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Crolla la fiducia nei vaccini. Le conseguenze del pasticcio su AstraZeneca

Crolla la fiducia dei cittadini nei vaccini, AstraZeneca in primis. Ma dagli Usa arrivano buone notizie: uno studio conferma efficacia e sicurezza del vaccino, escludendo ogni possibile relazione con i casi di trombosi

Come purtroppo si temeva, il caso AstraZeneca ha minato la fiducia dei cittadini nei confronti dei vaccini. Già labile a causa di una serie di asimmetrie informative, ma anche di una comunicazione talvolta inefficiente e non sufficientemente tarata sul tipo di pubblico – spesso completamente a digiuno di temi sanitari – e non da ultimo a causa dei timori da sempre esistenti nei confronti delle case farmaceutiche, oggi torna a crescere, frenando una campagna vaccinale già fiacca. Ma se nell’occhio del ciclone c’è il vaccino AstraZeneca, non si salvano dal tritacarne nemmeno quelli prodotti da altre aziende che, in seguito allo stop di Aifa sul vaccino anglo-svedese, hanno subito un colpo di coda non indifferente (seppur in maniera nettamente minore ad AstraZeneca).

ITALIANI: IL 43% HA PAURA DI ASTRAZENECA

Secondo i recentissimi sondaggi di YouGov, il 43% degli italiani ritiene il vaccino “non sicuro”, contro il 16% registrato il mese scorso. Diminuiscono, di contro, i soggetti che lo ritengono sicuro, passando dal 54% dello scorso mese al 36% di oggi. E la situazione non cambia, stando al report, nel resto d’Europa. Il 61% dei francesi ritiene il prodotto distribuito da AstraZeneca non sicuro, con un aumento di 18 punti percentuali rispetto a febbraio, mentre solo il 23% pensa che sia sicuro, in calo di 10 punti. Stesso trend in Germania, con un aumento di 15 punti percentuali rispetto a chi ritiene il vaccino non sicuro e una diminuzione di 11 punti rispetto invece a chi lo ritiene pericoloso. Gli ultimi dati, poi, riguardano la spagna: il 52% degli intervistati afferma che non è sicuro, con un aumento di 27 punti. Il 38% afferma che è sicuro, in calo di 21 punti.

PRENOTAZIONI IN TILT

A testimonianza di ciò, il caos che le piattaforme di prenotazione per il vaccino stanno registrando negli ultimi giorni. Le persone che finalmente possono accedervi, infatti, anziché accogliere entusiasti l’opportunità stanno continuando a prenotare e disdire la procedura finché il vaccino a loro destinato non risulti Pfizer o Moderna, mandando in tilt e sovraccaricando il sistema più di quanto non lo sia già.

36% DICE NO AL VACCINO

Ma i dati non sono positivi nemmeno in merito agli altri vaccini. Secondo un recentissimo sondaggio di Money.it il 36% delle persone (quindi un soggetto su tre) non è disposto a sottoporsi al vaccino anti-Covid, a fronte di un 57% favorevole e di un 7% che si è professato indeciso.

IL GAP FRA ISTITUZIONI E CITTADINI

Un risvolto incredibile di una storia ancora più incredibile. Che solleva ulteriori dubbi non solo rispetto alla fiducia che i cittadini hanno nei vaccini ma anche e soprattutto rispetto a quella che hanno nelle istituzioni. La sospensione del vaccino da parte dell’Aifa, infatti, che avrebbe dovuto generare fiducia da parte dei cittadini nei confronti della farmacovigilanza ha generato l’effetto opposto, presupponendo segreti e informazioni nascosti alla popolazione. Quando invece, semmai, il problema è stato l’esatto opposto, ovvero un’eccessiva trasparenza che ha causato il panico in chi, privo delle conoscenze e delle competenze necessarie, non ha capito esattamente cosa stava accadendo. Quando però l’Aifa, su indicazione dell’Ema, ha riautorizzato la somministrazione del vaccino anglo-svedese, i cittadini ormai non lo volevano più.

GARATTINI: INFIAMMATORI PIÙ PERICOLOSI DEI VACCINI

E a poco sono serviti i moniti da parte dei più grandi esperti in materia vaccinale, così come poco hanno potuto i dati sugli effetti collaterali di farmaci molto più usati, e spesso abusati, dalla popolazione. La pillola anticoncezionale di terza generazione presenta 40 casi di trombosi ogni 100mila donne. Il vaccino AstraZeneca (anche se non è ancora provato alcun rapporto di causa-effetto) ha prodotto 30 casi di trombosi su cinque milioni di vaccinati. Ciononostante, le donne continuano a prendere la pillola, ma non il vaccino. “Un qualunque antinfiammatorio causa un’emorragia gastrointestinale su mille”, ha dichiarato pochi giorni fa a Formiche.net lo scienziato e farmacologo Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. E non è stato l’unico. Ma anche questo non è bastato.

COVID, 2,7 MILIONI DI MORTI NEL MONDO

Come del resto non sono bastati, molto più banalmente, i dati sulla letalità del Covid, che ha ucciso su scala globale 2,7 milioni di persone su 123 milioni di contagiati. Una percentuale ben più alta dei casi di trombosi, ad oggi non direttamente collegabili alla somministrazione del vaccino. “Stiamo lottando da mesi per ripristinare e alimentare la fiducia delle persone nella scienza, nei vaccini, nelle competenze E rischiamo di buttare tutto giù per un sospetto, tra l’altro, non confermato da alcuna evidenza”, ha scritto pochi giorni fa su Formiche.net l’ex direttore generale dell’Aifa Luca Pani.

STUDIO USA: VACCINO SICURO ED EFFICACE

Ad ogni modo, nella speranza che la scienza possa ancora avere la meglio sui preconcetti figli di disinformazione e presunzione, giungono buone (nuove) notizie sull’utilizzo di AstraZeneca. Uno studio statunitense dimostra infatti non solo che il vaccino anglo-svedese è efficace (al 79% nell’arresto della malattia sintomatica e al 100% nella prevenzione di aggravamento) ma anche sicuro, scongiurando ogni possibile correlazione fra vaccino e trombosi. Alla sperimentazione hanno preso parte più di 32mila volontari.

ASTRAZENECA VENDUTO AL PREZZO DI COSTO

Un ultimo dato può sicuramente interessare complottisti e no-vax, che puntano il dito contro le imprese che producono farmaci e vaccini e che quotidianamente salvano loro la vita. AstraZeneca sta vendendo e venderà il vaccino fino al termine della pandemia al prezzo di costo, ovvero senza guadagnarci nulla.

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