“Avevamo stabilito di arrivare alla candidatura ufficiale prima di Natale, è vero. Ci stiamo lavorando con gli alleati, però mi pare che dalle parti della maggioranza si faccia sempre più insistente l’ipotesi di far slittare il voto causa Covid-19”. Intervista a Chiara Colosimo, consigliera regionale di Fratelli d’Italia e nome forte a Roma e nel Lazio di Giorgia Meloni, di cui è considerata una sorta di delfina
Gennaio potrebbe essere il mese giusto per la scelta del candidato sindaco di centrodestra al Campidoglio, ma attenzione: non è affatto escluso che le prossime elezioni amministrative, per via della pandemia, possano slittare di qualche mese. Un’ipotesi che in parte spiega perché la campagna elettorale romana (ma non solo) fatichi così tanto a entrare nel vivo, dopo la ricandidatura di Virginia Raggi e la scelta di Carlo Calenda di correre nella capitale a prescindere dalle decisioni che saranno assunte dal Partito democratico.
“Avevamo stabilito di arrivare alla candidatura ufficiale prima di Natale, è vero. Ci stiamo continuando a lavorare con gli alleati, però mi pare che dalle parti della maggioranza si faccia sempre più insistente l’ipotesi di far slittare il voto causa Covid-19”, ha spiegato Chiara Colosimo, consigliera regionale di Fratelli d’Italia alla seconda esperienza alla Pisana e nome forte a Roma e nel Lazio di Giorgia Meloni, di cui è considerata una sorta di delfina. “Ne sono orgogliosa. Ho 34 anni ed è da 18 che faccio politica al suo fianco”, ha commentato ancora Colosimo in questa conversazione con Formiche.net, nella quale ha fatto il punto della situazione sulle strategie del centrodestra in vista del voto nella città eterna. Guido Bertolaso è ancora in campo ma l’impressione è che la pista si sia in qualche modo raffreddata. Di sicuro lo scouting va avanti e ha compreso anche il presidente della Croce rossa italiana Francesco Rocca che, per il momento, ha declinato perché impegnatissimo nella gestione della pandemia.
Colosimo, dunque da quanto le risulta è vero che il voto per le amministrative potrebbe essere posticipato?
Si tratta di rumors che però sono molto insistenti. Ovviamente non c’è niente di ufficiale, anzi dal governo – che ha la responsabilità in materia – non ci dicono nulla. Negli ambienti della maggioranza, però, questa voce nelle ultime settimane prenatalizie si è fatta sempre più forte.
Un’ipotesi che basta a spiegare lo slittamento della decisione del centrodestra sul prossimo candidato a sindaco di Roma?
Di sicuro un po’ ci ha rallentato. E poi ricordiamoci che sono state settimane intense con il dibattito sul Mes e sul Recovery Fund, la legge di bilancio e la conversione del decreto sull’immigrazione. E comunque non mi pare che il centrosinistra abbia definito il nome del candidato né tantomeno il perimetro della loro coalizione.
Gennaio potrebbe essere il mese giusto per la fumata bianca?
L’interlocuzione tra gli alleati va avanti regolarmente nel tavolo nazionale a cui partecipano Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. All’inizio del 2021 torneranno a incontrarsi per parlare anche di elezioni amministrative. Quindi direi assolutamente di sì. Ma c’è un però.
Quale?
Che non bisogna avere fretta troppa di scegliere. I tempi sono importanti ovviamente ma quello che conta è individuare il nome giusto. Anzi, i nomi giusti. Certo, più tempo c’è per costruire la candidatura e meglio è. Ma è anche vero che, se ci sono diverse opzioni importanti, vanno tutte vagliate con la stessa attenzione. Bisogna scegliere il candidato migliore e se ci vuole un po’ di più, visto e considerato che non si vota domani, credo vada bene.
Colosimo, in che senso i nomi giusti al plurale?
Anche su indicazione di Giorgia Meloni, abbiamo scelto di proporre un nome di sintesi che porti valore aggiunto alla città e che sia la punta di diamante di una squadra di amministratori formata dai candidati al ruolo di presidente di municipio. Un particolare, quest’ultimo, che troppo spesso sottovalutato ma che noi abbiamo voluto rimettere al centro. Roma è una città talmente grande che è oggettivamente difficile da gestire senza presidenti di municipio validi e che facciano squadra con il sindaco.
Questo vuol dire che sceglierete i nomi dei presidenti di municipio insieme a quelli del candidato sindaco?
