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Il Pil crollerà (meno) ma sul debito… l’Italia vista dal Fmi

La buona notizia è che le stime precedenti sono state riviste al rialzo. Quella brutta è che il Fondo Monetario Internazionale non sottoscrive le previsioni sul Pil del governo italiano. C’era attesa per il World economic outlook (qui il testo), il documento che ogni anno Washington diffonde per fare il punto sull’economia mondiale e dei Paesi più industrializzati, Italia inclusa. Si parte dalla buona notizia arrivata dal Fmi. L’istituzione americana guidata da Kristalina Georgieva ha rivisto in meglio le sue previsioni sul crollo che subirà l’economia italiana quest’anno, a seguito della crisi pandemica, stimando un meno 10,6% del Pil. Un dato di 2,2 punti migliore delle stime del Fmi dello scorso giugno eppure, e qui c’è la brutta notizia, di oltre 1,5 punti peggiore delle previsioni appena inserite dal governo nella Nota di aggiornamento al Def (-9%).

Nonostante il Pil visto al rialzo, la crisi lascerà comunque segni profondi nei conti pubblici italiani. Il deficit è atteso balzare al 13% del Pil quest’anno, dall’1,6% del 2019, per poi smorzarsi al 6,2% del Pil nel 2021 e successivamente proseguire la dinamica di riduzione, fino al 2,5% del Pil nel 2025. Il debito pubblico, dal già elevato 134,8% del Pil del 2019 è previsto lievitare al 161,8% nel 2020 e successivamente smorzarsi solo in parte, al 158,3% nel 2021. Più a lungo termine, sull’orizzonte 2025 il Fmi pronostica un debito in rapporto al Pil al 152,6%. E proprio riguardo al debito, il Fmi annota come l’Italia debba calibrare bene l’uso delle risorse del Recovery Fund, proprio per innescare quella crescita in grado di domare l’enorme debito. L’invito è dunque di impiegare queste risorse, che graveranno sulle generazioni future, in iniziative che aumentino il potenziale di crescita: solo così il debito si auto-pagherà, accrescendo il volume delle economie che lo contraggono e aumentando la base di gettito imponibile.

Non è tutto. L’istituzione di Washington ha rivisto in meglio le stime generali sull’economia globale, smorzando la portata del crollo del Pil atteso quest’anno ad un meno 4,4%. Un dato di 0,8 punti percentuali migliore delle stime fornite lo scorso giugno. Sul 2021 il Fmi prevede una ripresa globale del 5,2%, che recupererebbe quindi già tutto il crollo del 2020. In questo caso la previsione è di 0,2 punti più bassa rispetto a giugno.  Il Fondo ha migliorato la previsione anche sull’area euro, con un meno 8,3% del Pil 2020 e tagliato il rimbalzo 2021 al più 5,2%. Molto marcata, poi, la revisione in meglio sugli Usa: 3,7 punti in più sul 2020 con un Pil atteso al meno 4,3%, sul 2021 è atteso un rimbalzo del 3,1%. La Cina, infine, non subirà nemmeno una recessione: con un più 1,9% del Pil 2020, rivisto in meglio di 0,9% e un più 8,2% nel 2021.

Forse ha davvero ragione il capo economista del Fmi, Gita Gopinath, quando parla di “tempi difficili”. Meno male che “tuttavia vi sono alcune ragioni per essere ottimisti. Tra queste i miglioramenti sui test, i progressi sui vaccini e i miglioramenti sulle cure, mentre i dati più recenti suggeriscono che molte economie hanno iniziato a riprendersi ad un tasso più rapido di quanto anticipato”.



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