Incontri con Josef Aschbacher e Giorgio Saccoccia. Attenzione all’evoluzione della governance europea, rilancio di un’asse con Germania e Francia (come per Difesa e Digitale), e focus sui ritorni per l’economia nazionale. Così Bruno Tabacci ha iniziato a lavorare sullo Spazio
È iniziata la missione “spaziale” di Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, delegato dal premier Mario Draghi per le politiche del settore. Nei giorni scorsi ha incontrato Josef Aschbacher, neo direttore generale dell’Esa, che ha lasciato libera l’importante casella di osservazione della Terra a Frascati (con non poco interesse da parte dell’Italia). Oggi l’incontro con Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Nel mezzo, le parole a SkyTg24 Economia, le prime dedicate all’aerospazio.
UN TAVOLO A TRE
Negli ultimi anni, ha detto ieri Tabacci, “i francesi hanno costruito rapporti bilaterali non solo con noi, ma anche con i tedeschi: credo sia ora necessario un tavolo a tre gambe, Italia-Francia-Germania, che possa fornire più equilibrio e solidità”. La dichiarazione giunge a poco più di una settimana dalla visita a Roma del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, ricevuto al Mise da Giancarlo Giorgetti. La visita è stata corredata dalla firma di un contratto per Avio da Arianespace per un pacchetto di Vega C, nonché dall’avvio di un tavolo “congiunto” italo-francese per definire “una strategia comune sul futuro dei lanciatori europei”. Si prevede il coinvolgimento anche della Germania, che ha mostrato negli ultimi mesi grande attivismo sul tema dell’accesso allo Spazio. Non è un caso che pochi giorni fa, il ceo di Arianespace Stéphane Israël abbia rilanciato dalle colonne de Le Figaro l’idea di una collaborazione a tre (con la Germania) sui lanciatori. Poche settimane fa, il commissario al Mercato interno dell’Ue, il francese Thierry Breton, che ha tra l’altro competenza sul Programma spaziale europeo (14,8 miliardi nei prossimi sette anni), ha invocato coalizioni europee contro i lanciatori statunitensi.
L’INTESA TRA ITALIA E FRANCIA
“Abbiamo approfondito i temi dell’aerospazio su cui già esistono collaborazioni – spiegava Giorgetti in conferenza stampa – e abbiamo convenuto di far partire una collaborazione stretta italo-francese da allargare alla Germania per capire come competere allo stesso livello e ambizione su una frontiera che è quella del futuro”. Non c’è d’altra parte solo l’accesso allo Spazio. La collaborazione tra Italia e Francia in campo spaziale è ben rodata, incentrata a livello industriale sulla “Space Alliance” tra Leonardo e la transalpina Thales. Tra gennaio e febbraio, l’ambasciatore francese a Roma Christian Masset è andato in visita alla Tiburtina Valley, incontrando Leonardo, Elettronica, MBDA, Thales Alenia Space, Telespazio e Airbus Italia. Una doppia visita, intervallata dall’incontro con il presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia.
LA PARTITA POLITICA
A livello europeo, politico e industriale, il peso della Germania è divenuto però rilevante. E così, come per la Difesa (su cui l’Italia vuole rompere l’asse franco-tedesco) e per il digitale (ieri Giorgetti ha rilanciato un fronte comune con Parigi e Berlino), anche lo Spazio potrebbe indirizzarsi verso un approccio a tre. Sono d’altra parte i tre Paesi che investono di più nel settore. Nella ministeriale di Siviglia del 2019, la Germania ha superato la Francia diventando primo contributore dell’Esa. In un budget da 14,4 miliardi di euro per cinque anni, il contributo tedesco ammonta a 3,3 miliardi; quello francese a 2,7 e quello italiano a 2,3. Oltre i numeri, la partita è soprattutto strategica. Il Vecchio continente sta ridefinendo la propria governance spaziale. L’Unione europea ha infatti maturato per il settore nuove ambizioni, gettando le basi per dotarsi di una sua agenzia, trasformando l’attuale Gsa (con competenza sui programmi di navigazione satellitare) in Agenzia spaziale dell’Ue (Euspa). All’Esa resterebbe il ruolo di attuazione ed esecuzione dei programmi, mentre l’Ue guadagnerebbe il primato strategico.
