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Vince la linea Merkel. L’Europa sblocca il Recovery Fund

Il Consiglio europeo ufficializza l’intesa con Ungheria e Polonia frutto della mediazione tedesca che bypassa i veti sul bilancio pluriennale, senza il quale sarebbe stato impossibile sbloccare i 750 miliardi di aiuti. Il ministro Amendola esulta e detta la tabella di marcia: ora sotto con progetti e investimenti

Les jeux sont faits. L’Europa supera divisioni e ostacoli e per una volta mantiene le promesse della vigilia. Il Consiglio europeo riunito a Bruxelles ha finalmente raggiunto l’accordo per il bilancio pluriennale che guarda al 2027, senza il quale non sarebbe stato possibile mettere in moto il Recovery Fund, che vale la rinascita europea. Caduto, dunque e definitivamente, il veto di Polonia e Ungheria sullo stato di diritto che teneva in ostaggio l’Europa e il suo piano da 750 miliardi.

Tutto merito della mediazione tedesca, che ieri aveva spianato la strada all’intesa, grazie alla quale la Polonia ha ottenuto la riscrittura delle clausole che legavano la concessione degli aiuti al rispetto dei diritti fondamentali. Adesso, il Recovery Fund può davvero entrare in azione e l’Ue cominciare a elargire le prime robuste tranches di prestiti e sussidi ai Paesi in difficoltà.

“L’Europa va avanti!”, ha esultato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dopo l’accordo raggiunto. “1.800 miliardi (cifra complessiva dell’intero sforzo europeo per la pandemia, ndr) per alimentare la nostra ripresa e costruire una Ue più resiliente, verde e digitale. Congratulazioni alla presidenza tedesca del Consiglio”.

Ovviamente il primo Paese ad essere soddisfatto è l’Italia cui, giova ricordarlo, spettano 209 miliardi tra prestiti e sussidi. “Sbloccate le ingenti risorse destinate all’Italia”, ha scritto il premier Giuseppe Conte su Twitter, subito dopo l’intesa. “Abbiamo raggiunto in Consiglio europeo l’accordo definitivo sul Next Generation Eu. Questo significa poter sbloccare le ingenti risorse destinate all’Italia: 209 miliardi. Approvato anche il bilancio pluriennale. Ora avanti tutta con la fase attuativa: dobbiamo solo correre!”.

Secondo il ministro per gli Affari Europei, Enzo Amendola ora non ci sono più alibi per perdere tempo, bisogna spingere subito sui progetti e sugli investimenti. “Ora acceleriamo con i progetti, veti superati, accordo raggiunto al Consiglio europeo. Si conferma la condizionalità sullo stato di diritto. Adesso acceleriamo ancora di più perché le risorse del bilancio e del Next Generation EU diventino progetti per cambiare e far ripartire Italia ed Europa”.

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