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Missioni, alleanze e investimenti. Il Consiglio supremo di Difesa oltre il complottismo

Il Consiglio supremo di Difesa tornerà a riunirsi domani al Quirinale. Nonostante la contestualità con il nuovo picco di emergenza pandemica, non reggono le ipotesi complottiste in circolazione da giorni. Dalle missioni internazionali al bilancio della Difesa, ecco l’agenda della riunione

Scenari operativi (dalla Libia all’Afghanistan), esigenze delle Forze armate in un mondo sempre più complesso e programmi di ammodernamento militare, con un occhio a quelli che generano maggior ritorno per l’industria nazionale. Sono questi i punti principali nell’agenda del Consiglio supremo di Difesa, convocato per domani dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

È la seconda volta nell’era Conte 2, a quasi un anno dal Consiglio che si riunì al Quirinale nel novembre 2019. Al Colle torneranno il premier Giuseppe Conte e i ministri Luigi Di Maio, Luciana Lamorgese, Roberto Gualtieri, Lorenzo Guerini, Stefano Patuanelli e il capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli. Come da prassi, dovrebbero partecipare anche il sottosegretario Riccardo Fraccaro e il generale Rolando Mosca Moschini, segretario del Consiglio supremo.

IL MOMENTO

Non reggono le ipotesi strampalate relative ad eventuali dichiarazioni di stato di guerra, idee che rievocano il complottismo della prima ora sul coronavirus (ed esercitazioni militari). La contestualità della convocazione da parte del presidente della Repubblica (martedì scorso) con l’aumento esponenziale dei contagi ha fatto immaginare a taluni una connessione che tuttavia non c’è.

Come risulta a Formiche.net, la riunione è programmata da settembre. Rientra tra gli appuntamenti “ordinari” del Consiglio supremo di Difesa, che può sempre convocato dal presidente della Repubblica, per “almeno due volte l’anno” secondo il decreto legislativo 66 del 2010, tendenzialmente in primavera e autunno. Negli ultimi cinque anni si è riunito sempre tra febbraio e marzo, e poi tra ottobre e novembre. Nel 2016 e nel 2019 c’è stata anche una terza riunione in estate, nel primo caso in vista del delicato Summit Nato di Varsavia, e nel secondo in virtù delle frizioni lato Difesa che dividevano i giallo-verdi del Conte 1. Quest’anno non si è tenuta la riunione primaverile, complici i tempi duri del primo lockdown.

LA PANDEMIA

L’appuntamento di domani è dunque il primo del 2020. Arriva certamente in un momento delicato per il Paese, tra il nuovo Dpcm, i disordini di Napoli e Roma e l’attesa sull’impatto delle nuove misure sulla curva epidemiologica. Il primo punto all’ordine del giorno riguarda dunque “le conseguenze dell’emergenza sanitaria sugli equilibri strategici e di sicurezza globali, con particolare riferimento alla Nato e all’Unione europea”, ma questa è una consuetudine da diversi mesi per tutti i meeting di alto livello delle due organizzazioni (e non solo), sempre partiti con un inevitabile aggiornamento sulla pandemia. Guerini arriverà al Quirinale a pochi giorni dalla riunione con i colleghi della Nato, in cui si è parlato anche di “resilienza” a fronte dell’emergenza sanitaria. D’altra parte l’Alleanza ha da subito attivato le sue strutture (anche a Taranto) per coordinare gli aiuti tra Paesi membri, facendo sintesi dei contributi e delle esigenze di ognuno.

Certo, in tutti questi contesti (Consiglio supremo di Difesa compreso), non può mancare l’attenzione sugli effetti della stessa a livello strategico e operativo. Come ribadito a più riprese dal ministro Guerini e dai vertici militari (da ultimi i capi di Stato maggiore di Aeronautica ed Esercito, Alberto Rosso e Salvatore Farina, in due recenti audizioni alla Camera), il Covid-19 ha prodotto un mondo più insicuro, inasprendo alcuni scenari e accelerando diversi trend internazionali.

