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I terroristi di Hamas e le minacce di morte a Salvini. La lettura di Fiano

ll deputato del Pd sulla sanguinosa recrudescenza del conflitto tra Israele e le organizzazioni terroristiche legate ad Hamas. “Al conflitto territoriale, si sono aggiunti altri interessi e altri attori molto pericolosi che vogliono annientare lo Stato ebraico: l’Iran primo fra tutti”

Non basterebbe un trattato per spiegare la complessità del conflitto Israelo-palestinese che, in queste ore, ha avuto una recrudescenza che fa rabbrividire. Da poco, Hamas ha fatto sapere di aver lanciato centinaia di razzi contro Israele, in segno di rappresaglia “per le operazioni condotte a Gaza, contro immobili abitati da popolazione civile”. Cento di questi, anche sulla città di Tel Aviv. Il vero problema “è che da guerra per la rivendicazione di un territorio, è diventata una guerra per l’eliminazione, dalla cartina geografica, dello Stato d’Israele. E questo è inaccettabile”. Ne è convinto Emanuele Fiano, deputato del Partito Democratico e membro attivo della comunità ebraica che, su Formiche.net, dà una sua interpretazione del conflitto tra lo Stato ebraico e le organizzazioni terroristiche.

Fiano, Israele è nuovamente sotto attacco. Tra conte di morti, attacchi a obiettivi civili e missili sui centri urbani, il conflitto si è riacceso in modo sanguinoso.

La questione Israelo-palestinese è assimilabile a una pentola a pressione. La mia posizione, su questo, è sempre la stessa: in quei luoghi si scontrano due diritti e non un diritto e un torto. C’è però un distinguo da fare.

Ovvero?

Hamas spara missili contro centri urbani e dunque commette atti terroristici. Spara su obiettivi unicamente civili, uscendo quindi da logiche belliche. Sono state colpite scuole e case, è inaccettabile. Certo, anche a Gaza sono state colpite delle abitazioni civili e ci sono morti civili che in quanto tali vanno pianti. Ma occorre ricordarsi sempre che Israele sta rispondendo a un attacco, non prendendo mai di mira obiettivi civili, bensì obiettivi militari. Dalle installazioni per il lancio dei missili alle abitazioni dei leader di Hamas.

Da un punto di vista politico, visto il momento storico, Israele si trova in una posizione di assoluta vulnerabilità. Cosa ne pensa, dell’operato del premier Netanyahu?

La destra di Netanyahu non ha mai lavorato per la pace e non ha mai seguito i principi dettati dagli accordi di Oslo. Detto questo, Hamas e Jihad non vanno confuse con l’autorità palestinese che comunque non vede di buon occhio la riapertura delle ostilità.

Vero, ma è altrettanto vero che dall’autorità palestinese le accuse verso le organizzazioni terroristiche sono sempre state piuttosto blande.

Sono d’accordo. Ma, ripeto, lo statuto di Hamas tra le prime righe recita testualmente che lo stato d’Israele deve essere annientato e la battaglia contro il popolo ebraico deve essere ingaggiata senza quartiere. E’ dunque il retaggio di un islamismo estremo che non contempla la trattativa, anche nella questione territoriale che è poi la matrice originaria del conflitto. Ora però, si sono aggiunte altre componenti, altri interessi e altri attori.

A che cosa fa riferimento nello specifico?

Da oltre quindici anni a questa parte, non si deve negare che al di là dell’aspetto legato alla rivendicazione da parte dei palestinesi di un loro stato autonomo, si siano aggiunti altri attori. Fra questi, il più pericoloso è senz’altro l’Iran che, al pari di Hamas e Jihad non desidera altro che la distruzione dello stato ebraico. Siamo ormai passati a un’altra dimensione: lo scontro si è trasformato e poggia su solide basi antisemite e antisioniste.

Anche l’autorità palestinese, politicamente, è in difficoltà.

Si, tant’è che Abu Mazen ha rinviato ancora una volta le elezioni.

Fiano, al di là delle fazioni, chi manifesta la sua solidarietà al popolo di Israele e allo stato ebraico rischia minacce di morte. Come è capitato a Salvini. Come se lo spiega?

Perché su questo argomento c’è stata, negli anni, una grande polarizzazione. Anche una persona come me che, differentemente dalla linea di Netanyahu, ritiene fondamentale che anche i palestinesi abbiano uno stato libero, democratico e autonomo, si trova spesso a fare i conti con minacce di morte, offese e ingiurie. Ovviamente esprimo la mia solidarietà a Matteo Salvini. Se può rincuorarlo, anche io comunque, non più tardi di qualche ora fa, ho ricevuto minacce di morte.

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