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Caso Biot, la Russia reagisce contro l’Italia. Ma siamo al minimo sindacale…

Era atteso, è capitato: il ministero degli Esteri russo ha comunicato l’espulsione di un addetto militare dell’ambasciata italiana a Mosca in risposta alla reazione italiana al caso Biot. La Farnesina: “Decisione infondata”

Con un comunicato ufficiale, il ministero degli Esteri russo ha comunicato un membro del personale dell’ambasciata italiana a Mosca sarà costretto a lasciare il Paese entro 24 ore. Si tratta della reazione (attesa) alle due espulsioni decise dall’Italia in relazione al caso di Walter Biot, l’ufficiale della Marina militare, arrestato a fine marzo, accusato di consegnare documenti classificati ai russi in cambio di denaro. Nel frattempo, l’ambasciatore italiano a Mosca, Pasquale Terraciano (che è in scadenza e a breve rientrerà a Roma passando il testimone a Giorgio Starace) è stato convocato al ministero degli Esteri.

IL COMUNICATO DI MOSCA

“Il 26 aprile”, si legge nel comunicato ripreso l’agenzia stampa Sputnik, “all’ambasciatore italiano Pasquale Terracciano è stata consegnata una nota del ministero che dichiara ‘persona non grata’ l’assistente addetto alla Difesa e addetto navale [Curzio] Pacifici come rappresaglia per le azioni ostili e ingiustificate delle autorità italiane nei confronti dell’addetto militare presso l’ambasciata di Roma della Federazione Russa”.

LA REAZIONE DELLA FARNESINA

“Abbiamo appreso con profondo rammarico della decisione della Federazione Russa di espellere l’Addetto navale aggiunto dell’ambasciata d’Italia a Mosca con un preavviso di 24 ore”, si legge in una nota della Farnesina, che il 31 marzo scorso aveva reagito velocemente alle rivelazioni sul caso Biot. “Consideriamo la decisione infondata e ingiusta perché in ritorsione a una legittima misura presa dalle Autorità italiane a difesa della propria sicurezza”.

LA PREVISIONE DI GALEOTTI

Intervistato dopo l’arresto di Biot, Mark Galeotti, direttore di Mayak Intelligence e senior associate fellow del Royal United Services Institute, aveva spiegato a Formiche.net che la Russia non poteva far altro che ordinare “almeno un’espulsione”: “Mosca si vendica sempre delle espulsioni occidentali pubblicizzate, e già abbiamo visto nazionalisti alla Duma chiedere un’azione reciproca”, diceva. “In questo contesto, senza espulsioni Mosca avrebbe paura di apparire debole o di ammettere la colpa”.

IL COMMENTO DI OBINU (EX ROS E AISI)

Mauro Obinu, colonnello dell’Arma dei Carabinieri in congedo, ex vice comandante del Ros, un passato anche nel Sisde e nell’Aisi, oggi vicepresidente di Humint Consulting, aveva spiegato a Formiche.net come il caso Biot dimostri che “la postura operativa dei russi non è cambiata nei decenni. Le esigenze informative della Russia da un punto di vista politico-militare sono le stesse di quelle dell’Unione Sovietica: ottenere informazioni sulla Nato e sull’Unione europea. Proprio come accadeva nell’ultima fase della Guerra fredda”.


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