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Vaccino obbligatorio per medici e infermieri. La proposta Ronzulli sposata da Bassetti

“È inconcepibile che un medico si rifiuti di fare il vaccino. È come fare il pompiere e avere paura del fuoco o arruolarsi nell’esercito e avere paura delle armi”. Le dichiarazioni di Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia depositaria del disegno di legge per rendere obbligatoria la vaccinazione per il personale sanitario

La profilassi vaccinale dovrebbe essere, spiega la proposta di legge depositata in Senato, “requisito indispensabile per l’esercizio della professione medica o infermieristica e per chiunque lavori nelle residenze per anziani”, al fine di “proteggere la salute di chi frequenta i luoghi di cura”, sia che si tratti di “pazienti, che spesso si trovano in condizione di fragilità e sono esposti a gravi pericoli di contagio” sia quella “dei loro familiari” e, ultimi ma non ultimi, quella “degli altri operatori”.

L’ANTINOMIA DEL MEDICO NO-VAX

“Se decidi di fare il medico o l’infermiere o l’operatore sociosanitario lo fai per una missione. È inconcepibile che un medico si rifiuti di fare il vaccino. È come fare il pompiere e avere paura del fuoco o arruolarsi nell’esercito e avere paura delle armi”, ha dichiarato a Formiche.net Lucia Ronzulli, senatrice di Forza Italia che da tempo si batte per l’obbligatorietà vaccinale per gli operatori sanitari. “La proposta della senatrice mi sembra ottima”, ha dichiarato a Formiche.net Matteo Bassetti, professore di Malattie infettive presso l’Università di Genova. “Ha tutto il mio supporto. Arriva forse un po’ in ritardo, ma meglio tardi che mai”, aggiunge. E fa eco all’obiezione sollevata da Ronzulli: “Essere medico e non voler fare il vaccino è come entrare nella celere e rifiutarsi di mettere il casco”, dichiara sarcastico.

VACCINO, UN DOVERE MORALE?

“La libertà di non vaccinarsi di un operatore sanitario finisce laddove inizia il diritto di un paziente di non essere infettato”, ha spiegato Licia Ronzulli, che crede fermamente nell’obbligo vaccinale. “Dovrebbe trattarsi di un obbligo morale ed etico prima ancora che legislativo”, ha aggiunto. Del resto la vaccinazione anti-Covid è vista positivamente dalla stragrande maggioranza degli addetti ai lavori. Il numero dei soggetti che hanno aderito alla campagna vaccinale supera il 90% del totale.

DALL’ESAVALENTE AL VAIOLO

In molti, però, hanno sollevato il dubbio che l’obbligo vaccinale, seppur solo relativo agli operatori sanitari, violi le libertà fondamentali dell’uomo. Eppure nel nostro sistema esistono già vaccinazioni obbligatorie, come ad esempio l’esavalente, cui veniamo sottoposti tutti, indiscutibilmente, da bambini. Eppure, fatta eccezione per qualche sparuta manifestazione no-vax, nessuno vi si è mai opposto. Oppure, volendo guardare più indietro, basti pensare al vaccino contro il vaiolo che, obbligatorio fino al 1975, ha sconfitto definitivamente una malattia che ha causato nel secolo scorso quasi 500 milioni di morti.

DIRITTI VS. LIBERTÀ

“È la mancata vaccinazione degli operatori sanitari a minare la nostra Costituzione e non il contrario”, suggerisce la senatrice, con riferimento all’articolo 32 della Costituzione, che tutela “la salute non solo come diritto fondamentale del singolo, ma anche come interesse della collettività”. E che permette, come si legge nella proposta di legge “di imporre un trattamento sanitario se diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri”, come riportato dalla sentenza n. 5 del 2018 della Corte Costituzionale.

TOP PRIORITY, SICUREZZA DEI PAZIENTI

Della stessa opinione Matteo Bassetti, che aggiunge: “Siamo in guerra, non possiamo pensare di affrontare una guerra con leggi da tempo di pace. Quante libertà abbiamo dovuto derogare per lottare contro il Covid? Non possiamo assembrarci, non possiamo incontrare amici e parenti, siamo costretti a indossare una mascherina sempre e dovunque. Tutte cose che violano non solo la nostra libertà, ma anche norme precedenti alla pandemia. Eppure le abbiamo accettate. Perché invece dobbiamo opporci all’obbligo vaccinale, tra l’altro relativo solo agli operatori di settore? L’unico diritto che in questo momento non può e non deve essere negato – conclude Bassetti – è quello del paziente ad avere un ospedale sicuro”.

OSPEDALI A RISCHIO CONTAGIO

Il timore, del resto, è fondato. Nei mesi passati gli stessi esperti hanno dimostrato come gli ospedali, le Rsa e le strutture sanitarie più in generale rappresentino un terreno favorevole per la propagazione del virus. Oltre il 50% dei contagi, nella prima fase della pandemia, è avvenuto all’interno di strutture ospedaliere o residenze sanitarie assistenziali, dimostrando come – nonostante le molteplici accortezze – questi possano diventare sede primarie di diffusione e contrazione del Sars-Cov-2. “Ma allora non c’erano vaccini. Ora che ci sono non possiamo consentire che un medico anziché essere fautore della guarigione di un paziente sia fautore della sua malattia”, sottolinea Ronzulli.

IL MONITO ALLA POLITICA

“Non stiamo chiedendo al Paese un obbligo vaccinale per il morbillo. Lo stiamo chiedendo per un’epidemia che solo in Italia ha fatto oltre 100mila morti”, chiosa Bassetti. “Qui sta alla politica prendere finalmente una posizione, adottare decisioni, anche impopolari, ma necessarie per il bene della popolazione. Non si può sempre decidere in preda alla corsa al consenso e scegliere in base a quanti voti si prenderanno o perderanno con quella decisione”. “Qui c’è in ballo la vita delle persone”, ha aggiunto.

IL RUOLO DELLA SANZIONE

Non basta, però, secondo Bassetti, imporre il vaccino ai medici. “Non basta dire solo cosa si deve fare ma bisogna anche dire cosa succede se non la fai”, spiega. “Non può bastare, come hanno proposto alcuni, mandare un medico no-vax a lavorare in segreteria. Serve una sanzione o quantomeno un sistema di incentivi e disincentivi. Non sono un politico e non sta a me individuarlo ma sicuramente puntare il dito contro chi non si vaccina non è sufficiente”.

I PAZIENTI DIMENTICATI

“Quest’anno sono stati rimandati venti milioni di esami diagnostici e sono stati effettuati almeno 500mila interventi oncologici in meno”, aggiunge la senatrice. “Abbiamo già perso più di due milioni e mezzo di vite a causa del Covid e tantissime altre a causa delle mancate ospedalizzazioni, interventi e diagnosi causate dalla saturazione degli ospedali, senza tener conto di quelle che ancora avverranno a causa della crisi economica generata dalla pandemia. Il diritto alle cure del cittadino è già stato negato, non possiamo accettare che un medico si renda partecipe di questa strage”.

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