TRA NATO E UNIONE EUROPEA

A livello Ue, l’attenzione è per le risorse messe in campo da Bruxelles per la ripresa economica. Come rimarcato dal generale Vecciarelli, anche la Difesa guarda con interesse al Recovery Fund come occasione per lanciare la rivoluzione digitale. A Bruxelles si gioca però anche la partita della Difesa comune europea, e le risorse attualmente previste a livello Ue per i programmi comuni (soprattutto con lo strumento del fondo Edf) sono per l’Italia ancora troppo basse, 7 miliardi in sette anni, a fronte dei 13 inizialmente proposti dalla Commissione. L’altro lato della medaglia riguarda il contributo offerto dalle Forze armate sin dai primissimi giorni di marzo alla lotta al coronavirus. Nel fine settimana è partita l’Operazione Igea, con l’obiettivo di garantire al Paese trentamila tamponi giornalieri in più tramite team mobili inter-forze.

AREE DI INSTABILITÀ

Al Colle ci sarà poi un “aggiornamento sulle principali aree di instabilità” e un “punto di situazione sul terrorismo transnazionale”, connessi alle “prospettive di impiego delle Forze armate nei diversi teatri operativi”. Spicca la situazione in Libia, a poche ore dalla firma di uno “storico” accordo per il cessate-il-fuoco siglato a Ginevra e con il nodo ancora irrisolto dei pescatori italiani bloccati a Bengasi. Si parlerà di Libano (dove sono impegnati circa mille italiani e dove la situazione securitaria resta critica), Afghanistan (con le fragilità dei negoziati di pacificazione a Doha), l’Iraq (dove l’Italia si è candidata a guidare la rafforzata Nato Training Mission) e il Sahel, lì dove il Paese ha promesso di partecipare alla task force Takuba promossa dalla Francia. C’è spazio anche i Balcani, regione in cui l’Italia è storicamente impegnata e che rientra in quel Mediterraneo allargato che per la Difesa è “priorità strategica”.

IL TEMA DEL BUDGET

Al Quirinale si parlerà poi di “prontezza, efficienza, integrazione e interoperabilità dello strumento militare nazionale”. L’obiettivo macro è procedere sulla logica inter-forze e permettere alle Forze armate di mantenere al massimo l’efficienza operativa. Ci dovrebbe essere spazio in tal senso per alcune questioni di dettaglio. Il tema si lega all’ultimo punto dell’agenda predisposta dalla presidenza della Repubblica: “Bilancio della Difesa e stato dei programmi di investimento in relazione alla fluidità del contesto di riferimento e agli obiettivi capacitivi di lungo periodo”. Già in passato il Quirinale aveva posto l’accento su questi temi, richiamando gli esponenti di governo alla necessità di offrire certezza programmatica a Forze armate e industria. Nell’ultima riunione, la nota del Colle spiegava: “La certezza e continuità delle risorse è fattore indispensabile per garantire una corretta programmazione e un’efficace sinergia con il comparto industriale nazionale”.

PROGRAMMI E INVESTIMENTI

In tal senso, la riunione potrà contare sull’aggiornamento del Documento programmatico pluriennale 2020-2022, presentato alle Camere la scorsa settimana da Lorenzo Guerini. Conferma l’aumento del bilancio della Difesa (da 21,4 a 22,9 miliardi di euro per l’anno in corso e sostanzialmente lineare per i prossimi due anni) e, soprattutto, una parziale correzione della distorsione tra le varie voci del budget. All’interno della Funzione Difesa, gli investimenti aumentano quest’anno del 50%, arrivando a 2,8 miliardi. Seppur in misura minore, dovrebbero crescere anche nel 2021 e nel 2022, a fronte della contrazione attesa per personale ed esercizio. A livello di programmi, il Dpp attesta la prosecuzione di tutti quelli maggiori e il lancio di diversi nuovi progetti. Resta tuttavia lunga anche la lista di “ulteriori esigenze prioritarie da finanziare”, ovvero programmi che non hanno al momento copertura finanziaria ma che il dicastero ritiene prioritari. Tra questi figurano sia il velivolo di sesta generazione Tempest, sia il Future vertical lift (Fvl) che dagli Usa promette di rivoluzionare l’elicotteristica.

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