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Via libera agli F-35. La portaerei Cavour riceve la certificazione

La portaerei Cavour ha completato le complesse prove in mare negli Stati Uniti con gli F-35 dei Marines. Primo obiettivo raggiunto: la compatibilità tra la Nave e gli avanzati velivoli, così da raggiungere la capacità operativa iniziale nel 2023. “È straordinario”, ha detto il comandante Giancarlo Ciappina

La portaerei Cavour della Marina militare italiana può ufficialmente imbarcare gli F-35B, versione a decollo corto e atterraggio verticale dell’avanzato velivolo di quinta generazione. Rientrando nel porto di Norfolk dalla Us Navy, la Nave ha completato oggi quattro settimane di complesse prove in mare, portando a compimento i test di compatibilità e raggiungendo così il primo traguardo nel processo di acquisizione della “capacità strategica”, descritta su queste colonne dal capo di Stato maggiore della Forza armata, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

LE PROVE IN MARE

La Nave ammiraglia della Marina italiana era arriva a Norfolk lo scorso 13 febbraio. Nel giro di pochi giorni ha avviato le prove tecniche con il personale americano presso la base. Il 1 marzo è iniziata la “fase calda”, i test in mare, nell’Atlantico, con l’appontaggio del primo F-35B del Corpo dei Marines. In quattro settimane, sul ponte di Nave Cavour si sono susseguite oltre cinquanta missioni di volo, in diverse condizioni meteo e stato del mare, una sessione notturna, circa 120 appontaggi verticali e altrettanti decolli corti con l’ausilio dello ski jump, e singole prove di decollo verticale. Per tali attività, ai 580 membri dell’equipaggio della portaerei si sono aggiunti il personale italiano addestrato nella base dei Marines a Beaufort, nella Carolina del sud, a operare sul velivolo di quinta generazione, e il team della Integrated Test Force (Itf) americana, pari a 180 persone.

LA BOLLA COVID-FREE

Tutti sono stati coperti da una “bolla Covid-free”, realizzata attraverso il particolare protocollo adottato dalla Forza armata, “studiato a tavolino per settimane e mai provato prima d’ora”, spiegava l’ammiraglio Cavo Dragone. “Consiste in un periodo di isolamento preventivo di 15 giorni per tutto l’equipaggio – ha detto l’ammiraglio – con effettuazione di tre tamponi molecolari distanziati nel tempo e compartimentazione del personale in piccoli gruppi”. A bordo c’è un laboratorio d’analisi accreditato, e tutti i dati raccolti confluiscono nel protocollo in costante aggiornamento. “Quanto dell’analisi di rischio sarà ritenuto utile verrà tempestivamente condiviso” con le istituzioni impegnate nel contrasto al Covid sul territorio nazionale.

GLI OBIETTIVI

E così la missione americana può essere svolta in sicurezza. Accertata la compatibilità tra l’F-35 B e la portaerei italiana, quest’ultima può essere dichiarata la “Ready for operations”. È tutto fondamentale per permettere a Nave Cavour di raggiungere la capacità operativa iniziate (Ioc) entro la fine del 2024, quando potrà disporre di un adeguato numero di velivoli e piloti. Poi, quando gli F-35 B saranno 15, sarà la volta della capacità operativa finale (Foc). “I nuovi velivoli di quinta generazione permetteranno il controllo di un più ampio tratto di mare e di spazio aereo; per un Paese a forte vocazione marittima come l’Italia – rimarcava Cavo Dragone – poter disporre di un’efficiente e credibile capacità portaerei è vitale”.

LA CERTIFICAZIONE

“Abbiamo portato a termine tutte le prove previste e, al momento, siamo in grado di rilasciare un permesso di volo provvisorio (Interim Flight Clearance), che permetterà a Nave Cavour e al suo equipaggio di proseguire l’addestramento”, ha spiegato Ron Hess, ingegnere responsabile del team di verifica dell’Itf americana. “Al nostro rientro a Pax River – ha aggiunto – analizzeremo attentamente i dati raccolti e al termine saremo in grado di rilasciare la certificazione finale; grazie alla cooperazione e stretta collaborazione con i team della portaerei siamo riusciti a svolgere le prove in mare in modo sicuro, efficace e senza intoppi”.

IL COMMENTO DEL COMANDANTE

“È straordinario – ha detto il comandante della Nave, il capitano Giancarlo Ciappina – come l’equipaggio di nave Cavour e il team integrato abbiano raggiunto così rapidamente un elevatissimo livello di sinergia e integrazione con grande professionalità e una forte volontà comune di raggiungere l’ambizioso obiettivo”. Il comandante si è detto “molto orgoglioso” del successo della campagna, “grazie alla quale la Marina e con essa tutta la Difesa italiana saranno presto proiettate in una nuova prospettiva di cooperazione con i nostri alleati, grazie al fattore abilitante che, sul piano strategico, i velivoli di quinta generazione impiegabili da portaerei rappresentano, in qualsiasi scenario internazionale, per specifiche operazioni marittime o interforze”.

D’altra parte, saranno solo quattro i Paesi al mondo a poter esprimere una capacità portaerei con velivoli da combattimento di quinta generazione (oltre agli Stati Uniti, ci sono anche Giappone e Regno Unito). Tale prospettiva alimenta la previsione di sinergie a livello operativo e logistico, già al centro dei contatti tra le Marine coinvolte.

(Foto Twitter: @RoyalNavy)

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