Mosca rilancia la necessità di usare la rotta Nord, per l’Artico, sfruttando il canale di Suez bloccato dall’Ever Given. Putin muove le sue priorità strategiche mentre cerca spazio in una crisi internazionale
La Russia sta sfruttando la crisi di Suez – il canale bloccato dal supercargo “Ever Given ” – per promuovere una sua priorità strategia: sfruttare le rotte artiche, come ha suggerito Nikolai Korchunov, la persona di punta di Mosca per la strategia nella regione. L’azienda energetica russa Rosatum ha rilanciato, sostenendo che il percorso alternativo “ha più spazio per disegnare immagini maleducate”, in riferimento alla traiettoria a forma di pene compiuta dall’Ever Given nel Mar Rosso.
L’Artico è stato individuato da Mosca (e dalla Cina, dagli Usa e da altri paesi europei) come un lineamento marittimo dall’elevato potenziale, perché lo scioglimento dei ghiacciai è reale (legato al surriscaldamento globale). La situazione a Suez – dove ogni giorno si perdono miliardi dollari per il blocco, ma che sovrappone varie sensibilità al di là dell’incidente – è un proxy narrativo perfetto per rivendicare l’aumento di priorità che il Cremlino ha imposto al dossier Artico.
In questo caso individuato come un modo per aggirare dall’alto il problema. Per la Russia è anche un modo per entrare attivamente in un problema internazionale – aspettative, quella di essere un honest broker e un risolutore di situazioni difficili che Vladimir Putin intende sempre usare come occasione geopolitico per il suo paese. Nei giorni scorsi è uscita la notizia secondo cui le compagnie marittime internazionale avrebbero chiesto alla US Navy di farsi carico di un’attività di monitoraggio attorno all’Africa per garantire che le rotte che scendono verso il Capo di Buona Speranza – ossia quelle che aggirano da Sud il canale di Suez – siano al sicuro dai pirati.
I russi non hanno queste capacità navali globali, e allora Putin prova – nell’ambito della competizione tra potenze – a dire la sua, preservando quelli che individua come interessi (artici) nazionali. Passare per l’Artico darebbe maggiore capacità alla Russia di controllare le rotte e maggiore importanza ai suoi scali.