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Vaccino Made in Italy più vicino. Nuovo incontro Giorgetti-Farmindustria (e Breton)

Si incontreranno domani, per un secondo appuntamento, il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e Farmindustria per discutere della produzione vaccinale nazionale. Presenti, tra gli altri, il presidente Aifa Giorgio Palù e il nuovo commissario per l’emergenza Paolo Figliuolo

Si terrà domani il secondo incontro tra il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e Farmindustria. Al centro del dibattito, i vaccini contro il Covid-19 e l’eventualità di produrli in Italia per velocizzare la campagna vaccinale nazionale. All’appuntamento prenderanno parte, secondo quanto riportato da Askanews, oltre al ministro il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, il direttore generale sempre di Farmindustria Enrica Giorgetti e il direttore del centro studi dell’Associazione delle imprese del farmaco Carlo Riccini. Saranno presenti, inoltre, il presidente dell’Aifa Giorgio Palù e il commissario per l’emergenza Paolo Figliuolo, giunto proprio ieri in sostituzione di Domenico Arcuri.

COSA SI È DETTO AL PRIMO INCONTRO

In occasione del primo appuntamento, tenuto la scorsa settimana, il governo italiano aveva ribadito la massima disponibilità sia in termini di strumenti normativi che di mezzi finanziari all’industria farmaceutica italiana per predisporre ogni tipo di strumento al fine di produrre un vaccino contro il Covid, seppur sottolineando la difficoltà di un progetto così ardito. Tra le proposte avanzate, in rottura con il governo precedente, la costituzione di un polo nazionale pubblico-privato, confermando la volontà del nuovo governo di puntare tutto sulla collaborazione fra governo e imprese.

SCACCABAROZZI: I TEMPI NON SARANNO BREVI

Il confronto con il governo è stato positivo ed è finalizzato non solo a trovare altre aziende che siano in grado di procedere con l’infialamento, realtà possibile e praticabile nel nostro Paese, ma soprattutto assieme al Governo stiamo verificando la possibilità, in tempi brevi, di attivare la produzione del vaccino”, ha riferito Scaccabarozzi in occasione dell’audizione presso la commissione Igiene e sanità del Senato. “I tempi – ha aggiunto – non possono essere brevi: risolveranno l’emergenza da qui a qualche mese, ma non possono farlo nelle prossime settimane perché sono legati alla tecnologia”. Come infatti lo stesso Giorgetti aveva sottolineato, “il processo di riconversione non è una cosa semplice”, ricordando però la richiesta fatta dal governo a tutte le parti coinvolte di garantire “massimo impegno, serietà e determinazione per risolvere il problema”.

L’ARRIVO DI PAOLO FIGLIUOLO

All’incontro non mancherà il Generale Paolo Figliuolo, appena nominato dal premier Mario Draghi Commissario straordinario per l’emergenza, confermando e in un certo modo riconoscendo l’impegno delle Forze armate nella lotta al Covid-19. Comandante logistico dell’Esercito dal 2018, con esperienze di diversi anni nel campo tra Forza armata e Stato maggiore della Difesa, Figliuolo si era già esposto con fermezza in merito all’urgenza di frenare il virus lo scorso novembre, sottolineando quanto pericoloso potesse essere abbassare la guardia.

GIORGETTI INCONTRA THIERRY BRETON

Sarà sempre Giorgetti a incontrare invece il 4 marzo il commissario europeo Thierry Breton, responsabile della task force europea sui vaccini per discutere del piano europeo di rafforzamento per la produzione delle soluzioni vaccinali. Le posizioni di Breton e del ministro probabilmente saranno più vicine di quanto non ci si aspetti. Il commissario è stato infatti fra i primi a cogliere l’urgenza di un’indipendenza vaccinale, seppur su scala europea.

“Per la sola Europa penso che saremo a piena capacità già entro fine anno ma guardiamo anche al vicinato” aveva dichiarato in occasione di un’intervista rilasciata a più testate, strizzando l’occhio alle vicende in materia di colonialismo farmaceutico che negli ultimi giorni se non mesi hanno scaldato e stanno ancora scaldando i rapporti commerciali – e non solo – internazionali. “Ogni nuovo candidato per la produzione – aveva suggerito Breton, con riferimento agli impianti disponibili per la riconversione sul territorio nazionale – sarà il benvenuto”.

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