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Il secolo delle Spac, le società tutte cassa e fiuto. Ecco come funzionano

Muovono oltre 100 miliardi di capitale e sono in rapida espansione. Le società nate per intercettare imprese dalle grandi potenzialità e quotarle in Borsa sono molto più di un esperimento. Il primo focus di Formiche.net dedicato alle Spac

Tanta cassa e un buon fiuto. La finanza, si sa, cambia pelle e forma a seconda dei momenti storici e delle diverse congiunture. Gli ultimi 10-15 anni hanno visto proliferare un particolare tipo di società, la Spac (Special purpose aquisition companies). Inizialmente veicoli per pochi, in poco tempo hanno conquistato i mercati più dinamici del mondo. Al punto da conquistare un certo spazio sui listini. Ma che cosa sono le Spac?

ANATOMIA DI UN CACCIATORE

Le caratteristiche della Spac, fenomeno mondiale da 101 miliardi di dollari, sono essenzialmente due. Una robusta cassa, ovvero disponibilità liquida e un discreto fiuto nell’individuare le potenzialità di un’azienda. Queste società, infatti, altro non sono che veicoli finanziari pensati per convogliare risorse verso piccole e medie imprese dall’elevato potenziale, accompagnandole alla quotazione. Una volta costituite, ad opera di uno o più promotori-soci, raccolgono risorse finanziarie sul mercato dei capitali tramite una Ipo, con la finalità di integrarsi per mezzo di una business combination con una società, portandola alla successiva quotazione in Borsa.

La loro peculiarità è rappresentata dal fatto che la raccolta di capitali si basa su un progetto di investimento, in quanto l’azienda con cui avverrà la fusione sarà individuata solo successivamente all’Ipo, dando vita a un’adesione da parte degli investitori, quasi al buio, quasi fosse una scommessa, basata soprattutto sulla reputazione dei fondatori.

IL SECOLO DELLE SPAC

Che questi siano gli anni delle Spac, lo dicono i numeri. Lo scorso anno, tanto per fare un esempio, negli Stati Uniti sono state lanciate circa 250 Spac, per una raccolta di oltre 35 miliardi di dollari – quasi il triplo rispetto al 2019 – che hanno portato il valore totale delle Spac americane a 83 miliardi sui 101 globali. Nel 2016 la cifra si fermava a 3,2 miliardi. Nel frattempo hanno attirato grossi nomi della finanza del calibro di Goldman Sachs, Credit Suisse e Deutsche Bank.

Anche il 2021 si è aperto sotto il segno delle Spac. Il fondo Elliott, già proprietario del Milan, è in questi giorni al lavoro per raccogliere oltre 1 miliardo di dollari per finanziare una Spac.

IL FEUDO AMERICANO

Se comunque c’è un baricentro mondiale delle Spac, è negli Stati Uniti. I numeri ce li dà l’Economist secondo il quale l’insieme delle Spac americane potrebbe arrivare ad acquistare l’1% del valore di tutte le società Usa messe insieme. Sull’onda del boom di Tesla, si è registrato un proliferare di aziende di veicoli elettrici sbarcate sui mercati azionari nel 2020: Nikola, Fisker, XL Fleet, tutte aziende nate grazie all’intervento di Spac.

SPAC MADE IN ITALY

E l’Italia? Anche qui si registra un certo fermento sul fronte delle Spac. Stando ai numeri forniti da Borsa Italiana, dal 2011, anno in cui questo veicolo di investimento è sbarcato da noi, sono state 29 le Spac ammesse sui mercati (5 sul Miv e 24 sull’Aim) per un totale di 3,8 miliardi di euro di capitali raccolti. Di queste, 21 hanno concluso la business combination, 3 la devono concludere, 4 sono state revocate e una ha cambiato entità. Una delle Spac più famose è senza dubbio Spaxs, lanciata dall’ex ceo di Intesa SanPaolo, Corrado Passera, che poi ha dato vita alla banca Illimity. Allargando lo spettro all’Europa, è appena stata lanciata  la prima Spac a livello europeo, focalizzata sull’investimento in società tecnologiche. Sarebbe la prima del 2021 nel Vecchio Continente.

LA SCELTA DI MUSTIER

Questi veicoli, comunque, attirano i grandi manager della finanza. Come Jean-Pierre Mustier, ex ceo di Unicredit, che insieme a Bernard Arnault, patron del colosso della moda Lvmh (qui l’articolo di Formiche.net con tutti i dettagli), e Diego De Giorgi (ex Bofa Merril Lynch) ha lanciato Pegasus, che sarà quotata ad Amsterdam. La mission sarà quella di identificare società in crescita nei più promettenti segmenti dei servizi finanziari, che sono quelli che stanno attraversando una fase di rapida trasformazione e che Mustier e De Giorgi conoscono bene per la loro esperienza nel mondo della finanza e del banking: piattaforme di asset management tradizionali e alternative, società innovative del settore fintech, compagnie di assicurazione e società di servizi assicurativi, società di servizi finanziari diversificati.

Il focus in particolare sarà sulle piattaforme scalabili che offrono un elevato potenziale di crescita dei profitti. D’altronde, i fondatori e i team d’investimento di Financière Agache e Tikehau Capital hanno già collaborato in numerose operazioni in diverse strategie e settori.

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