L’Italia potrà sempre contare sull’export. La pandemia finirà e l’economia nazionale riscoprirà i suoi alleati più fedeli. Ne è più che convinto l’amministratore delegato di Sace, la società pubblica che dell’export italiano è motore e polmone allo stesso tempo, Pierfrancesco Latini, intervenuto nel corso della tre giorni Made in Italy: the Restart Il rilancio dell’economia italiana nel mondo post Covid, promossa e organizzata da Sole 24 Ore e Financial Times e più precisamente in apertura della Tavola Rotonda L’innovazione come motore per la ripartenza.
“Nonostante la severità di questo shock, vediamo i presupposti per una ripartenza per il nostro Paese”, ha chiarito in premessa Latini. “Ripartenza che è stata più volte richiamata nel corso degli interventi che mi hanno preceduto e che non potrà che essere trainata da quei grandi fattori di resilienza della nostra economia che sono l’export e soprattutto le nostre eccellenze settoriali. Non possiamo che ripartire dal Made in Italy”.
Latini ha sottolineato la storica vocazione all’export dell’Italia. “L’Italia è un grande Paese esportatore. Il quarto in Europa per l’export totale di beni ma il terzo al mondo per i prodotti di consumo, tra cui spiccano proprio il Food, la Moda e l’Arredo. Ma in questa partita l’Italia deve poter giocare ad armi pari, in Europa e nel mondo. Per questo servono le infrastrutture, il trampolino di lancio indispensabile per la competitività delle nostre imprese. Non solo fisiche (strade, autostrade, reti logistiche efficienti). Ma anche digitali”.
In questo senso il numero uno di Sace ha citato l’esempio dell’e-commerce italiano, “che viaggia da anni su tassi di crescita a doppia cifra, eppure in valore assoluto siamo ancora in ritardo rispetto ai colossi mondiali ed europei. E per un Paese con la nostra propensione all’export stiamo parlando di un potenziale veramente importante ancora inespresso. Tutto questo dovrà andare di pari passo con un trend globale ormai ineludibile: quello della sostenibilità. Oggi quello della sostenibilità ambientale in particolare è un tema centrale. Non solo perché è maturata la consapevolezza della necessità di un approccio sostenibile per il futuro del nostro Pianeta e per le generazioni a venire”.
Di qui una road map per il Paese, naturalmente in chiave export. “Per i prossimi mesi sul tavolo ci sono ancora tante sfide che stiamo disegnando nel nuovo Piano Industriale (di Sace, ndr), attraverso il quale proietteremo la Sace nel prossimo futuro. Secondo tre traiettorie. La prima: un maggior sostegno alle esportazioni. Questo grazie a un sistema evoluto di coassicurazione fra Sace e il ministero dell’Economia e delle Finanze sul modello dei sistemi europei più evoluti, a supporto non solo dei grandi progetti e delle grandi aziende ma anche dello sviluppo dimensionale e del numero delle piccole imprese che si affacciano sui mercati internazionali.
La seconda traiettoria. La spinta al rilancio dell’economia nazionale non solo nell’emergenza ma anche nella fase di rilancio, in una logica più strutturale. E questo attraverso un importante programma di garanzie pubbliche, non più vincolate solo a progetti di export e internazionalizzazione, ma anche a supporto di progetti domestici proprio a sostegno del rilancio dell’economia nazionale e della sua competitività sui mercati esteri”. Non è tutto.
“Una terza traiettoria, trasversale rispetto alle altre, è quella del supporto alla sostenibilità attraverso le risorse e gli strumenti del Green New Deal: nuovo importante tassello introdotto dal decreto Semplificazioni di luglio, grazie al quale Sace potrà contribuire al percorso verso un’economia sostenibile, rilasciando garanzie pubbliche a favore dei progetti del Green new deal, a partire dalla de-carbonizzazione, dall’economia circolare e da progetti, più in generale, a elevata sostenibilità ambientale”.
In conclusione, per il ceo di Sace “occorre sostegno all’export partendo dalle vocazioni settoriali nazionali; un impegno trasversale per le infrastrutture e l’innovazione digitale; tutto questo per creare un sistema più competitivo e più sostenibile. Questo è in sintesi l’impegno quello che Sace e le sue strutture stanno mettendo in campo. Un impegno che è parte di uno sforzo collettivo e di sistema che guarda al futuro di questo Paese. Essere qui oggi, far parte di questo evento che per la sua portata oggettivamente è un osservatorio internazionale senza precedenti, lo testimonia. E ci sta restituendo proprio tutto il senso dell’impegno comune, del gioco di squadra tra tutti i rappresentanti di istituzioni, finanza, imprese, che mai come in questo momento ci vede orientati tutti verso un unico obiettivo. Quello della ripartenza del nostro Paese”.