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La Nato scommette sulle idee giovani. I cinque temi del futuro

Al via ieri il primo Policy Hackathon della Nato, si concluderà venerdì con un discorso del segretario Stoltenberg. Cinque obiettivi, dieci università coinvolte. Tutti i dettagli

“Più politica e globale”, adatta ad affrontare un futuro incerto e denso di minacce. Questa dev’essere l’Alleanza atlantico del prossimo decennio nella visione Nato2030. Venerdì il segretario generale Jens Stoltenberg terrà il suo primo discorso pubblico dell’anno nuovo. E tra gli sforzi di modernizzazione dell’Alleanza c’è anche il Policy Hackathon lanciato venerdì e che si concluderà proprio venerdì in occasione dell’evento organizzato assieme al prestigioso think tank Chatham House.

L’HACKATHON

Il Policy Hackathon è qualcosa di nuovo per la Nato, che risponde alla volontà di unire giovani, società civile e settore privato. Gli studenti di dieci università da nove Paesi membri diversi saranno supportati da una commissione di esperti del mondo accademico, dei think tank, della società civile, dell’esercito e della Nato. L’evento giunge a poche settimana dal primo Youth Summit dell’Alleanza, tenutosi a inizio novembre.

LE UNIVERSITÀ

Ecco le università coinvolte nella maratona: Charles University (Repubblica Ceca), Harvard University (Stati Uniti), Freie Universitaet (Germania), Kings College London (Regno Unito), SciencesPo (Francia), Simon Fraser University (Canada), Johns Hopkins University (Stati Uniti), Portucalense University (Portogallo), Arctic University of Tromso (Norvegia), Vytautas Magnus University di Vilnius (Lituania).

GLI OBIETTIVI

Cinque i temi che vengono affrontati. Primo, invertire la rotta: il ruolo della Nato nella difesa e nel rimodellare un ordine internazionale basato sui valori. Secondo, sicurezza completa: rafforzare la resilienza contro i rischi per la sicurezza economica. Terzo, le persone al primo posto: proteggere le popolazioni nei conflitti odierni. Quarto, innovare l’innovazione: i prossimi passi nella cooperazione tecnologica Nato. Quinta, “less is more”: ridurre le emissioni militari di carbonio.


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