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Commissione d’inchiesta sul coronavirus. La mossa della Lega

La Lega chiede una commissione d’inchiesta sulle cause della pandemia di coronavirus e sulla responsabilità di Cina e Oms. Centrodestra favorevole, maggioranza contraria

Una commissione d’inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di coronavirus in Cina e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati e dall’Organizzazione mondiale della sanità per evitarne la propagazione nel mondo. È la proposta di legge incardinata in commissione Esteri della Camera dei deputati in questi giorni dai leghisti Paolo Formentini ed Eugenio Zoffili. La proposta, si legge, “dispone che sia formata da venti deputati, nominati dal presidente della Camera in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari e assicurando comunque la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare”.

Sfogliando il resoconto della seduta della commissione Esteri emerge il sostegno del centrodestra alla proposta e lo scetticismo della magioranza. Per Lisa Noja (Italia Viva) la proposta sembra già prefigurare la conclusione di un’eventuale inchiesta prima ancora che la Commissione venga istituita (cioè le colpe dell’Oms e della Cina). Laura Boldrini (Partito democratico), accusando la Lega di complottismo, ha invitato a valutare l’opportunità di rinviare la discussione a quando sarà terminata la pandemia.

Le indagini sull’origine del coronavirus alla Cina sono state al centro di una recente inchiesta del New York Times. “Nove mesi e più di 1,1 milioni di morti dopo, non esiste ancora un’indagine trasparente e indipendente sull’origine del virus”, ha scritto il quotidiano della Grande mela (non il presidente statunitense Donald Trump, che ad aprile fu sommerso dalle critiche per aver bloccato i fondi all’Oms accusandola di essere prona a Pechino). La Cina ha ostacolato gli sforzi per la verità e i vertici dell’Organizzazione mondiale della sanità le hanno ceduto le redini dell’indagine, concludeva il New York Times.

E ad alimentare i sospetti di fedeltà cinese da parte dell’Oms c’è il caso della censura su Facebook. Nei giorni scorsi l’Organizzazione ha impedito di commentare il livestreaming dell’Assemblea mondiale della sanità utilizzando parole come “Taiwan” (anche nelle sue versioni “T A I W A N” o “Ta1wan), “R.O.C.” (cioè Repubblica di Cina, com’è anche nota Taiwan), “Wuhan”, “China” o “Chinese”. Un inchino alla Cina che non riconosce l’autonomia dell’isola e sta cercando di rallentare le indagini sull’origine del coronavirus, ci chiedevamo su Formiche.net.

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