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Bene l’economia circolare, male salute e parità di genere. Il rapporto Asvis 2020

“Dobbiamo assolutamente rimediare alle conseguenze del cambiamento climatico, dell’inquinamento, del deterioramento del capitale naturale. I giovani ci lanciano la richiesta di un patto intergenerazionale e noi non possiamo rispondere con una visione egoistica. In Italia, in Europa, nel mondo siamo consapevoli che questo è il momento delle scelte, non si può più tergiversare o rimanere silenziosi e inerti rispetto a questa richiesta”.

Con questo messaggio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiuso i lavori della presentazione del Rapporto dell’Asvis 2020 su L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, previsti dall’Agenda dell’Onu 2030. Il nostro Paese non ha rispettato gran parte degli impegni previsti: peggiorano nove obiettivi su 17 (povertà, alimentazione, salute, istruzione, parità di genere, occupazione, innovazione, disuguaglianze, partnership), migliorano i dati relativi all’economia circolare, la qualità dell’aria e i reati. Occorre intraprendere da subito il cammino verso una transizione ecologica “giusta”, capace di generare nuova occupazione e sviluppo economico e sociale, utilizzando in modo coerente le risorse europee e nazionali per rilanciare il Paese in un’ottica di sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Dei messaggi chiave contenuti nel Rapporto si è fatto carico il Commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni ribadendo che “per affrontare questa terribile crisi avremmo potuto decidere di tornare alla situazione pre-Covid il prima possibile, mettendo da parte gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, ma abbiamo deciso di fare il contrario. E non era un esito scontato. Useremo le risorse comuni della rinascita per rendere le nostre economie più sostenibili, più resilienti, più competitive. Next Generation EU non è un nome scelto a caso: pensiamo alle grandi priorità per le prossime generazioni, non inseguiamo le mille richieste ed esigenze alla ricerca di consensi effimeri e spesso improbabili”.

Il Rapporto mostra come la pandemia stia determinando in tutto il mondo una battuta d’arresto e un arretramento nel cammino verso l’attuazione di quell’Agenda 2030, sottoscritta dai 193 Paesi delle Nazioni Unite nel 2015, e il raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. D’altra parte l’Unione europea ha posto l’Agenda Onu al centro della propria azione e sta rispondendo alla crisi con un impegno senza precedenti, costruito intorno al Green Deal, alle lotte alle disuguaglianze e all’innovazione.

“Il programma politico della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a favore dello sviluppo sostenibile”, ha detto il presidente di Asvis Pierluigi Stefanini, “è stato confermato e anzi rafforzato dopo la crisi da Covid 19. Le comunicazioni della Commissione sulle politiche economiche, sociali e ambientali sono tutte orientate alla sostenibilità, intesa anche come opportunità per l’Europa di assumere un forte ruolo nello scenario competitivo globale”.

In vista della preparazione del Piano italiano di ripresa e resilienza, il Rapporto indica gli orientamenti e le azioni da mettere in campo: la costruzione di una dettagliata strategia di sviluppo sostenibile; il rafforzamento delle strutture della presidenza del Consiglio per assicurare il coordinamento delle azioni rispetto agli obiettivi dell’Agenda; il forte coinvolgimento delle Regioni, delle Provincie e dei Comuni; la predisposizione di un’agenda urbana nazionale per lo sviluppo sostenibile; l’aggiornamento del Piano nazionale energia e clima; il coinvolgimento dei ministeri per inserire le azioni nella loro programmazione operativa; la predisposizione di una legge annuale sullo sviluppo sostenibile, per disporre di un veicolo normativo per introdurre modifiche in linea con l’Agenda 2030.

“I prossimi mesi saranno cruciali per disegnare e impostare le politiche pubbliche del prossimo triennio”, ha concluso il portavoce di Asvis Enrico Giovannini. “La crisi ha chiarito le profonde interazioni tra dimensioni ambientali, sociali, economiche e istituzionali del nostro mondo. L’Unione europea ha indicato la strada da percorrere e l’Italia può essere protagonista di questa trasformazione. Visione, coraggio, innovazione, persistenza e partecipazione sono indispensabili per realizzare un’Italia più sostenibile, a partire dall’inserimento in Costituzione del principio di sviluppo sostenibile”.

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