LA VISITA ALL’ASI
In tal senso, tra le accresciute ambizioni spaziali tedesche e la ridefinizione della governance europea, l’avanzamento verso un asse a tre sembra di per sé naturale. Certo, occorrerà lavorare perché sia “equilibrato e solido”, come spiegato da Tabacci. E infatti, nella visita all’Asi, Tabacci ha spiegato che, tra le priorità, “fondamentale è quella che riguarda il ruolo che l’Italia dovrà ritagliarsi nel dibattito sull’Agenda Esa 2025”, già annunciata da Aschbacher e dedicata alla nuova governance del Vecchio continente. “È qui che si gioca il futuro dell’aerospazio per l’Europa e per il nostro Paese, che ha meritato negli anni l’ingresso nel club ristretto dei leader mondiali del settore e deve continuare a farne parte”, ha aggiunto il sottosegretario. Nell’incontro con Saccoccia, ha aggiunto: “Il vostro impegno rappresenta un biglietto da visita importante per l’Italia e per tutto il settore aerospaziale; l’aerospazio è sempre più centrale nella competizione globale e ha ricadute di grande rilievo in moltissimi ambiti della vita economica e sociale del nostro Paese”.
LE PAROLE DI SACCOCCIA
“Ringraziamo il sottosegretario Bruno Tabacci per la sua visita e gli auguriamo un ottimo lavoro nel suo nuovo incarico”, ha detto Saccoccia. Nel corso dell’incontro “abbiamo confermato al sottosegretario il massimo supporto, da parte dell’Agenzia, per garantire al governo di svolgere al meglio il sostegno a un settore strategico per il nostro Paese”. Di più: “In virtù della competenza ed affidabilità raggiunta dall’intera filiera nazionale, uniti alle forti proiezioni di aumento di valore della Space Economy, il settore spaziale si candida a rappresentare uno dei volani di maggiore potenziale ed impatto per la ripresa e crescita del nostro Paese nel breve e medio periodo”.
LO SPAZIO PER IL PAESE
L’Asi, spiegava ieri il sottosegretario, deve essere all’altezza del suo ruolo di “braccio delle politiche spaziali italiane”. Di più: “Cominceremo un lavoro importante – aggiungeva – per mettere a punto le strategie di un settore economico che ha ricadute sulla vita dei cittadini e sulle prospettive industriali del Paese”. Secondo i numeri dell’Asi, il comparto vale settemila addetti, con un incremento degli occupati del 15% in cinque anni. Le aziende sono circa 200, di cui l’80% Pmi, capaci di generare un giro d’affari annuo pari a due miliardi di euro. Le ricadute sono note: si stima che un euro investito nello spazio ne generi da tre a sette di ritorno per il sistema economico.
LO SPAZIO NEL PNRR
Il tema si lega evidentemente al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La versione attuale prevede per lo Spazio 900 milioni, frutto del tavolo di lavoro coordinato dal Mise. Tali risorse sono per lo più previste per una nuova costellazione di osservazione della Terra e in un istituto ad essa dedicato. Lo scorso 17 marzo, intervenendo sul Piano nazionale in audizione di fronte alle commissioni riunite Bilancio e Politiche dell’Ue del Senato, Saccoccia ha spiegato che “identificare linee di intervento nel Pnrr in attività spaziali può determinare un effetto moltiplicatore negli investimenti proposti e, allo stesso tempo, soddisfare in maniera trasversale i requisiti di missione del Pnrr, con un forte valore di cross-fertilizzazione”.
LE PROPOSTE DELL’ASI
E così l’Asi ha proposto altre progettualità da inserire nel piano, per un valore complessivo di 2,2 miliardi di euro. Si va dalla telemedicina all’accesso allo Spazio, fino alla gestione dei detriti spaziali, vera minaccia per tante infrastrutture in orbita. Si propongono poi iniziative per tecnologie quantistiche spaziali, così da garantire connessioni satellitari affidabili, e lo sviluppo di “smart space factories” , iniziato da “un centro di assiemaggio, integrazione e prove di satelliti ad alta capacità produttiva per costellazioni satellitari”.
L’AGENDA CHE RESTA
Oltre i confini nazionali ed europei, l’agenda di Tabacci verte molto su Artemis, il programma lunare che l’amministrazione di Joe Biden ha già detto di voler sostenere. La recente nomina al vertice della Nasa di Bill Nelson (forte sostenitore dell’agenzia e di programmi rilevanti per il progetto lunare) conferma la linea. Per l’Italia bisognerà far fruttare il posizionamento maturato in ambito Esa e nei rapporti bilaterali con gli Usa, considerando che le ambizioni italiane coprono tutte le fasi del progetto, dalla stazione in orbita, ai moduli in superficie, fino alle telecomunicazioni Terra-Luna. Ne ha parlato oggi, in diretta su Formiche.net, con l’astronauta Michael López-Alegría, già selezionato come comandante della prima missione interamente commerciale verso la Stazione spaziale. Insieme a lui Giorgio Saccoccia, Massimo Comparini, Roberto Vittori e Lorenzo Feruglio.