Ponte spaziale tra Europa e America (che passa dall’Italia). I vertici di Esa e Nasa hanno firmato oggi un memorandum che inquadra il contributo europeo per il Lunar Gateway, la piattaforma che orbiterà intorno alla Luna. Si parla anche “opportunità di volo per astronauti europei”
Ci sarà anche l’Agenzia spaziale europea (Esa) a bordo del programma Artemis con cui gli Stati Uniti vogliono tornare sulla Luna entro il 2024 per restarvi. All’indomani della scoperta di quantità d’acqua maggiori del previsto sul satellite naturale, il direttore generale dell’Esa Jan Woerner ha siglato un accordo con l’amministratore della Nasa Jim Bridenstine. “Uno step positivo anche per l’Italia – commenta a Formiche.net l’esperto Marcello Spagnulo – che ora dovrà monitorare sempre più da vicino i negoziati Esa-Nasa sulle attività di sua diretta ricaduta, sostanzialmente il modulo abitativo I-Hab”.
IL MEMORANDUM
L’intesa di oggi ha la forma del memorandum of understanding (MoU) ed è specificatamente dedicata al Lunar Gateway, la piattaforma che orbiterà intorno alla Luna, immaginata come punto di passaggio per gli astronauti tra la Terra e la superficie lunare. A leggere i comunicati delle due agenzie non ci sono grandi novità circa la collaborazione sancita, se non la creazione di un framework unico alle varie iniziative già partite (“formalizzazione” secondo Bridenstine). C’è infatti la conferma su “almeno due” moduli di servizio (Esm) che forniranno elettricità, acqua e ossigeno alla navicella Orion che trasporterà gli equipaggi verso la Luna (tramite il lanciatore Space Launch System). A fronte di tale contributo, ci sono “tre opportunità di volto per gli astronauti europei per viaggiare e lavorare sul Gateway”, in una logica di scambio già nota.
I PROGRAMMI LUNARI
Per il Gateway c’è conferma anche per il modulo abitativo I-Hab e per quello di comunicazioni e rifornimento Esprit, entrambi con un forte ruolo dell’Italia. Su questi sono già arrivati i primi contratti dell’Esa alle industrie, frutto del via libera arrivato a novembre 2019 dalla ministeriale di Siviglia (con forte impegno italiano). L’I-Hab dovrebbe essere lanciato nel 2026, mentre l’Esprit l’anno successivo (il primo modulo per comunicazioni però forse già nel 2024 insieme a modulo logistico della Nasa, Halo).
IL COMMENTO
“Premesso che bisognerebbe leggere il contenuto dell’accordo, in ogni modo dal comunicato stampa di evince che Esa e Nasa abbiano siglato un’intesa relativamente all’incremento della fornitura dei moduli di servizio della capsula Orion (attività industriali già in essere a fronte di accordi iniziati nel 2013) ma soprattutto relativo a inserire i programmi I-Hab e Esprit, il primo di forte interesse italiano, nel contesto di attività legate al Lunar Gateway”, ci ha spiegato Marcello Spagnulo, ingegnere ed esperto aerospaziale, presidente del Marscenter. “Ci si attendeva questo step a un anno dalla ministeriale in cui questi due programmi sono stati finanziati”, ha aggiunto.
LE PAROLE
Il memorandum, ha spiegato Woerner (in uscita dal vertice dell’Esa), “segna un punto storico nella traiettoria dell’Europa: conferma che stiamo andando verso la Luna, non solo in termini di attrezzature e tecnologia, ma anche con le nostre persone”. E così, ha aggiunto, “l’Europa giocherà un ruolo centrale nella nuova era dell’esplorazione spaziale globale insieme alla Nasa e ai nostri partner, fornendo architetture esemplari e rivoluzionarie per esplorare la Luna e Marte, ispirando le generazioni a venire”.
Per il capo della Nasa il memorandum è “il primo di una serie di impegni imminenti da parte dei nostri partner internazionali per supportare il nostro programma Artemis”. Bridenstine parla di “costruire insieme il Gateway”. L’impegno, ha aggiunto, “include opportunità per gli astronauti europei di volare con i colleghi della Nasa nelle future missioni verso il Gateway”, prospettiva che interessa anche i membri italiani del corpo astronautico dell’Esa: Luca Parmitano, Samantha Cristoforetti e Roberto Vittori.
L’INTERESSE ITALIANO
Tutto questo, come detto, è di chiaro interesse per l’Italia, che guida l’impegno europeo per Artemis. Il nostro Paese ha siglato un paio di settimane fa gli Artemis Accords con Stati Uniti e altri sei Stati, intese inter-governative che definiscono i principi di questa nuova era dell’esplorazione spaziale. L’Italia vi si è presentata come Paese già firmatario con il governo Usa di una dichiarazione d’intenti bilaterale, testa proprio a definire il campo della collaborazione. D’altra parte, la Penisola ha chiarito da tempo di voler partecipare ad Artemis, scegliendo la strada già percorsa per l’Iss: partecipazione all’Esa (in cui si inseriscono I-Hab ed Esprit), e rapporto diretto con la Nasa (per ulteriori opportunità scientifiche e industriali).
Nel memorandum Esa-Nasa non si citano gli Artemis Accords. Perché? “Perché quelli sono accordi intergovernativi – ci risponde Spagnulo – ed Esa non li potrebbe siglare a meno di non avere un mandato specifico dall’unanimità di tutti gli Stati membri”, ben 22.