Recovery Fund, ci siamo. Le commissioni Bilancio di Camera e Senato hanno appena licenziato il testo relativo alle linee guida per il Recovery Fund. In altre parole il documento in cui il governo italiano indicherà i capitoli di spesa su cui dirottare i 209 miliardi riservati all’Italia nell’ambito del piano di aiuti europeo. Prima di essere inviato a Bruxelles (deadline 15 ottobre), il testo verrà esaminato dalle Aule di Senato e Camera.
In circa 80 pagine l’esecutivo ha racchiuso tutti, o quasi, gli interventi meritevoli dei finanziamenti comunitari. Il capitolo più importante, si legge tra le pieghe del documento, è il ritorno alla crescita e alla produttività. In seconda battuta, c’è l’istruzione e la formazione, essenziali per plasmare le future generazioni che usciranno dalla pandemia. Non è finita. Voci di spesa consistenti riguardano il turismo, settore letteralmente polverizzato dalla pandemia e la necessità di dotarsi di infrastrutture digitali, a cominciare dalla rete unica.
Ancora, nel documento ci sono capitoli dedicati al commercio, al lavoro, alla difesa, alla giustizia e ovviamente alla salute. Su tutto però prevarrà la metodologia dell’impiego delle risorse. Ovvero, stretta sorveglianza del Parlamento, rispetto (per quanto possibile) dei saldi di finanza pubblica e il collegamento tra spesa e riforme: non si spendono soldi se non innescano una riforma strutturale.