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Colpire Mbs senza sanzionarlo. Cosa succede dopo il report sull’omicidio Khashoggi

L’intelligence Usa diffonde l’atteso rapporto sulla morte del dissidente Khashoggi: Mbs “ha approvato un’operazione per catturarlo o ucciderlo”, si legge. Così Biden punta a “ricalibrare” i rapporti con Riad

Le relazioni tra Stati Uniti e Arabia Saudita? Da “ricalibrare”. È quanto ha dichiarato dalla Casa Bianca anche alla luce del rapporto dell’intelligence statunitense che punta il dito contro il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman per l’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi. “Riteniamo”, si legge nel rapporto (molto asciutto e molto politico), “che il principe ereditario abbia approvato un’operazione a Istanbul, in Turchia, per catturare o uccidere il giornalista saudita Jamal Khashoggi”. La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha anche puntualizzato però che la decisione sul futuro del principe ereditario saudita spetta alle autorità di Riad, in particolare per quello che riguarda la sua successione al trono dopo re Salman.

Infatti, le misure decise dall’amministrazione di Joe Biden non colpiscono direttamente il principe di casa Saud. Il segretario di Stato, Antony Blinken, ha annunciato “restrizioni nei confronti di persone che per conto di governi stranieri minacciano o perseguono individui ritenuti dissidenti”. Il provvedimento sarà esteso ai visti di “76 individui sauditi, ritenuti coinvolti nella minaccia di dissidenti all’estero”, compresi quelli messi in relazione all’omicidio Khashoggi, “ma non solo”.

Il “Khashoggi Ban”, ha spiegato Blinken in una nota, consente al dipartimento di Stato di disporre restrizioni sui visti a coloro che, agendo per conto di un governo straniero, si ritiene siano stati direttamente coinvolti in pesanti attività extraterritoriali contro i dissidenti. Anche il dipartimento del Tesoro ha annunciato l’imposizione di sanzioni nei confronti di alcune personalità dell’Arabia Saudita coinvolte nell’omicidio di Khashoggi (e anche in questo caso il principe non è direttamente oggetto di sanzioni). Sanzionato Hassan Mohammed al Asiri, ex vice capo dell’intelligence generale saudita e della Forza di intervento rapido. Il pacchetto sanzionatorio si basa sul Global Magnitsky Human Rights Accountability Act, che punisce “gravi abusi dei diritti umani e corruzione”.

Come spiegavamo giorni su fa Formiche.net, “Bin Salman soffriva Khashoggi come un rivale nella narrazione: il giornalista, molto seguito sia nei pezzi che scriveva sia sui social, criticava il nuovo corso del potere guidato dall’avventurismo del figlio di re Salman – e pianificava di fondare un movimento di opposizione. La scelta dell’attuale amministrazione inverte completamente la posizione presa dalla precedente, che aveva stretto i legami con Riad e che aveva chiuso più di un occhio su certe spaventose violazioni a libertà e diritti che adesso con Joe Biden sono diventate forza motrice per l’azione politica (Donald Trump aveva sostanzialmente difeso bin Salman)”.

Negli ultimi giorni su Formiche.net abbiamo intervistato diversi esperti sulla situazione nel Golfo. Armando Sanguini, già ambasciatore in Tunisia e in Arabia Saudita, ha spiegato perché il raid della scorsa notte in Siria è un messaggio di Biden a Teheran di disponibilità sull’accordo nucleare ma anche un modo per “rassicurare” l’Arabia Saudita prima della pubblicazione del rapporto degli 007. Che per il generale Carlo Jean è “un modo per riequilibrare i rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita, troppo sbilanciatisi verso Riad nell’era di Donald Trump, ma anche per facilitare il dialogo che Joe Biden vuole riaprire con l’Iran sull’accordo nucleare”.

Matteo Colombo, Pan-European Junior Fellow dell’Ecfr e Associate Research Fellow dell’Ispi, ha spiegato invece che l’impatto del rapporto Khashoggi sarà limitato per quanto riguarda l’Unione europea visto che le relazioni tra i 27 e l’Arabia Saudita “dipendono prevalentemente dai rapporti bilaterali e si basano sul fatto che il Regno sia un alleato”. Invece “a livello di cooperazione politico-militare poco cambierà, non dimentichiamo l’importanza delle basi militari nel Paese”. Piuttosto, a rischio contraccolpi sarà la narrativa di Riad, dice l’esperto. “A parte la discussione sulla presenza dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, è doveroso sottolineare il clima e gli obiettivi con cui il principe bin Salman aveva organizzato quella conferenza. Quell’idea di rinascimento può uscire ridimensionata da questo rapporto”.

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