In occasione dell’evento “Italia con Venezuela insieme a Juan Guaidó”, promosso dal senatore Adolfo Urso, Formiche.net ha intervistato la deputata venezuelana in esilio in Italia Mariela Magallanes. “C’è un riconoscimento sull’errore politico di non aver sostenuto il governo ad interim di Guaidó, ma si guarda verso il futuro, per trovare un’uscita democratica”
Ieri, mentre l’Italia si preparava per chiudere di nuovo a causa della pandemia Covid-19, un tema ha radunato tutte le forze politiche in una stessa aula: la crisi politica e umanitaria del Venezuela.
Nella Sala dei caduti Nassiya del Senato rappresentanti di tutti i partiti hanno ascoltato il presidente del Parlamento venezuelano e leader dell’opposizione al regime di Nicolás Maduro, Juan Guaidó. L’evento “Italia con Venezuela insieme a Juan Guaidó” è stato organizzato dall’Associazione parlamentare di amicizia Italia Venezuela, composta da più di 100 parlamentari, tra deputati e senatori, e promossa dal senatore Adolfo Urso.
In (precario) collegamento via Zoom, come per sottolineare l’isolamento in cui si trova il Paese sudamericano, il giovane politico non si è arreso e ha spiegato qual è la sua posizione nei confronti della dittatura e quale il piano strategico per ripristinare la democrazia in Venezuela.
La posta in gioco è alta. L’unica istituzione democratica rimasta ai venezuelani è il Parlamento, ma anche questa rischia di sparire. Il regime di Maduro ha indetto nuove elezioni legislative per il 6 dicembre, ma l’opposizione non si presenterà. L’Unione europea ha già annunciato che riconoscerà questo voto perché non si svolgerà in parità di condizioni e trasparenza. E l’Italia?
Ieri al Senato tutti i politici presenti hanno concordato che non è il momento per svolgere nuove elezioni in Venezuela. Sono necessarie, sì, ma non in questo contesto. Con il Consiglio Nazionale Elettorale, ente regolatore del processo elettorale, sotto il controllo del governo di Maduro.
Il senatore Adolfo Urso ha espresso solidarietà al popolo venezuelano, nella lotta a favore della libertà e la democrazia, e ha insistito nel ribadire che è arrivato il momento per l’Italia di dire con chiarezza che non sono valide elezioni in cui l’opposizione non può partecipare: “L’Italia deve capire la posta in palio dei venezuelani, ma anche degli italiani che vivono in Venezuela. Dopo questo nuovo voto arbitrario, il Venezuela resterebbe senza altra istituzione democratica riconosciuta dalla comunità internazionale”.
Insieme a Cipro, l’Italia è l’unico Paese europeo a non avere riconosciuto il governo ad interim di Guaidó. Un fatto che ha deluso i venezuelani, che aspettavano sostegno dall’Italia, come ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Voglio cominciare esprimendo il mio dispiacere perché il governo italiano non ha sostenuto la vostra legittima richiesta di libertà. Il Venezuela poneva speranza per i legami con l’Italia e la tradizione di politica estera italiana a favore dei diritti, ma questa speranza è stata tradita. La posizione è stata condizionata da forze politiche con rapporti speciali con la Cina, e questa ha influenzato la follia di sostenere il regime”.
Con Fratelli d’Italia Meloni ha appoggiato la richiesta di denunciare Maduro per crimini contro l’umanità, anche prima della precipitazione della situazione politica venezuelana. Con la crisi umanitaria, e la pandemia, Meloni ha sostenuto che “non è più rinviabile una presa di posizione da parte dell’Italia. Che deve sostenere l’Assemblea Nazionale, chiedere elezioni libere, la liberazione dei prigionieri politici e il disarmo delle forze che sostengono il regime. Vogliamo aiutare i venezuelani a liberarsi il prima possibile dalla dittatura di Maduro”.
Sebbene riconosce gli errori commessi in passato, l’onorevole Pier Ferdinando Casini, invece, ha invitato a guardare al futuro, a cosa si può fare ora per aiutare il popolo venezuelano: “Si poteva fare di meglio e di più. Ora l’interesse è verso il futuro, per trovare una soluzione. Come Europa si rischia di non essere abbastanza. La situazione è drammatica anche per chi governa. È importate che qui in Italia maggioranza e opposizione lottino insieme per la libertà di un popolo che non può essere ulteriormente denigrato”.
Molto duro l’intervento del deputato Emilio Carelli del Movimento 5 Stelle, che dopo avere fatto un riassunto della tragica situazione in cui è sommerso il Venezuela, tra sparizioni forzate e torture, ha detto che “la realtà è che Maduro ha il controllo totale del Paese, mentre la figura di Guaidó si è indebolita”. E cosa succederà il 5 gennaio del 2021, quando si insedierà il nuovo Parlamento? Il voto parlamentare del 6 dicembre rischia di non essere democratico, secondo Carelli, per cui l’unica strada che rimane per una soluzione pacifica “è attraverso il dialogo, interloquendo con i Paesi che possono intercedere, cioè, Mosca, La Habana e Pechino, senza subire l’influenza. Non faremo mai sconti sui diritti umani”.
In una conversazione con Formiche.net, la deputata venezuelana in esilio in Italia, Mariela Magallanes, presente all’evento, ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa: “È importante che tutte le forze politiche abbiano condiviso un unico messaggio. C’è consenso sul Venezuela, c’è un riconoscimento sull’errore politico di non avere sostenuto il governo ad interim di Guaidó, ma si guarda verso il futuro, per trovare un’uscita democratica”.
Magallanes ha detto che seguirà da vicino la richiesta di una risoluzione in Parlamento per non riconoscere le elezioni legislative del regime venezuelano il 6 dicembre: “Non è nostra intenzione intrometterci nella politica italiana, ma l’Italia non può ignorare il report delle Nazioni Unite in cui si evidenziano i crimini contro l’umanità di Maduro. È molto significativo il fatto che Guaidó abbia parlato per la prima volta nel Senato italiano. Oggi c’è l’impegno e l’Italia deve pronunciarsi”.