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Perché i Balcani sono la nostra muraglia cinese. Parla Bonfrisco (Lega)

Stato di diritto, lotta al crimine e alla corruzione. Bisogna salvare ora i Balcani, dice l’europarlamentare della Lega Anna Cinzia Bonfrisco. Se cadono loro, cade l’ultima muraglia contro le interferenze russe e cinesi in Europa

Portare i Balcani in Europa ci aiuterà a difenderci dalle penetrazioni malevole di Stati terzi come la Cina. Lo dice a Formiche.net l’europarlamentare della Lega Anna Cinzia Bonfrisco, al termine del meeting online sulla geopolitica nei balcani promosso dal Southeastern Europa Security Center & dal Political Council. Secondo l’esponente leghista, membro della Delegazione per le relazioni con l’Assemblea parlamentare della Nato, occorre fermare “la colonizzazione economica cinese che, come nel nostro Paese, costituisce un rischio per la difesa europea.”

La creazione di un mercato comune regionale nei Balcani occidentali come proposto dal Processo di Berlino potrebbe essere un passo risolutivo per sostenere quell’area?

Per il benessere della popolazione un passo lo è sicuramente, risolutivo è difficile dirlo perché la sostenibilità e la stabilità della regione passa attraverso tanti fattori che travalicano quelli economici. Penso alle riforme urgenti dello Stato di Diritto e alla lotta alla corruzione politica sistematica e alle veramente forti attività criminali. Senza un processo completo e irreversibile sotto questi profili un mercato comune regionale nei Balcani occidentali avrebbe un impatto relativo, anche per noi europei che in cambio chiediamo sicurezza.

Il Southeastern Europa Security Center & il Political Council hanno promosso una riflessione sulla geopolitica nei Balcani. Perché sono una priorità?

I Balcani sono una componente essenziale della sicurezza in Europa, oltre ad una riconciliazione della storia del nostro continente. Portare i Balcani in Europa ci aiuterà a difenderci dalle penetrazioni malevole di Stati terzi come la Cina. Balcani, Mediterraneo e Medio Oriente devono essere preservati da due ricorrenti players, Russia e Turchia, che entrano in contatto con il vicinato diretto dell’Europa e con la Nato, partendo dal fatto che il 5G è il principale strumento, spina dorsale, di un nuovo momento fondativo dell’Alleanza atlantica, di cui abbiamo l’obbligo di garantire la sicurezza anche per le sue implicazioni economiche e industriali verso l’Intelligenza Artificiale. Queste sono le priorità.

Al fine di attutire la penetrazione cinese quali politiche dovrebbe attuare l’Ue?

Una forte cooperazione con questi Paesi proprio per strapparli al rischio di una colonizzazione economica cinese che, come nel nostro Paese, costituisce un rischio per la difesa europea. Come ho chiesto chiarezza e coerenza sul porto di Taranto, la chiedo anche sui Balcani occidentali.

Crede che rispetto all’invasività cinese e turca nei Balcani l’Ue sia in ritardo?

L’Ue è sempre in ritardo. Le sue politiche economiche interne hanno reso debole l’Europa e oggi Europa e Stati membri fanno più fatica a dedicare risorse alla cooperazione. Questo ha indebolito per esempio l’Italia nel suo ruolo proattivo di cooperazione economica con i Balcani.

La contrapposizione tra Serbia e Kosovo è ancora lontana dall’essere risolta?

Il dialogo facilitato Belgrado-Pristina promosso dall’Europa va protetto e reso urgente verso la normalizzazione dei rapporti, dopo l’ottimo contenuto della Dichiarazione di Zagabria. Il coraggio politico che chiediamo alle parti aiuterà loro a superare il dolore della memoria storica e tutti noi a garantire pace e sicurezza. La Serbia è un grande Paese orgoglioso della sua storia e della sua identità, siamo certi che l’attuale leadership non mancherà il suo appuntamento con la storia. Il Kosovo guarda con fiducia a questo processo: lo dimostra la recente consegna al tribunale dell’Aia delle ex presidente Thaci da parte dell’autorità giudiziaria kosovara. In generale il processo è stato molto favorito da due importanti italiani: il generale di divisione Risi che guida l’operazione KFOR Nato e l’ambasciatore italiano Orlando, molto vicino alle istituzioni e alla popolazione kosovara. Il Kosovo potrà sempre contare sull’impegno dell’Italia.

L’eventuale uscita di scena di Trump, al netto dei ricorsi, e di Putin (dopo le notizie su un suo possibile disimpegno politico per motivi di salute) come potrà mutare lo scacchiere nei Balcani?

Due potenze come Stati Uniti e Russia sono indispensabili elementi di dialogo per l’Europa; ma sono molto più preoccupata dalle troppe timidezze Europee in alcuni scenari, penso ad esempio al Nagorno-Karabakh e alla mancata adeguata difesa del popolo armeno che peserà sulla coscienza europea, così come mi preoccupa nella guida tedesca di turno dell’Unione europea una malcelata equidistanza tra Usa e Cina. Ci sono momenti della storia in cui le ragioni commerciali non possono prescindere dai principi democratici e dai diritti umani con i nostri interlocutori. Vorrei che arrivasse presto il giorno in cui l’Europa fosse molto più attiva e severa nel difendere un modello di sviluppo non solo per gli europei, che rafforzi le democrazie.

 

twitter@FDepalo



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