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Risiko gas a Cipro. Droni e giacimenti per lo scatto di Erdogan

Accordi internazionali e geopolitica ad altissima tensione nel Mediterraneo orientale, dove il dossier energetico si intreccia con l’ammissione di Erdogan sulle basi droni presenti a Cipro, Palestina e Iraq

Che succede se Erdogan annuncia la scoperta di gas e petrolio a largo di Cipro? Accordi internazionali e geopolitica ad altissima tensione nel Mediterraneo orientale, dove il risiko energetico si arricchisce di un nuovo capitolo, proprio mentre Atene sta chiudendo due mega commesse per caccia e fregate. Nella contrapposizione muscolare sull’isola divisa si proiettano gli interessi e le influenze dei super players coinvolti, direttamente o indirettamente.

QUI TURCHIA

Il presidente turco ha dichiarato che si sta preparando ad annunciare la scoperta di idrocarburi nel Mediterraneo orientale: la data cerchiata in rosso potrebbe essere tra due mesi, durante un prossimo viaggio nella repubblica turca di Cipro del Nord (Trnc). “Stiamo ricevendo buone notizie dal Mediterraneo orientale – ha detto – Non sorprenderti se senti presto le nostre notizie sul petrolio e sul gas naturale”. Erdogan visiterà la Trnc il 20 luglio, in occasione del 47 ° anniversario dell’invasione turca dell’isola del Mediterraneo.

“Sarò a Cipro del Nord per dare i messaggi necessari a tutto il mondo”, ha precisato il presidente, aggiungendo un particolare già noto ai servizi di Cipro e Grecia, ma che ora è ufficialmente confermato: una base di droni turchi opera nella parte settentrionale di Cipro in modo che la Turchia “possa essere pronta in caso di eventuali attacchi nella regione”. E ha aggiunto parole provocatorie: “la Turchia non è limitata ai suoi 780 mila chilometri quadrati, ma è ovunque”, sostenendo che questo è il motivo per cui sono stati presi provvedimenti (ovvero la dislocazione dei droni) in Palestina, Cipro, Mediterraneo orientale e Iraq. Da due anni circolava la notizia che la Turchia facesse decollare droni nei pressi dell’aeroporto di Lefkoniko.

QUI CIPRO

Cipro è de facto il principale gas-hub del Mediterraneo, ragion per cui le pretese turche passano inevitabilmente dalla volontà di Ankara (le cui finanze sono sempre più fonte di preoccupazione per il governo e per i mercati) di non perdere il treno rappresentato dai giacimenti presenti copiosi sotto il mare. Nicosia ha inoltre dato l’ok al progetto infrastrutturale più costoso mai intrapreso dal governo: 290 milioni di euro (cofinanziati dall’Unione Europea con 101 milioni) per una Fsru convertita che sarà ormeggiata accanto a un molo appositamente costruito presso il terminal di importazione del gas a Vassilikos. Da lì, il gas verrà convogliato verso l’infrastruttura Gnl costiera con collegamenti alla rete energetica del paese fino al 2046.

Due i vantaggi: il primo nel brevissimo periodo, relativamente all’abbattimento immediato degli altissimi costi odierni dell’elettricità per i consumatori dell’isola, sia privati che industriali; il secondo di caratura geopolitica, con riverberi nel trasporto costiero e nella logistica internazionale, che si sommano all’insieme delle attività avviate su Leviathan e l’Eastmed.

QUI GRECIA

La risposta ellenica si ritrova nell’esercitazione “Medusa”, che quest’anno ha visto non solo la consueta partecipazione dell’aeronautica di Cipro, Grecia ed Egitto ma anche di Francia ed Emirati Arabi Uniti a dimostrazione di una partnership allargata e che guarda ad Ue e Medio Oriente. L’obiettivo è la “comprensione dell’ambiente di sicurezza e stabilità nella regione”, ha osservato il ministro ellenico della Difesa Nikos Panagiotopoulos, mettendo l’accento proprio sulle percezioni comuni di sicurezza e stabilità, con l’ovvio riferimento al dossier energetico e alla postura turca.

Riferendosi al piano della Turchia per l’isolamento diplomatico e politico, ha aggiunto che “sta dando frutti poiché ora gli alleati stanno ascoltando e comprendendo, perché si rendono conto di quanto sia andato lontano il comportamento revisionista della Turchia”. Sul punto ha annunciato che entro il prossimo luglio giungeranno in Grecia i primi 6 dei 18 Rafale acquistati dalla Francia, in attesa che si sblocchi l’altra grande mega commessa per l’acquisto di 4 fregate.

twitter@FDepalo

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