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Ecco perché piaccio all’Iran. La replica di Cabras (M5S) via Fb

Con un post su Facebook dal titolo “Formicolii censori” (che riportiamo integralmente qui sotto) Pino Cabras, deputato del Movimento 5 stelle e vicepresidente della commissione Esteri della Camera, ha risposto a un articolo pubblicato su Formiche.net lunedì 12 ottobre a firma di Gabriele Carrer e Otto Lanzavecchia in cui gli autori hanno analizzato i contenuti di pergiustizia.com, il sito in lingua italiana che faceva parte della rete della disinformazione dei Pasdaran iraniani smantellata nei giorni scorsi dal dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti. Tra i libri suggeriti compariva anche “Strategie per una guerra mondiale. Dall’11 settembre al delitto Bhutto”, edito da Aisara e scritto nel 2008 da Pino Cabras.

Vengo citato in uno strano articolo-pastone comparso sul sito Formiche.net, una testata italiana di ispirazione ideologica ultra-atlantista e iper-liberista, sostanzialmente organica alle principali direttrici del Dipartimento di Stato USA, un apparato che sa produrre bene quel che Formiche rimprovera agli altri paesi: informazione irregimentata. Lo spunto è dato dalla chiusura d’imperio di un sito iraniano in lingua italiana, pergiustizia.com, decisa dal Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti. Il sito – che peraltro non conoscevo – citava articoli e libri di personalità italiane non legate alla corrente principale dei media. Eccole dunque accomunate in un guazzabuglio unico, dove la parola dominante imprime a manca e a destra lo stigma di “complottista”, e dove tutti sarebbero succubi delle idee dei pasdaran iraniani. Copri il minestrone con la parola “inchiesta” e il rancio è servito. E mi raccomando: lordate tutti con la parola “rettiliani”, funziona sempre e Goebbels ci fa una pippa.

È abbastanza divertente tra l’altro che in questo articolo io venga definito un “habitué” di Byoblu.com. Se due interviste fanno di me un habitué, devo dedurre che l’unica mia intervista a Formiche.net faccia di me – se la matematica non è un’opinione – un suo “mezzo habitué” (https://formiche.net/2019/01/venezuela-cabras-m5s/). Mi ribello a questa menomazione. Mi intervistino ancora, così raggiungo il punteggio pieno, altrimenti l’universo si squilibra. E in ogni caso sono per un ampio pluralismo e contro le non infrequenti intimidazioni che giungono a carico di Byoblu e altri media non allineati. Non capisco l’accanimento con cui i media mainstream – che pure hanno un dominio incontrastato, un volume di fuoco ineguagliabile, un’egemonia tangibile che passa attraverso multinazionali che inglobano quasi tutti i flussi del web – non riescono a tollerare nessun minimo controcanto.

Comunque mi costituisco. La misura del mio interesse per il mondo iraniano non è data mica solo da un sito sconosciuto come quello spento dagli zelanti censori statali statunitensi. È tutto alla luce del sole. Sono dieci anni che vengo frequentemente intervistato dalla radio e dalla televisione pubblica iraniana, o che visito l’Iran. Credo che a loro faccia piacere che quel che ho da dire non sia “Bombardare l’Iran!”, come invece diceva il ‘quondam’ John McCain e una parte della stampa occidentale e israeliana a rimorchio delle guerre degli ultimi vent’anni. E a me fa piacere ricevere domande che mi consentono di dire quel che penso, senza censure. Molto semplice: voglio rendere possibile e fruttuoso uno scambio fra Italia e Iran, senza avventurismi militari, senza schermi ideologici, con un occhio costantemente rivolto – come per tutte le relazioni internazionali, e come fanno tutti – ai nostri interessi nazionali.

 


 

Onorevole Cabras, la ringraziamo per l’attenzione e prendiamo atto del suo sentirsi tutt’altro che a disagio dal vedere le proprie opinioni e i propri libri rilanciati dalla propaganda dei Pasdaran. Confidiamo che i suoi frequenti passaggi alla radio e alla televisione “pubblica” (si potrebbe dire “di regime”) iraniana e i suoi viaggi in Iran possano favorire l’emergere anche lì di quelli che lei definisce “media non allineati” al pari di ciò che è avvenuto e avviene in una democrazia come quella italiana.

Gabriele Carrer e Otto Lanzavecchia

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