Gli Stati Uniti sanzionano due comandanti del gruppo ribelle yemenita, ne denunciano le responsabilità nella crisi umanitaria nel Paese e ne tracciano i collegamenti con l’Iran. Rassicurazioni di Washington a Riad
Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni personali dirette contro due alti comandanti del gruppo yemenita Houthi, accusati di crimini umanitari durante la guerra civile yemenita e – sottolineature non indifferente – entrambi collegati a “addestramento ricevuto in Iran”. I due sono Mansur Al-Saadi, comandante delle forze navali del gruppo che dal 2015 ha preso il controllo di larga parte del paese rovesciando il governo di Sanaa e Ahmad Ali Ahsan al Hamzi, che guida le forze aree e di difesa aerea (tradotto è il responsabile dei droni e dei missili balistici che anche recentemente hanno colpito più volte l’Arabia Saudita e sono stati usati per la nuova offensiva sulla città di Marib).
Saadi è accusato di essere la mente dietro agli attacchi contro le navi nel Mar Rosso, capacità offensiva per cui ha ricevuto addestramento dai Pasdaran, da cui ha anche facilitato l’importazione di armi in Yemen, spiegano gli Stati Uniti. Al Hamzi è individuato come colui che ha costruito la componente aerea delle forze ribelli yemenite, anche attraverso la tecnologia importante dall’Iran. Entrambi sono accusati di “orchestrare attacchi da parte delle forze Houthi che colpiscono civili yemeniti, nazioni confinanti e navi commerciali in acque internazionali”.
”Queste azioni, che sono state fatte per far avanzare l’agenda destabilizzante del regime iraniano, hanno alimentato il conflitto yemenita, sfollando più di un milione di persone e spingendo lo Yemen sull’orlo della carestia”, aggiunge lo statement statunitense. Questo collegamento con l’Iran è un elemento fondamentale che serve da netta rassicurazione davanti agli alleati sauditi. Recentemente l’amministrazione Biden ha cercato di limitare l’azione di Riad in Yemen, impegnata in una complicata guerra senza successi contro gli Houthi, ma contemporaneamente ha cercato di mostrarsi vicina alle esigenze di sicurezza e difesa dell’Arabia Saudita.
Contemporaneamente Washington sta cercando di arrivare a un contatto negoziale con Teheran per ricomporre il dossier nucleare. Una volontà che incontra una posizione critica e fredda a Riad (e nel resto del Golfo), con i sauditi che vorrebbero avere maggiore rassicurazione sulla possibilità che la questione del contenimento dei gruppi armati collegati ai Pasdaran sia messa in agenda fin da subito, dato che risentono direttamente – come gli israeliani con Hezbollah – del peso delle azioni militari di queste milizie e organizzazioni.
Tracciandone i collegamenti con l’Iran danno peso a queste istanze; definendone le responsabilità sulla crisi umanitaria scaricano di colpe Riad (dopo una serie di decisioni avverse al regno). Confermata invece la decisione di tenere il gruppo yemenita fuori dalle organizzazioni terroristiche, però solo per facilitare l’arrivo degli aiuti umanitari ha spiegato il dipartimento di Stato.