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Fisco, investimenti e ritorno alla crescita (nel 2022). La road map del governo

Era poco dopo la mezzanotte quando il Consiglio dei ministri ha approvato la Nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza che segna il perimetro della manovra in fase di stesura, la prima in assoluto dell’era Covid. Tutto ruota intorno ai saldi di bilancio fissati dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri e approvati in nottata da Palazzo Chigi.

L’IMPATTO SUI CONTI

Per il 2021 il documento fissa un obiettivo di indebitamento netto (deficit) pari al 7% del prodotto interno lordo. E, “rispetto alla legislazione vigente, che prevede un rapporto deficit/Pil pari al 5,7 %, si presenta quindi lo spazio di bilancio per una manovra espansiva pari a 1,3 punti percentuali di Pil (oltre 22 miliardi di euro)”, ha fatto sapere Palazzo Chigi. “Rispetto al 2020, nel quadro programmatico di finanza pubblica, il rapporto debito/Pil nel 2021 è previsto in calo di 2,4 punti percentuali, portandosi dal 158% al 155,6%. Per gli anni successivi viene delineato un percorso di graduale rientro del rapporto, con l’obiettivo di riportare il debito della P.A al di sotto del livello pre-Covid entro la fine del decennio. Grazie al sostegno alla crescita assicurato dalle misure espansive, nel 2021 è attesa una crescita programmatica del Pil pari al 6% (rispetto ad una crescita tendenziale del 5,1%), che nel 2022 e nel 2023 si attesterà al 3,8% ed al 2,5% rispettivamente.

MOTORI AVANTI TUTTA

Ma è dalla premessa al Documento aggiornato firmata dallo stesso Gualtieri che si evince lo sforzo del governo, presente e futuro. Il 2020, come noto, si chiuderà con un crollo della ricchezza prodotta del 9%, il peggior calo dalla fine della Seconda guerra mondiale. “Per affrontare tale situazione”, si legge nel documento, “il governo ha adottato interventi economici imponenti, che nel complesso ammontano a 100 miliardi in termini di impatto sull’indebitamento netto della Panel 2020 (oltre il 6% del Pil), a cui va aggiunto l’ammontare senza precedenti delle garanzie pubbliche sulla liquidità. Tali risorse hanno finanziato provvedimenti volti a limitare le conseguenze della pandemia sui redditi delle famiglie, sui livelli occupazionali e sulla tenuta del sistema produttivo, oltre a garantire al sistema sanitario le risorse necessarie al
contenimento della pandemia”.

Secondo Gualtieri, “nel confronto internazionale la combinazione delle misure di politica sanitaria e di politica economica si è rivelata, ad oggi, tra le migliori, riuscendo a garantire un efficace contrasto alla diffusione del virus e al contempo la maggior tutela possibile dei redditi e della capacità produttiva. Ad esempio e in particolare, a fronte di un crollo del Pil stimato al 9 per cento nel 2020 l’occupazione è prevista ridursi di meno del due per cento”.

OBIETTIVO FISCO

Uno dei cardini della prossima manovra, già visibile nell’aggiornamento del Def, è la riforma del fisco. “Il governo intende attuare un’ampia riforma fiscale che migliori l’equità”. Il documento definisce il perimetro di finanza pubblica nel quale si iscriveranno le misure della prossima legge di bilancio, che “avrà come obiettivo quello di sostenere la ripresa dell’economia italiana nel triennio 2021-2023, in stretta coerenza con il prossimo Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Gualtieri inoltre, sempre in ambito fiscale, fa sapere che “verrà introdotto un nuovo fondo da alimentare con i proventi delle maggiori entrate legate all’aumento della compliance fiscale che verranno successivamente restituiti, in tutto o in parte, ai contribuenti sotto forma di riduzione del prelievo. Il Governo intende infatti stabilire un patto fiscale con i cittadini italiani che premi la fedeltà fiscale e contributiva delle imprese e dei lavoratori”.

RITORNO AL PIL

Nei calcoli di Gualtieri c’è poi un ritorno alla crescita pre-Covid nel 2022. “La prossima legge di bilancio e le sovvenzioni della Recovery and Resilience Facility avranno un valore complessivo pari a circa il due per cento del Pil nel 2021. La crescita economica ne beneficerà significativamente, attestandosi al 6%. Nel biennio successivo l’intonazione espansiva della politica di bilancio si attenuerà gradualmente fino a raggiungere un avanzo primario di 0,1 punti percentuali e un indebitamento netto in rapporto al Pil del 3 per cento. Nel 2022 verrà quindi recuperato il livello del Pil registrato nell’anno precedente la pandemia. Nell’arco del prossimo triennio il rapporto debito pubblico/Pil sarà collocato su un sentiero significativamente e credibilmente discendente”.

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