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Interferenze russe e ambizioni cinesi. Così Esper e Pompeo rilanciano la postura Usa

trump pompeo

Ambizioni cinesi nell’Indo-pacifico, responsabilità russe nelle interferenze elettorali e corsa all’intelligenza artificiale. Sono questi i temi finiti negli ultimi due giorni al centro della tensione tra Washington, Pechino e Mosca. Il segretario di Stato Mike Pompeo e il capo del Pentagono Mark Esper ribadiscono la linea Usa e avvisano alleati e partner su un confronto ormai a tutto campo con i due competitor certificati nella National Security Strategy del 2017. Se Pompeo si dice deciso a supportare la proiezione americana nel Pacifico mediante il rafforzamento dei rapporti con i partner regionale e deciso a stroncare le interferenze russe nelle elezioni presidenziali, il capo della Difesa a stelle e strisce ha rimarcato, in occasione della due giorni del Pentagono sull’Intelligenza artificiale, l’importanza della ricerca tecnologia quale aspetto fondamentale del vantaggio militare statunitense.

L’IMPORTANZA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE

Considerata come una delle tecnologie emergenti più dirompenti attualmente in sviluppo, l’Intelligenza artificiale è sicuramente uno dei pallini dell’attuale capo del Pentagono Mark Esper: già lo scorso, interrogato dal Congresso sulle priorità per la modernizzazione della struttura militare Usa, Esper affermava l’assoluta importanza dell’Ia. “L’intelligenza artificiale ha il potenziale per cambiare ogni campo di battaglia”, ha ribadito lo stesso Esper durante il simposio sull’Intelligenza artificiale organizzato dal Joint artificial intelligence center (Jaic), ovvero il centro di eccellenza della Difesa sull’Ia (creato nel 2018) che lo scorso febbraio ha prodotto la prima “Ai Strategy” del Pentagono.

LA CORSA SU RUSSIA E CINA

Fondamentale per il segretario per la Difesa arrivare per primi allo sviluppo di questa tecnologia, battendo così la concorrenza di Cina e Russia: “La storia ci insegna che i primi a sfruttare le tecnologie irripetibili spesso hanno un vantaggio decisivo sul campo di battaglia per gli anni a venire”, ha affermato Esper. Se “la Russia – ha continuato – ha l’intento di utilizzare ogni possibile vantaggio per espandere la sua influenza e ridurre la sovranità degli altri, la Repubblica popolare cinese sta dispiegando, e affinando, il suo apparato di sorveglianza dotato di Ai per supportare la repressione mirata della popolazione musulmana uigura”. Secondo quanto affermato dal segretario della Difesa, e a differenza della “nuova era di autoritarismo digitale” intrapresa da Pechino, il Pentagono si è dotato di principi etici per l’uso dell’Intelligenza artificiali. “La tecnologia può cambiare costantemente, ma il nostro impegno nei confronti dei nostri valori fondamentali non cambia”, ha concluso Esper.

LE SANZIONI CONTRO LE INTERFERENZE RUSSE…

A cavallo tra politica interna e politica estera i cinguetti del segretario di Stato Mike Pompeo. Nell’ottica delle imminenti elezioni di novembre, il capo della diplomazia Usa ha accolto con favore le sanzioni imposte dal dipartimento del Tesoro Usa contro Andrii Derkach e altri tre cittadini russi per le loro azioni di interferenza nelle elezioni statunitensi. “Gli Stati Uniti – ha affermato Pompeo – useranno tutte le leve del potere nazionale per proteggere le nostre elezioni”. In un precedente articolo, Formiche ha riportato come uno dei principali avversari di Joe Biden alla nomination democratica, il senatore del Vermont Bernie Sander, fosse stato oggetto delle interferenze russe.

… E IL PACIFICO

Di tutt’altra natura i commenti legati all’Indo-Pacifico. A margine dell’incontro virtuale tra Pompeo e gli omologhi degli Stati membro dell’Asean tenutosi ieri, il segretario di Stato ha ribadito che “gli Stati Uniti sono impegnati nel lavorare con i partner dell’Indo-Pacifico per supportare l’ordine che ha sostenuto la sicurezza e la prosperità [della regione] per più di settant’anni”. Non si è fatto attendere l’attacco nei confronti degli apparati di Pechino: “Il Partito comunista cinese si lamenta – ha affermato Pompeo – della mancanza di un giusto e reciproco rapporto con gli Usa. Allo stesso tempo [però] si rifiuta di pubblicare l’articolo dell’ambasciatore Terry Branstad, reggente dell’ambasciata Usa in Cina, sulla testata nazionale People’s Daily“. “I loro diplomatici – ha continuato – sono liberi di pubblicare su qualsiasi testata statunitense”. La dura presa di posizione di Pompeo si inserisce all’interno della lunga lista di dichiarazioni ed esercitazioni militari speculari che si registrano con una certa frequenza nella regione. Se alla fine di agosto Pechino aveva lanciato due missili balistici antinave nel Mar cinese meridionale in risposta alla presunta azione di spionaggio statunitense, ieri il Wall Street Journal ha rilanciato la richiesta che il presidente della Repubblica di Palau (microstato insulare a largo ad oriente delle Filippine) Tommy Remengesau Jr. ha rivolto ad Esper la scorsa settimana. L’esecutivo dello Stato insulare, che conta poco meno di ventimila abitanti ed è stato vittima delle pressioni cinesi a causa delle sue relazioni con Taiwan, ha invitato i militari statunitensi a costruire basi e a stazionare regolarmente sull’isola.

UN FRONTE POTENZIALMENTE IPERSONICO

Secondo un recente report di Atlantic Council, il fronte pacifico potrebbe essere il teatro in cui sarebbe più probabile assistere all’impiego delle armi ipersoniche, ovvero degli armamenti in grado di viaggiare ad una velocità cinque volte superiore a quella del suono. La presenza congiunta dei tre Stati con i programmi di sviluppo più avanzati (ovvero Stati Uniti, Cina e Russia) e la corsa verso l’ipersonico intrapresa dagli altri attori regionali (India, Giappone e Australia in testa) renderebbe la situazione potenzialmente esplosiva. Ultimo in ordine di tempo, lo scorso lunedì, il test indiano del prototipo del missile da crociera ipersonico antinave Brahmos II (frutto del programma che Nuova Delhi sta sviluppando con l’ausilio di Mosca).


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