un ruolo importante, anche nell’Unione europea”.
UN’ALLEANZA SUI VACCINI
Un passaggio delle sue conclusioni, Mattarella l’ha dedicato alla ricerca di un vaccino efficace contro il Covid. Nessuno può andare in ordine sparso, serve lo sforzo di tutti nel nome della ricerca. “Quello che è importante è un disegno complessivo, con un orizzonte alto e profondo verso le prospettive dell’Unione. Io spero che l’attenzione così centrale del nostro Paese, così come in tutta l’Europa e nel mondo, nei confronti della medicina e della ricerca scientifica non sia effimera, non sia limitata alla stagione delle pandemie ma permanga stabilmente”. Tutto questo “si consolida con un lavoro in comune: l’alleanza per i vaccini è una condizione, una prospettiva, una realtà, un’attitudine di particolare importanza perché impegna alla collaborazione aperta, inclusiva nei confronti di tutti per una prospettiva che riguarda la salute di ogni essere umano”.