In un’intervista nel nuovo libro di Bruno Vespa, il numero due della Lega apre a un Mattarella bis per poi tornare alle urne nel 2022 e rieleggere un nuovo Capo dello Stato. Alla guida del Parlamento Ue vede bene il bavarese della Csu Manfred Weber. Ma Salvini…
Mattarella bis e poi dritti verso il Ppe. Giancarlo Giorgetti traccia la road map della Lega in Europa e in Italia. In un’intervista nel prossimo libro di Bruno Vespa, “Perché l’Italia amò Mussolini (e come è sopravvissuta alla dittatura del virus)” (Mondadori Rai Libri), il numero due del Carroccio confida la sua idea di Lega 2.0: un partito “popolarista”, cioè “vicino al popolo”, prima ancora che popolare.
Ancora una volta il “Richelieu” di Matteo Salvini dice la sua senza troppe remore, e dice l’opposto. Tre i fronti aperti, anzi due: la rielezione del presidente della Repubblica e l’elezione del prossimo presidente del Parlamento europeo. Giorgetti dice che “la cosa migliore sarebbe rieleggere Mattarella, con l’intesa che possa presto riallineare il Parlamento all’ultimo referendum costituzionale”. “In questo modo il suo successore verrebbe eletto dal Parlamento rinnovato di 600 membri – prosegue l’ex sottosegretario a Palazzo Chigi – È assurdo che un corpo elettorale delegittimato di 1000 componenti elegga un capo dello Stato destinato a restare in carica sette anni”.
Con il pretesto del referendum costituzionale, dunque, Giorgetti lancia il Mattarella bis. Non è un mistero che fra il vicesegretario e l’inquilino del Colle ci sia intesa. Non lo è nemmeno che Salvini la pensi diversamente. Basti ricordare come è insorto contro Conte quando ha inavvertitamente augurato al Capo dello Stato un secondo mandato a settembre Il “Capitano” si è indignato tanto da chiederne le dimissioni immediate: “Parla di Mattarella bis e del presidente della Repubblica da eleggere tra 2 anni. Il presidente del Consiglio deve dare risposte oggi altrimenti si dimetta”.
Di più: lanciando la ri-candidatura di Mattarella, Giorgetti blinda la legislatura fino al 2022. Altro che ritorno alle urne. Nella mente del vice di Salvini, quella è un’ipotesi da non prendere in considerazione. E pensare che lui, Salvini, non fa altro che invocare le dimissioni del Conte bis e le elezioni anticipate, da convocare una volta superata l’alta marea della crisi. Farà un certo effetto sentir parlare di Mattarella bis anche alla leader di Fdi Giorgia Meloni, che in un’intervista oggi suonava il requiem al governo.
Il piano di Giorgetti prevede una rielezione “light” di Mattarella e il ritorno al voto “per riallineare” il Parlamento con il taglio confermato dal referendum, per poi eleggere un nuovo Capo dello Stato che stia in carica sette anni: “Abbiamo il 46 per cento del corpo elettorale. E se troviamo una personalità che possa prendere voti anche dall’altra parte, con lo scrutinio segreto possiamo farcela”.
Quanto all’Ue, Giorgetti ha già un nome per il post- David Sassoli: Manfred Weber, leader del Ppe nell’emiciclo di Strasburgo, bavarese e punta di lancia della Csu, ex Spitzenkandidat scalzato all’ultimo da Ursula von der Leyen, “io proporrei di votarlo”. Eccola, la “via bavarese” che può portare la Lega fuori dalle secche sovraniste fino alle sponde più sicure dei popolari. “Il Partito popolare europeo va dove va la Cdu”, aggiunge Giorgetti, a conferma che la partita del dopo-Merkel è seguita con attenzione spasmodica a via Bellerio.
Nello stesso libro, Silvio Berlusconi apre uno spioncino. “Sarei felice di ricostruire in Europa, all’interno del Ppe, l’alleanza che esiste oggi in Italia. Ma un processo politico cosi importante, per essere credibile in Europa, deve avere i suoi tempi. Parlare oggi di ingresso della Lega nel Ppe, credo sia prematuro. Tuttavia, un percorso e cominciato e io confido che porti dei frutti”.