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Anche l’Ue alza il muro contro TikTok (ma non solo). Ecco come

“L’amministrazione Trump fa bene a riconoscere finalmente l’esistenza della proprietà dei dati. Per noi invece non è una novità”. A commentare così la contesa tra Stati Uniti e Cina su TikTok è stato Thierry Breton, commissario europeo con portafoglio monstre (mercato interno, digitale, e industria della difesa), intervistato da Politico Europe a meno di tre settimane alla scadenza dell’ultimatum del presidente Donald Trump sull’app di video di proprietà della cinese ByteDance: se entro il 21 settembre le attività negli Stati Uniti non saranno passate in mani americane, scatterà il bando dell’app.

L’INTESA È VICINA

Secondo l’emittente statunitense Cnbc l’acquirente è già stato individuato e l’annuncio dovrebbe arrivare entro questa settimana. Favorita, come raccontato da Formiche.net nelle scorse settimane, sembra essere Oracle che, assieme a due investitori statunitensi che già possiedono una partecipazione in ByteDance (General Atlantic e Sequoia Capital), ha presentato un’offerta che riguarda soltanto le operazioni nel Nord America, in Australia e in Nuova Zelanda. Con Twitter fuori gioco per i dubbi sulla capacità di finanziare l’offerta, l’altra società in corsa è Microsoft, che però punta all’acquisizione di tutte le attività di TikTok (cosa che ByteDance vorrebbe evitare).

Ma c’è una spada di Damocle: le nuove regole imposte dal governo cinese sull’export di alcune tecnologie sensibili che rendono il via libera di Pechino necessario per la vendita di TikTok.

LE MOSSE EUROPEE

Intanto, nessun governo europeo sembra intenzionato a seguire gli Stati Uniti e bandire TikTok. Il commissario Breton ha escluso un ban europeo. Ma ha insistito sull’importanza della conservazione e gestione delle informazioni. “I dati europei devono essere immagazzinati e processati in Europa, e non c’è nulla di protezionistico nel dire questo”. I dati europei, in quanto tali, “ci appartengono, e dovrebbero rispondere alle nostra legislazione”, ha detto riferendosi a TikTok ma anche ad altre app come i social media statunitensi (Facebook, Instagram e Twitter per fare tre esempi).

Un mese fa TikTok ha annunciato la nascita di un data center in Irlanda, dove immagazzinare i dati degli utenti britannici ed europei. Basterà a convincere la Commissione europea?

LA SOVRANITÀ DIGITALE UE…

Negli ultimi giorni, come raccontato da Formiche.net, un altro esponente della Commissione, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, aveva definito la Cina un “nuovo impero” invitando l’Unione europea a “correggere” gli squilibri economici prima che sia “troppo tardi”. Una dichiarazione declinata poi dal commissario Breton nei suoi ambiti di competenza: “L’era di un’Europa conciliante o ingenua che fa affidamento sugli altri per prendersi cura dei propri interessi è finita”, aveva dichiarato al Financial Times commentando un documento della Commissione europea sui rischi dell’eccessiva dipendenza del blocco dalle materie prime cinesi (qui analizzato da Formiche.net).

…ANCHE NELLA SANITÀ

Le parole di Breton rivelano la ricerca europea di sovranità, ma non solo dalla Cina come detto: basti pensare a quella ricerca di un “terza via europea” (rispetto a Stati Uniti e Cina) a cui lavorano Francia e Germania, come raccontato da Formiche.net nei giorni scorsi. “Quella dei dati industriali è la nuova battaglia che si sta conducendo”, ha sottolineato il commissario con Politico Europe, evidenziato che quando si parla di dati e informazioni personali non può non pensare anche alla sanità. Per questo, ha annunciato, la Commissione europea intende “lanciare una consultazione” sulla possibilità di permettere la condivisione dei dati personali sulla salute, “in modo anonimo”.

Una necessità creatasi con l’emergenza sanitaria prodotta dalla pandemia di coronavirus (è di pochi giorni fa la notizia che Huawei e Voicewise, spin-off dell’Università di Roma Tor Vergata, hanno avviato il progetto pilota di ricerca dei biomarcatori della voce per l’infezione da Covid-19 tramite l’intelligenza artificiale). “Niente è più importante dei nostri dati sanitari, e non possiamo compromettere questo principio”, ha premesso Breton. “Allo stesso tempo alcuni di questi dati possono essere condivisi, solo se in modo chiaramente definiti e in forma anonima. Dobbiamo discuterne”.

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