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Balcani, ecco chi scommette sulla nuova agorà geopolitica

Un investimento strategico per la promozione della sicurezza e della stabilità in Europa: a questo punta il cosiddetto Processo di Berlino, sotto l’organizzazione congiunta di Bulgaria e Macedonia. Sullo sfondo la creazione di un mercato comune regionale anche per attutire la penetrazione cinese

Un mercato comune regionale che faccia dei Balcani una nuova agorà geopolitica di sviluppo e di cooperazione strategica, nella consapevolezza che i futuri equilibri passano inevitabilmente da un’organizzazione ben oliata e dalle prospettive lungimiranti.

A questo punta il cosiddetto Processo di Berlino, sotto l’organizzazione congiunta di Bulgaria e Macedonia, che domani vedrà un importante meeting centrato su una dichiarazione congiunta per un piano che prevede la realizzazione di un mercato comune regionale (magari anche per attutire la penetrazione cinese).

PERCHÉ I BALCANI

Un investimento geostrategico per la promozione della sicurezza e della stabilità in Europa: con questo spirito si è tenuta oggi la riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi dei Balcani occidentali, in un momento che di fatto è l’anticamera al vertice del Processo di Berlino in programma domani sotto l’organizzazione congiunta di Bulgaria e Macedonia del Nord. Introdotto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, vedrà la partecipazione del commissario europeo all’Allargamento Oliver Varhelyi e del segretario generale del Consiglio di cooperazione regionale (Rcc), Majlinda Bregu. Sullo sfondo la creazione di un mercato comune regionale. Al centro dell’incontro le nuove possibilità e le sfide per il Processo di Berlino: ovvero da una parte il mercato unico regionale e dall’altro l’agenda verde per i Balcani occidentali.

La presenza dei capi delegazioni di Serbia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Grecia, Kosovo, Macedonia del Nord e Montenegro rappresenta al meglio il senso che l’Europa vuole dare a questo percorso, in un frangente caratterizzato dalla ultra invasività cinese proprio nel costone balcanico.

CINA

Sul tavolo, quindi, anche il tema relativo ad un eventuale ritardo dell’azione Ue nei Balcani, dove altri players, come Cina, Russia e Turchia, hanno da tempo disteso i proprio muscoli all’interno di una strategia altamente penetrante, come dimostrato dai riverberi commerciali ed infrastrutturai della Via della Seta. Alla luce di questo quadro l’iniziativa del Processo di Berlino va seguita con attenzione proprio per stimolare i paesi membri ad una presenza maggiore.

Un aspetto sul quale poco ci si è concentrati è stato quello dell’incidenza nei Balcani della Cina da un punto di vista energetico: un esempio è dato dalla ricostruzione della centrale termica di Stanari, nel nord della Bosnia Erzegovina dove il governo locale si è affidato al prestatore cinese. Alcuni progetti energetici cinesi sono spesso tarati sull’estrazione del carbone e sul suo utilizzo per la produzione di energia elettrica come accade in Serbia, Bosnia ed Erzegovina e Kosovo anche alla luce del più basso costo della tecnologia cinese rispetto a quella occidentale. Altro caso noto è quello relativo alle modalità di costruzione di autostrade in Macedonia del Nord e in Montenegro, nonché delle centrali elettriche di Kostolac (Serbia) e Tuzla (Bosnia ed Erzegovina).

QUI UE

Pertanto il tentativo di creare un piano per un mercato regionale comune potrà portare benefici tangibili ad aziende e cittadini. Il riferimento è alla riduzione delle spese bancarie transfrontaliere, all’eliminazione degli ostacoli tecnici per il commercio, al coordinamento delle politiche di investimento, al riconoscimento delle qualifiche professionali in tutta la regione e alla promozione del commercio elettronico. È questo un tentativo concreto di quel processo avviato nel 2014 per volontà della cancelliera tedesca, con l’obiettivo di raggiungere un accordo congiunto sul rafforzamento della cooperazione regionale nei Balcani occidentali, con riferimento anche alla risoluzione delle questioni ancora aperte nella regione.

Proprio al fine di poter disporre di un quadro analitico e dettagliato delle emergenze da risolvere, il Fondo europeo per i Balcani, il Consiglio europeo per le relazioni estere – ufficio di Sofia e l’Istituto per la democrazia “Societas Civilis” Skopje hanno dato vita congiuntamente al Think Tank and Civil Society Forum di oggi, nella consapevolezza che sfruttando le debolezze nei paesi ospitanti, gli investimenti esteri di natura non trasparente rischiano di ampliare le lacune dello Stato di diritto.

SCENARI

Quest’anno la Macedonia del Nord, insieme alla Bulgaria, presiede il processo di Berlino, e alla luce della recente nascita del nuovo stato, la cooperazione mostrata fino ad oggi dai tre leader Vucic, Rama e Zaev nei loro messaggi, presenta dei connotati sia specifici che generici. Il tema dell’adesione all’Ue, per Skopje e Tirana è fondamentale, al pari di quello legato alle nuove fibrillazioni in Kosovo, il paese che è riconosciuto da 116 nazioni dell’Onu, ma per altre 80 non esiste. Tra l’altro da pochi giorni il Presidente kosovaro Hashim Thaci è agli arresti all’Aja accusato di crimini di guerra dal Tribunale speciale istituito sull’operato dell’Esercito di Liberazione del Kosovo, di cui era stato in passato alto comandante. In carcere sono finiti anche Kadri Veseli, ex Presidente del Parlamento, Rexhep Selimi e Jacup Kraxniqi, ex dirigenti dell’Uck. Un momento prima dell’arresto Thaci si era dimesso, dopo che il Gip aveva accettato le richieste della Procura, e ha sempre negato le accuse contestate.

In occasione del recente Consiglio Ue degli Affari esteri, l’alto rappresentante per la politica estera comunitaria Borrell aveva annunciato che l’accordo tra Serbia e Kosovo sarebbe vicino anche se le posizioni tra i due Paesi rimangono distanti.

“L’accesso all’Unione – è la tesi di Borrell – è una prospettiva per tutti i Balcani occidentali, ma la cooperazione regionale è un obbligo vincolante”. Per cui se da un lato il reciproco riconoscimento tra Belgrado e Pristina rimane al centro del problema, dall’altro sarà significativo il contributo che il Processo di Berlino potrà dare a questa come alle altre problematiche nella macro area.

twitter@FDepalo

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