Nuove commesse militari per i cantieri navali ellenici e l’ipotesi di 4 fregate Usa spingono l’alleanza tra Washington e Atene: in ballo anche le navi cisterna per il gas
Il settore marittimo greco è uno dei simboli duraturi dell’alleanza Usa-Grecia. Si tratta di una tesi che da 4 anni viene portata avanti dalla diplomazia americana in Grecia, con l’obiettivo ormai raggiunto di stabilire un rapporto di costante interlocuzione dopo che i governi Tsipras avevano guardato più a oriente che a occidente. Oggi alcuni frutti della scelta euroatlantica di Atene si materializzano proprio alla voce marina: così la Grecia diventa il nuovo avamposto Usa nel Mediterraneo.
FREGATE
3,4 miliardi di euro era l’importo chiesto da Parigi ad Atene per due fregate Fremm nuove di zecca. Gli americani allo stesso prezzo ne offrono 4, di cui 3 costruite in Grecia (con gli incassi relativi all’indotto) in collaborazione con la statunitense Nany, il che significa che verranno abbattuti i lunghi ritardi della cantieristica greca. Così il Dipartimento di Stato americano prova a chiudere il cerchio dell’alleanza nell’Egeo agganciandola a commesse militari.
Ieri c’è stata una presentazione da parte della società di costruzioni ai giornalisti di tutto il mondo sulla proposta della nave, ma anche sulle possibilità future legate ai dettagli dell’affare, come le singole configurazioni. In questo modo i cantieri greci riceveranno il più grande programma legato alla Marina degli ultimi 20 anni.
DIFESA
L’eventuale acquisto delle navi Usa sarebbe l’ultima di una serie di operazioni condotte sull’asse Washington-Atene, in concomitanza con le frizioni che gli States hanno avuto con il governo turco e che hanno avviato un ampio dibattito sulla possibile sostituzione della base turca di Incirlik con una in Grecia (tutti gli indizi portano a Souda Bay, a Creta).
Un interessante fronte legato alla difesa e alle commesse commerciali si ritrova alla voce cantiere navale Neorion. È di proprietà della società americana Onex ed è stato recentemente certificato dalla Sesta flotta statunitense e dalla US Navy, per la manutenzione delle navi militari statunitensi. La Marina degli Stati Uniti quindi ha deciso di riallocare una parte della manutenzione della sesta flotta nei cantieri nell’Egeo come parte di una strategia complessiva di riposizionamento nel Mediterraneo.
Il cantiere navale Syros Neorion è ora in funzione a pieno regime, contribuendo per oltre il 90% alla nuova crescita complessiva del settore cantieristico. Tramite la certificazione dalla Sesta flotta, gli Stati Uniti hanno in mano un’opzione competitiva che potrà servire navi militari americane e greche. Sia il governo degli Stati Uniti che quello greco si sono impegnati a raggiungere lo stesso risultato nei cantieri di Elefsina che secondo l’US Development Finance Corporation rappresentano un “asset infrastrutturale strategico”.
AFFARI IN MARE
Nonostante la crisi che ha colpito l’Ellade, gli armatori greci non hanno smesso di cercare nuove opportunità e hanno superato la soglia dei 100 miliardi di dollari di valore delle navi mercantili. In più hanno investito massicciamente nelle navi gasiere per portare nel Mediterraneo il gas naturale liquefatto americano. La cifra dovrebbe aggirarsi su poco più di 8 miliardi di dollari per il mercato delle navi cisterna. Una solida partnership commerciale in questo senso è nata lo scorso anno tra la società della famiglia del Segretario americano al Commercio, Wilbur Ross e l’oligarga greco Vaghelis Marinakis: per comprendere la portata della mossa è sufficiente sottolineare che la fusione delle rispettive società (la Diamond S e la Capital Partners) ha dato vita alla terza compagnia navale più grande al mondo nel settore delle navi da cisterna dotata di 68 navi, per un affare da 1,6 miliardi di euro.
È stato definito uno degli accordi più rilevanti dell’ultimo decennio. La sede della nuova società è a Greenwich, Connecticut, e alla nuova joint venture parteciperanno oltre a Marinakis, anche due nomi di peso del panorama mondiale degli armatori come Kalogheratos e Ventouris.
TECNOLOGIA
Ma non è tutto, perché il livello di interlocuzione tra i due Paesi sta producendo a cascata anche altri interessanti risultati targati Mike Pompeo. Microsoft ha acquisito la società greca SoftoMotive e ha recentemente annunciato che lancerà un hub di automazione dei processi robotici ad Atene, con un investimento complessivo che potrà creare 100mila posti di lavoro in 4 anni. Questo in aggiunta ai centri di innovazione Pfizer e Cisco che stanno per essere aperti a Salonicco, sfruttando la numerosa popolazione studentesca della città e la strategia del governo conservatore ellenico di trasformare Salonicco nella capitale tecnologica dei Balcani.
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