Si apre oggi a Ginevra, con bassissime aspettative, la conferenza informale 5 + 1 su Cipro convocata dall’Onu. La Turchia pretende uno Stato indipendente, in contrasto con leggi e trattati internazionali
“Cipro è turca, Cipro è la morte gloriosa, Cipro è la lotta, Cipro è la sopravvivenza”. Con queste parole provocatorie pronunciate dall’alleato di Erdogan al governo, Devlet Bahceli, si apre a Ginevra la conferenza informale 5 + 1 su Cipro convocata convocata dal Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, con la partecipazione delle due parti a Cipro e delle tre potenze garanti, ovvero Grecia, Turchia e Regno Unito. Si tratta di incontri bilaterali del Segretario Generale Guterres con il presidente di Cipro Nikos Anastasiadis e il leader turco-cipriota Ersin Tatar.
Il vertice, che terminerà il 29 aprile, presenta al momento basse aspettative, in quanto si interfaccia con le pretese di Ankara (spalleggiata da Londra) sulle riserve di idrocarburi offshore nel Mediterraneo orientale che, nonostante abbiano evidenziato la necessità pratica di una riconciliazione, scontano ancora rivendicazioni da parte della Turchia che non trovano riscontro nei trattati internazionali.
STABILITÀ
Il problema di Cipro non riguarda solo la divisione dell’isola, ma da alcuni anni sta interessando anche la comunità internazionale perché influisce sulla stabilità e sulla sicurezza nel Mediterraneo orientale. Al momento le due parti hanno visioni contrapposte: Cipro Stato membro Ue dice no alla proposta turca di due Stati a Cipro (“è una soluzione inaccettabile”, ha affermato il presidente cipriota Nicos Anastasiades), pur confidando in un dialogo costruttivo alla ricerca di una soluzione dopo il fallimento dei negoziati del 2017 di Crans-Montana.
Più volte il presidente Anastasiades ha detto che Cipro non esiterà a fermare gli sforzi dell’unione doganale Ue-Turchia se Ankara non adempirà ai suoi obblighi nei confronti degli Stati membri, incluso il problema di Cipro dove 50mila militari occupano ancora la parte settentrionale dopo i bombardamenti del 1974. La recente decisione dello Stato non riconosciuto turco-cipriota di aprire il fronte costiero di Varosia nella Katekomena è uno scoglio dinanzi ad un possibile accordo.
QUI TURCHI
La parte turca giunge a Ginevra con un pacchetto di proposte sul processo negoziale e in particolare su come i colloqui informali possono diventare formali. Verranno avanzate anche alcune richieste sulla questione della sovranità nonché sul completamento del processo con un referendum ad hoc. Fonti diplomatiche parlano di una sorta di federazione decentralizzata su cui però i paletti ciprioti non vertono sul quantum ma sul modus. La Turchia continua a sconfessare la convenzione di Montego Bay e il Trattato di Losanna del 1923: la prima incide sulle acque e il secondo sulla delimitazione delle isole nel Mediterraneo orientale.
Il precedente a Crans Montana non ha sortito effetti perché non era stato approntato un terreno comune, affinché il processo negoziale trovasse un punto di caduta. Inoltre la Turchia rifiuta aprioristicamente la già benevola soluzione bizonale perorata dalle Nazioni Unite preferendo la via dello stato indipendente, che però cozza con leggi e trattati internazionali.
QUI CIPRIOTI
La parte greco-cipriota e la Grecia affermano che una soluzione deve essere basata sulla sovranità unica, sulla cittadinanza unica e sulla rappresentanza internazionale unica. Nicosia, Stato membro Ue, inoltre chiede il ritiro dei 50mila soldati turchi sull’isola affermando che la Turchia è una potenza occupante. I greco-ciprioti chiedono anche l’eliminazione di un sistema in cui Grecia, Turchia e Gran Bretagna fungano da garanti per la sicurezza, proposta a cui si oppone il governo turco-cipriota.
UE & GAS
Quali saranno i riverberi del dossier Cipro sull’Ue e sul gas? L’Ue non accetterà legami più stretti con la Turchia se Tayyip Erdogan non cambierà rotta, sottolinea il leader del Comitato centrale del Partito popolare europeo, Manfred Weber, in un post su Twitter, aggiungendo che “i colloqui sulla questione cipriota a Ginevra e con la Grecia sono importanti per noi per vedere se Ankara è davvero pronta per il dialogo. La palla è nel loro campo”.
Ma è il gas il vero convitato di pietra della questione: Cipro è diventata assieme alla Grecia il principale gas-hub del Mediterraneo dopo la scoperta dei giacimenti nel Mediterraneo orientale (tra cui Zohr con l’italiana Eni). Per cui la questione cipriota, da politica relativamente ad una micro area, è diventata geopolitica e quindi altamente strategica, perché lì in quel fazzoletto di acque contese i grandi player mondiali proiettano le loro influenze. Presenti e future.
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