Se non insieme, a strettissimo giro. L’idea è che i candidati alla presidenza dei municipi non arrivino, com’è accaduto in passato, all’ultimo minuto ma che siano messi in campo da subito e che siano scelti anche loro dal tavolo nazionale, anche in modo da far capire ai romani che stiamo lavorando a un’idea complessiva di città e non semplicemente a un nome. Che poi è il motivo per cui abbiamo voluto un supplemento di riflessione.
A proposito di nomi, perché il centrodestra non ha ancora virato con decisione su Guido Bertolaso? Cos’è, se qualcosa c’è, che non vi convince?
Giorgia Meloni ha detto una cosa che molti di noi condividono. Che Guido Bertolaso sarebbe un ottimo sindaco, ma che non sappiamo se potrebbe essere anche un ottimo candidato. Di Bertolaso conosciamo le competenze e le doti del fare che sono indiscutibili, il problema è capire come i romani valutano la sua eventuale candidatura. Ricordiamoci che era stato già candidato nel 2016, salvo poi ritirarsi.
Possiamo dire quindi che Guido Bertolaso è in pole position ma che potrebbero esserci anche eventuali sorprese?
Non lo possiamo dire e comunque non lo posso dire io che non sono seduta al tavolo nazionale. Il nome in pole position sarà quello che sarà svelato dai leader delle tre forze politiche della coalizione di centrodestra all’esito dei lavori del tavolo nazionale. Lo dico perché in questa storia del totonomi ci sono finita anch’io e dunque voglio essere trasparente su questo aspetto.
Ecco appunto. Il suo nome è davvero in campo? E nel caso come valuta questa ipotesi?
Non ho commentato fino adesso le voci sul mio nome e non intendo farlo ora. Sottolineo solo che per chi fa politica a Roma essere il candidato sindaco non potrebbe che rappresentare un sogno e un onore. Ma quello che mi interessa ora è che Giorgia Meloni sappia che può mettere in campo una squadra di dirigenti preparati, qualunque scelta sarà assunta. E io, come ho sempre fatto, darò il mio contributo, in prima linea.
Ma se è un onore come dice lei perché Giorgia Meloni ha detto di non volersi candidare a Roma?
Giorgia Meloni sta giocando in questa fase un’altra partita, a livello nazionale e in Europa come presidente del Partito dei conservatori e riformisti. Penso che abbia la possibilità di fare il candidato premier alle prossime elezioni politiche, tra pochi anni o addirittura tra pochi mesi mesi. E sono sicura che i romani se ne rendano assolutamente conto.
Intanto però continua a occuparsi della città eterna, come dimostra l’ordine del giorno a sua firma poi approvato trasversalmente dalla Camera che mira a dare più poteri e risorse a Roma. Sarà la volta buona?
Giorgia Meloni ha portato a casa un risultato per Roma ma è anche riuscita a dimostrare al resto d’Italia come la questione non riguardi unicamente la capitale. Si tratta di un tema nazionale, abbiamo la necessità e direi il dovere di valorizzare la capitale con risorse e poteri adeguati al suo ruolo. Per noi di Fratelli d’Italia è sempre stato così.
Pensa che il ruolo di Roma debba essere riconosciuto anche nei piani per il Recovery Fund cui il governo sta lavorando? Nelle scorse settimane anche la deputata Pd del Patrizia Prestipino ha posto questa questione in un’intervista a Formiche.net.
Assolutamente sì, è impossibile non pensare che Roma meriti un’attenzione specifica – come avviene ad esempio con Parigi in Francia – ma non è quello che sta avvenendo. Il governo da questo punto di vista ha evidenti responsabilità. Pure l’ordine del giorno di cui parlavamo è stato presentato da Fratelli d’Italia, mica dalla maggioranza.
Ma sempre a proposito del possibile candidato sindaco, conferma che l’orientamento della coalizione è per profili civici di area in grado di allargare le basi del vostro consenso?
Fratelli d’Italia non ha problemi a indicare eventualmente anche nomi politici. Abbiamo dirigenti di grande competenza pronti a impegnarsi in prima persona. Però l’indicazione di massima concordata con gli alleati è di provare a prevedere per le cinque principali città al voto – Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli – un valore aggiunto alla somma dei singoli partiti. E quel valore aggiunto può essere rappresentato da una persona terza. Questo è il ragionamento, che è ancora in campo e che ci ha portato a sondare moltissimi nomi, tra cui quello del presidente della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca.
Che però ha declinato, pare di capire. Oppure non è così?
Ha fatto un ragionamento ineccepibile. Ha detto di essere lusingato, ma di essere impegnatissimo, visto il suo ruolo, con la gestione dell’emergenza. Il suo e quello di Bertolaso sono i due nomi più conosciuti ma ce ne sono anche altri. E altri ancora potrebbero arrivare visto che la scelta non è stata ancora fatta.