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5G, Tim sposa l’O-Ran. Cosa c’è dietro la svolta di Gubitosi

Tim firma un memorandum con altri quattro operatori europei a favore dell’O-Ran, la tecnologia che rivoluzionerà il mercato 5G rendendolo modulare e non più proprietario. Un passo già mosso dal settore americano e che può avere grandi implicazioni geopolitiche. Ecco perché

Un piccolo, grande passo in casa Tim. L’azienda guidata da Luigi Gubitosi ha siglato un Memorandum of understanding (Mou) con Deutsche Telekom AG, Orange S.A., Telefónica S.A. e Vodafone Group Plc per promuovere la tecnologia O-Ran (Open-Radio Access Network).

La scelta di Tim di aprire ufficialmente allo sviluppo della nuova tecnologia, spiega il gruppo in una nota, rafforza “il suo impegno nello sviluppo di soluzioni innovative per la rete ultrabroadband mobile che, sfruttando architetture virtualizzate aperte, abilita una comunicazione sempre più agile, flessibile, sicura e funzionale alla diffusione dei servizi digitali 5G”.

“O-Ran” è un modello di mercato delle telecomunicazioni basato su standard di accesso aperto per l’interoperabilità non più “proprietario” come quello attuale. La convinzione alla base dell’O-Ran è che “aprendo” interfacce e protocolli fra i vari sottocomponenti della Ran, cioè software, hardware e radio, si diminuisca la dipendenza del mercato da un unico fornitore favorendo invece un approccio modulare.

Al centro della svolta di Tim, si legge nel comunicato, c’è soprattutto la tecnologia 5G. “L’iniziativa darà un forte impulso all’introduzione di nuove funzionalità della rete mobile a larga banda, in particolare a quella 5G, favorendone così una diffusione capillare in misura sempre crescente e migliorandone la gestione”. Lo sviluppo dell’O-Ran, continua, “aumenterà le opzioni disponibili permettendo agli operatori di rafforzare ulteriormente gli standard di sicurezza, migliorare le prestazioni della rete e ottimizzare i costi, con l’obiettivo di fornire servizi digitali sempre più evoluti, come quelli legati alle nuove soluzioni per l’Industry 4.0”.

Tim, insieme agli altri quattro operatori europei, imbocca così una strada già battuta da tante aziende leader del mercato, in America ma non solo. Nel maggio 2020 è nata infatti una coalizione industriale, la “O-Ran Policy Coalition” di attori che si impegnano a costruire una Ran aperta. Fra i membri fondatori aziende come Cisco e Google, Oracle e Qualcomm, ma anche Samsung, Vodafone, Ibm.

“L’impegno di Tim per la creazione di un ecosistema su O-Ran – spiega Michele Gamberini, Chief Technology and Information Officer di Tim – oltre a rafforzare le aziende italiane già impegnate nello sviluppo di soluzioni per le reti mobili di nuova generazione, rappresenta una concreta opportunità per garantire al nostro Paese un ruolo di primo piano come fornitore di tecnologie per la trasformazione digitale su scala europea. Aderendo al MoU con altri Operatori, Tim ribadisce il suo impegno a contribuire allo sviluppo della tecnologia O-Ran in Europa”.

Alla base della rivoluzione O-Ran ci sono anche ragioni dovute alla sicurezza. L’uso di più fornitori interoperabili, è la convinzione delle aziende che aderiscono al progetto, permette agli operatori di sostituire più rapidamente l’equipaggiamento di rete vulnerabile in caso di minacce cyber e, se necessario, di spostare altrove la capacità della rete.

Ma c’è anche un’evidente implicazione geopolitica quando si parla di O-Ran. Lo sviluppo di un mercato modulare con interfacce aperte metterebbe in crisi infatti la posizione dominante sul mercato 5G dei fornitori cinesi, su tutti Huawei e Zte, accusati di spionaggio dall’intelligence e il governo americano.

In una recente dichiarazione a Formiche.net, un alto ufficiale del Dipartimento di Stato Usa ha detto che l’O-Ran “offre la promessa di un futuro con una varietà di software e hardware e la possibilità per gli operatori di disaggregare i loro network fra diversi fornitori usando interfacce aperte”. Ha poi applaudito Tim per la decisione di non invitare la cinese Huawei alla gara per la rete 5G in Italia e in Brasile. “Siamo felici di vedere aziende leader come Tim prendere le misure necessarie per offrire ai loro clienti network sicuri e costruiti su fornitori affidabili”.

Ospite di un evento dell’Aspen Institute a dicembre, l’ad di Tim Gubitosi ha definito l’O-Ran “game-changer”, una tecnologia che “vede il ritorno dei produttori americani all’accesso radio, settore dominato da europei e cinesi”.


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