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Parolin si pronuncerà sulla Cina, nel giorno di “Frates Omnes”. Il commento di Cristiano

Pochi non hanno attribuito peso al recente attacco del Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, al Vaticano. Con un articolo non certo felpato il numero uno della diplomazia americana ha intimato alla Santa Sede di interrompere il dialogo con Pechino, pena il rischio di perdere la propria “autorità morale”. Su quali fossero le intenzioni di Pompeo la discussione ovviamente è aperta.

Voleva davvero cambiare la linea di Francesco e del Segretario di Stato di vaticano, cardinale Pietro Parolin, che già si sono espressi per il rinnovo biennale dell’accordo provvisorio che mira a definire un criterio di nomina dei vescovi in Cina? O voleva in realtà attaccare Joe Biden? O forse voleva, disinteressandosi dei cattolici cinesi, presentarsi come il solo e vero rappresentante dei cattolici americani sensibili al cosiddetto identitarismo in politica, qualificando l’esistenza intorno a Trump di un campo cattolico “puro e duro” ? (Un campo che difficilmente può qualificarsi solo per la Cina e che avrebbe bisogno di altri tasselli che però oggi non si vedono).

Di certo però adesso arriva dal Vaticano un segnale molto importante. Proprio oggi infatti è stato annunciato ufficialmente che il cardinale Pietro Parolin si pronuncerà sulla Cina e sul punto specifico sollevato da Pompeo. Ma lo farà, come probabilmente deciso già da tempo, dopo la visita del Segretario di Stato, prevista per il 29 prossimo venturo. E quando? Poche ore prima della firma ad Assisi dell’attesissima enciclica Frates Omnes, il prossimo 3 ottobre.Certo, siamo nell’ottobre missionario, ma quel giorno ha di certo una valenza particolare e non da oggi.

Il portale della Diocesi di Milano ha infatti reso noto che “Il Pime promuove per la mattina di sabato 3 ottobre il convegno Un’altra Cina. Tempo di crisi, tempo di cambiamento. Un appuntamento che vedrà per l’occasione giungere a Milano anche il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che per conto di papa Francesco sta seguendo la delicatissima questione dei rapporti con Pechino. Il convegno – organizzato dal Centro missionario Pime insieme al Seminario teologico internazionale di Monza in collaborazione con l’Ucsi Lombardia – si terrà a partire dalle 9 nel teatro di via Mosé Bianchi 94 e chiuderà le celebrazioni per i 150 anni dall’arrivo dei primi missionari del Pime nella Cina Continentale. Il cardinale Parolin terrà la prolusione parlando sul tema “Il dialogo tra Santa Sede e Cina nel Pontificato di papa Francesco»; questione quanto mai calda in queste settimane che hanno visto crescere la polemica intorno al rinnovo dell’accordo provvisorio del 2018 tra la Repubblica Popolare Cinese e il Vaticano sulla nomina dei vescovi. Al Pime sarà dunque possibile ascoltare direttamente dalla voce del più stretto collaboratore del Papa come mai la Chiesa, nonostante tante difficoltà, abbia scelto di andare comunque avanti su questa strada nelle relazioni con Pechino”.

Pompeo quella voce la sentirà già il 29, ma così diminuiscono ulteriormente i dubbi su cosa si sentirà dire. E poco dopo quel colloquio a porte chiuse, il mondo stesso, ufficialmente, la sentirà, in ore evidentemente importantissime, quelle che precedono la firma della prima enciclica sulla fratellanza. E difficilmente potrà avvicinarsi a tesi che identificano il cattolicesimo, o lo stesso cristianesimo, con l’Occidente.

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