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Inizia il viaggio dell’Italia verso la Luna. ArgoMoon vola alla Nasa

Sono iniziate le operazioni logistiche per portare ArgoMoon negli Stati Uniti. Ad attenderlo c’è la Nasa, pronta a integrare il concentrato di tecnologia made in Italy a bordo del lanciatore SLS che, entro fine anno, darà il via al programma Artemis per tornare (e restare sulla Luna). I progetti di Argotec, i piani dell’Asi e le ambizioni dell’Italia

È iniziata per l’Italia la nuova era dell’esplorazione spaziale. Prima tappa la Luna, nell’ambito del programma americano Artemis. La prima missione è in programma a novembre, e porterà il lanciatore SLS (e la capsula Orion) a orbitare intorno al satellite naturale senza equipaggio. A bordo ci sarà ArgoMoon, un piccolo satellite tutto italiano, realizzato a Torino da Argotec, unico europeo a bordo per l’inizio della nuova avventura lunare.

L’INIZIO

Il microsatellite è stato consegnato all’Agenzia spaziale italiana (Asi), che ha finanziato il programma, ed è ora pronto per essere spedito negli Stati Uniti. A prendere in consegna il piccolo concentrato di tecnologia (grande quanto una scatola di scarpe) sarà la Nasa a Los Angeles. A inizio giugno verrà spostato in Florida, al Kennedy Space Center, dove l’agenzia americana avvierà l’integrazione a bordo dello Space Launch System. A supportare i tecnici americani ci sarà un team di Argotec, pronto a seguire tutte le operazioni del satellite. “In attesa del lancio – ha spiegato il fondatore e managing director dell’azienda David Avino – stiamo completando le procedure operative con i colleghi della Nasa per lo scambio dei dati e delle immagini che riceveremo presso il nostro centro di controllo; essere gli unici europei a bordo della missione statunitense ci rende orgogliosi e fieri del lavoro svolto dalla nostra azienda”.

LA MISSIONE

I microsatelliti a bordo del lanciatore saranno in tutto tredici: dieci americani, due giapponesi e ArgoMoon. Avrà un compito particolarmente rilevante. Dovrà infatti separarsi dall’SLS durante l’avvicinamento alla Luna per scattare preziose fotografie che serviranno alla Nasa per verificare il buon esito della missione. Attraverso un software basato sull’intelligenza artificiale, realizzato interamente nei laboratori di Argotec, il satellite sarà in grado di effettuare il riconoscimento degli oggetti nel suo campo visivo, di attuare autonomamente manovre orbitali e di assetto per mantenere la corretta distanza e catturare immagini di alta valenza tecnica, nonché di forte impatto pubblico.

LA TECNOLOGIA

In trenta centimetri per venti, per dieci, è racchiusa dunque tanta eccellenza del made in Italy spaziale. In ArgoMoon ci sono le stesse capacità di un satellite di grandi dimensioni, con sottosistemi miniaturizzati tecnologicamente avanzati, capaci di resistere alle difficili condizioni dello spazio profondo. Per questo, la missione Artemis 1 avrà un particolare valore per l’Italia, permettendo di validare tecnologie per applicazioni su nanosatelliti e in particolare sui sistemi di telecomunicazione e di controllo di assetto e orbitale nello spazio profondo, nonché la resistenza di componenti e unità alle radiazioni tipiche di questi ambienti.

LA PIATTAFORMA

ArgoMoon è basata sulla piattaforma Hawk di Argotec, scelta dalla Nasa anche per la missione Dart (il satellite italiano si chiama LiciaCube) per verificare la possibilità di deviare un asteroide impattandoci sopra a grande velocità. Con Hawk, ha detto Avino, “abbiamo dato forma ad un nuovo concetto di microsatellite per l’esplorazione spaziale; si tratta di una piattaforma, prima nel suo genere, in grado di raggiungere elevate prestazioni di affidabilità e autonomia in spazi ridotti”. Fondamentale il contesto del programma. “Artemis 1 – ha aggiunto Avino – sarà una pietra miliare per il ritorno sulla Luna, una missione strategica che vedrà Argotec supportare la validazione operativa del nuovo veicolo americano”.

