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Bene Draghi sui vaccini. E sulla ripartenza… Parla Fedriga

Il neo-designato presidente della conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, promette continuità con Bonaccini e lancia le prime idee che caratterizzeranno il suo mandato. “È meglio una regola condivisa dai cittadini, ancorché dura, piuttosto che un divieto violato e impopolare”. L’esecutivo a guida Mario Draghi? “Un grande passo in avanti anche sul fronte delle vaccinazioni: contano i buoni rapporti con l’Ue”

Le parole d’ordine sono due: continuità e prospettiva. Il mandato di Massimiliano Fedriga al vertice della Conferenza delle Regioni inizia in una fase delicatissima per il Paese. L’obiettivo è “tenere unite le Regioni il più possibile”. Per proporre “misure unitarie, linee guida concrete e fattibili”. Sì perché, dice il governatore del Friuli Venezia Giulia, “meglio una regola, ancorché rigida, rispettata e condivisa dai cittadini, piuttosto che un divieto violato e non condiviso”.

Presidente Fedriga, eredita un testimone importante e impegnativo da Stefano Bonaccini governatore dell’Emilia-Romagna. Avete avuto modo di confrontarvi?

Si, ci siamo sentiti e, sin da subito, gli ho assicurato di volermi muovere nel solco di quanto già tracciato da lui. Una sostanziale continuità con l’ottimo lavoro svolto fin qui mi pare un dovere.

Nel Paese si respira un’aria pesante e ancora non si ha idea di quanto in effetti si potrà riaprire. E’ un’incertezza che logora, soprattutto le categorie economiche più colpite. Che idea ha lei sotto questo profilo?

Penso che l’esigenza di risposte chiare e di una prospettiva sia più che legittima. Tanto più che, dopo un anno di fatiche e restrizioni, i provvedimenti che si erano adottati lo scorso anno, oggi non sono più accettabili.

Cosa intende dire?

L’anno scorso alcune attività hanno chiuso per lungo tempo. Allo stato attuale dei fatti non se lo possono più permettere. Le porto un esempio concreto: in zona rossa, a saloni di bellezza chiusi, ho notato che tanti operatori del settore hanno svolto il loro lavoro a domicilio. Questo a mio giudizio rappresenta un rischio: meglio avere i saloni aperti in sicurezza, nei quali peraltro poter svolgere i controlli sull’effettiva applicazione dei protocolli di sicurezza, piuttosto che un parrucchiere che viene a casa senza possibilità di riscontrare se gli standard anti-contagio sono seguiti.

Come propensione, quindi, lei sarebbe più orientato all’apertura piuttosto che alle chiusure generalizzate come è successo fin d’ora?

La situazione sanitaria ha la priorità. Però, occorre trovare una linea comune che tuteli anche gli interessi delle categorie falcidiate dal Covid. E in questo è prioritario fornire orizzonti temporali chiari. Basti pensare, mi viene in mente, a un settore come quello della convegnistica e degli eventi fieristici. Per organizzare un’iniziativa di questo tipo occorre una programmazione: non si può fare dall’oggi al domani. E l’incertezza, in questo senso, è peggio della chiusura.

Il ministro Garavaglia ha ipotizzato una riapertura di un’importante fetta dell’indotto turistico e culturale a partire dal 2 giugno. Cosa ne pensa?

La prospettiva a medio termine, è sicuramente un passo avanti. Poi, sulle date, non posso spingermi in valutazioni. Spettano al Governo: sicuramente la richiesta di riaprire è pressante.

Come valuta la posizione del Governo Draghi sul fronte pandemico?

Secondo me questo esecutivo sta marcando una netta discontinuità rispetto a quello precedente. E, la capacità del premier, si riverbera anche nella differenza di approccio che adesso l’Ue ha nei confronti dell’Italia. Il riferimento, in particolare, è agli approvvigionamenti vaccinali. Ora la campagna vaccinale, complice anche uno straordinario lavoro del generale Figliuolo, ha una regolarità e un’efficacia sicuramente maggiore.

I rapporti con l’Esecutivo come sono?

Buoni direi. Ma ci tengo a precisare che, come Regioni, è da oltre un anno che abbiamo superato ogni tipo di steccato ideologico cercando il più possibile di collaborare in ottica di proporre misure efficaci alla tutela e alla salvaguardia del nostro territorio e di conseguenza del tessuto produttivo.

Come le sembra il governatore pugliese come vice presidente della Conferenza delle Regioni?

Con Michele lavoriamo bene da oltre un anno e mezzo e ci siamo sempre trovati in sintonia. Anzi, ne approfitto per ringraziarlo dell’impegno e della professionalità che ha dimostrato nell’assumersi quest’incombenza.

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