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L’industria italiana batte un colpo, ma non basta. Report Csc

Si scrive industria, si legge Pil. La produzione industriale italiana batte un colpo e chiude con un forte rimbalzo il terzo trimestre 2020, dopo la profonda caduta registrata nei due precedenti. Il dato, non certo scontato, è contenuto nell’ultima analisi del Centro Studi di Confindustria. Il recupero dell’attività è proseguito in agosto (+1,5%) e, in misura minore, anche in settembre (+0,5%).

“L’incremento nei mesi estivi è spiegato principalmente dal sostegno della domanda interna”, spiegano da Viale dell’Astronomia, “a fronte di una domanda estera che procede in maniera incerta. La fiducia degli imprenditori manifatturieri mostra qualche segnale positivo ma il peggioramento della crisi sanitaria (soprattutto all’estero) e i crescenti timori sulle prospettive di una soluzione in tempi brevi accentuano i rischi sul proseguimento della ripresa nei prossimi mesi.

Secondo il Centro studi di Confindustria, nel terzo trimestre si stima un incremento trimestre su trimestre del 26,4%, dopo il -16,9% rilevato dall’Istat nel secondo (-8,8% nel primo). In termini tendenziali, invece, nei mesi estivi i livelli di attività sono inferiori del 6,0% rispetto allo stesso periodo del 2019.  Il rimbalzo di produzione industriale rilevato nella media del terzo trimestre 2020 riporta l’indice sopra i livelli del primo, sebbene – per una particolare dinamica mensile – in settembre il gap rispetto a gennaio sia ancora negativo (-4,7%).

Nel terzo trimestre “si è osservata una significativa divaricazione tra andamento dell’industria e tendenza dei servizi, con la prima che darà un forte contributo alla dinamica del Pil (circa 4 punti percentuali)”, scrive ancora Confindustria. “A fronte del robusto incremento di attività nel manifatturiero, il recupero nei servizi risulta meno forte, stando agli indicatori qualitativi. Ciò a causa di diversi fattori: innanzitutto il debole apporto del settore turistico (incluso l’indotto, incide per più del 10% del Pil) sul quale ha pesato (e peserà) la forte diminuzione delle presenze straniere in Italia (circa 2/3 in meno rispetto all’estate 2019)”.

In tutto questo, benché la situazione in Italia sia ancora sotto controllo, la crescente incertezza su tempi e modi di uscita dall’emergenza sanitaria allontana la ripresa, anche nell’industria, perché frena consumi e investimenti, mentre le esportazioni nei prossimi mesi rischiano di subire pesanti contraccolpi dalle chiusure che sono preannunciate negli altri paesi. In attesa di una cura efficace contro il Covid-19, famiglie e imprese sono costrette a navigare a vista.

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