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L’Istituto cyber? Improcrastinabile. Parola di Conte

Intervistato da Repubblica, il premier Conte definisce “non più procrastinabile” la creazione di una fondazione cyber. Continua il pressing di Palazzo Chigi ma maggioranza e Copasir frenano

“La proposta di istituire una fondazione che possa coordinare la ricerca sulla sicurezza cibernetica non è più procastinabile” (refuso: procrastinabile). È quanto ha detto oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte intervistato da Maurizio Molinari, il direttore di Repubblica che domenica scorsa aveva dedicato un editoriale all’urgenza per l’Italia di un ecosistema cyber alla luce delle nuove minacce cibernetiche e della partita del Recovery Fund.

“A livello europeo stiamo realizzando una rete di coordinamento e l’Italia non può arrivare in ritardo a questo appuntamento”, ha continuato il presidente Conte. “Abbiamo lavorato intensamente, sin qui, per realizzare il perimetro di sicurezza nazionale cyber e dotarci delle necessarie strutture operative. Ora dobbiamo completare il progetto con una fondazione che favorisca il coordinamento della ricerca cybernetica, dialogando con università, imprese, centri di ricerca. Il Dis e l’intelligence hanno solo compiti operativi in questo campo, mentre la responsabilità di indirizzo, anche con riguardo a questa fondazione, rimane in capo alle autorità politiche che sono competenti nel campo della sicurezza nazionale e della ricerca”, ha spiegato.

Come rivelato ieri da Formiche.net il presidente Conte è tornato a battere il ferro dell’Istituto italiano di cybersicurezza (Iic) scrivendo una letterina al Copasir cercando di ottenere l’ok a rilanciare, nel maxi-emendamento o con un decreto ad hoc, il disegno della fondazione cyber coordinata da Palazzo Chigi e Dis e stralciata all’ultimo dalla bozza di bilancio dopo un braccio di ferro con la sua stessa maggioranza. Per il premier quell’istituto è “urgente”, si legge nella lettera a cui il Comitato presieduto dal leghista Raffaele Volpi ancora non ha risposto. Ma, notavamo ieri, “il responso sembra già segnato”, così come le obiezioni di merito e di metodo mosse da Movimento 5 Stelle, Partito democratico e Italia Viva.

Sull’importanza dell’Iic si sono espressi molti esperti, accademici e politici su Formiche.net, da Paolo Prinetto a Mario Caligiuri, da Luigi Martino a Roberto Setola, da Corrado Giustozzi a Stefano Mele, sottolineando l’urgenza di un fondo tecnologico simile. Per citare Mele, intervenuto al 5G Italy, “non può essere lasciato tutto ai privati, che giustamente guardano principalmente al ritorno economico delle tecnologie sviluppate, tralasciando immediatamente quelle obsolete o che non garantiscono grandi margini. Lo Stato, invece, può permettersi di pianificare degli investimenti anche ‘in perdita’, se servono a dotare le nostre forze dell’ordine e la nostra intelligence dei migliori strumenti tecnologici per svolgere in maniera ancora più efficace i loro compiti istituzionali”.


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