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Bonafede non basta. Anche il Copasir sfruculia il governo

Il Copasir inizia le audizioni del 2021. Si parte mercoledì con il ministro Di Maio sulla liberazione dei pescatori. Giovedì tocca a Vecchione (Dis) sui presunti contatti tra 007 e “responsabili”. Nelle stesse ore governo appeso a un filo sulla relazione Bonafede

Domani, quando la conferenza dei capigruppo si riunirà per stabilire il calendario dei lavori del Senato, conosceremo le tempistiche del primo banco di prova per la tenuta del governo: la relazione del ministro Alfonso Bonafede sulla giustizia. Italia Viva ha già fatto sapere che voterà “no”. Lo stesso faranno alcuni possibili “responsabili” come Sandra Lonardo Mastella. Così il governo di Giuseppe Conte prova a guadagnare tempo: per impegni istituzionali del ministro la relazione potrebbe essere mercoledì alle 16 alla Camera e al Senato il giorno seguente, è trapelato da fonti di maggioranza.

PRIMA IL MINISTRO DI MAIO

Ma non è l’unico ostacolo per la maggioranza a metà settimana. Basta incrociare l’agenda di Camera e Senato con quella del Copasir. Mercoledì al piano quinto di Palazzo San Macuto verrà ascoltato Luigi Di Maio: il ministro degli Esteri è stato convocato dal Comitato presieduto dal leghista Raffaele Volpi per la vicenda dei pescatori liberatori dopo oltre 100 giorni di sequestro da parte delle milizie libiche del maresciallo Khalifa Haftar. “Vogliamo capire come si è svolta la dinamica dell’operazione”, aveva spiegato il presidente Volpi a Repubblica: “essendoci più attori presenti anche durante il viaggio sentiamo tutti quelli che risultano aver partecipato per approfondire quali sono state le modalità che hanno portato alla liberazione dei pescatori”.

POI IL PREFETTO VECCHIONE (DIS)

Giovedì toccherà a Gennaro Vecchione, direttore generale del Dipartimento delle informazione per la sicurezza, di cui è stata decisa l’audizione in merito ai presunti contatti tra l’intelligence e alcuni parlamentari in vista del voto di fiducia al governo giallorosso. A tal proposito il presidente Volpi aveva spiegato a Repubblica che il Copasir non entra “nel merito della parte politica, ma avendo l’obbligo di controllo sul sistema degli 007” i commissari sentono il vertice del sistema: “e ci facciamo ulteriormente rassicurare che non esistano sbavature che riguardino i nostri servizi”.

LE ACCUSE DELLA “STAMPA”

Come ricostruivamo su Formiche.net, il caso era esploso dopo un editoriale di Massimo Giannini, direttore della Stampa, secondo cui “le cronache narrano di senatori contattati da noti legali vicini al premier, da presidenti di ordini forensi a nome dello Studio Alpa, da generali della Guardia di Finanza, dai amici del capo dei servizi segreti Vecchione, da arcivescovi e monsignori vicini al cardinal [Gualtiero] Bassetti e altri prelati vicini alla Comunità di Sant’Egidio”. Articolo che aveva incassato diverse smentite, tra cui quella della Guardia di Finanza e della Comunità di Sant’Egidio. Ma che il giornale torinese ha sempre difeso, anche con commenti pubblicati nei giorni seguenti.

LE PROSSIME CONVOCAZIONI

Giovedì scorso il governo Conte non aveva avuto neppure il tempo di festeggiare la risicata maggioranza ottenuta in Senato che si è visto recapitare diversi inviti a comparire davanti al Copasir. Dopo il ministro Di Maio e il prefetto Vecchione toccherà a Rocco Casalino e a Roberto Chieppa, rispettivamente portavoce e segretario generale di Palazzo Chigi, che saranno sentiti in relazione al presunto hackeraggio del sito della presidenza del Consiglio (negato da Facebook, come riportato anche su Formiche.net). Ma anche a Matteo Renzi: l’ex presidente del Consiglio verrà ascoltato in merito alla doppia visita dell’Attorney general statunitense William Barr a Roma nell’estate 2019, arrivato a Roma a caccia di prove di un complotto ordito ai danni del presidente Donald Trump sul Russiagate.


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