IL RUOLO DELL’ASI

“L’Asi conferma il ruolo e il prestigio italiani al fianco delle maggiori agenzie spaziali mondiali”, ha rimarcato Mario Cosmo, direttore della Scienza e Ricerca dell’Asi. “Grazie alla missione ArgoMoon e alla credibilità costruita negli anni, soprattutto con il partner americano, l’Agenzia ha potuto assicurare al proprio Paese l’opportunità unica di mettere la propria bandiera a bordo della prima missione nello spazio profondo di un veicolo human rated dai tempi delle missioni Apollo”. ArgoMoon, “missione interamente nazionale”, ha notato ancora Cosmo, “è la prima di una serie di attività a cui l’Asi ha dato vita nel quadro di una importante partecipazione nazionale al programma di esplorazione lunare”.

I PIANI ITALIANI

L’Italia è d’altra parte già ufficialmente a bordo del programma Artemis. Vanta un’intesa bilaterale con gli Stati Uniti e ha firmato gli Artemis Accords proposti da Washington per identificare la cordata che raggiungerà la Luna. Nella recente audizione alla Commissione Attività produttive della Camera, Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio delegato alle politiche del settore, ha spiegato che “occorre proseguire e rafforzare la proficua collaborazione con gli Stati Uniti nel programma Artemis, anche al fine di valutare con attenzione ed eventualmente sfruttare tutte le opportunità di reale crescita di una economia spaziale legata alla Luna”. Di più: “La nostra industria ha oggi la possibilità di cooperare con società statunitensi per fornire sistemi-chiave per la riuscita di questo progetto; ritengo la cooperazione con gli Usa un elemento-chiave della nostra politica spaziale nazionale e intendo rafforzare questa relazione”.

I PROGETTI DI ARGOTEC

Argotec è tra i protagonisti di questo progetto. Il mese scorso ha presentato “Ermes”, il progetto per un terminale che consentirà di comunicare dalla Luna alla Terra, una sorta di cellulare per i tanti astronauti che arriveranno sul satellite lunare nei prossimi anni (sono già programmate un centinaio di missioni). Ermes è un “Lunar Smart Terminal”, dispositivo portatile dalle dimensioni ridotte che, come un telefonino, dovrà facilitare la connessione da remoto per comunicare verso Terra. Sfrutterebbe Andromeda, il progetto su cui Argotec è al lavoro da circa tre anni: una costellazione di micro-satelliti di circa 50 chilogrammi, dotati di algoritmi di intelligenza artificiale per risolvere autonomamente eventuali malfunzionamenti, in grado di garantire le telecomunicazioni Terra-Luna. L’idea è piaciuta anche all’Esa, che ha affidato all’azienda torinese la guida del consorzio che sta lavorando sul progetto “Mars Comms/Nav”, studio annuale per valutare la fattibilità di una “small satellite constellation” che potenzi tutte le comunicazioni da e verso Marte.

LA STRATEGIA

Non è un caso che l’azienda di Torino sia nel consorzio guidato da Telespazio a cui l’Esa ha affidato lo studio di un’architettura che abiliti servizi di comunicazione e navigazione per la Luna. L’Italia ha chiarito da tempo di voler partecipare ad Artemis scegliendo la strada già percorsa per l’Iss: partecipazione all’Esa (in cui si inseriscono anche I-Hab ed Esprit), e rapporto diretto con la Nasa per ulteriori opportunità scientifiche e industriali. L’intesa siglata con gli Usa cita tre campi di possibile collaborazione: moduli pressurizzati, tecnologie abilitanti e telecomunicazioni lunari.

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