Protagonista assoluto del summit Nato è stato, come da premesse, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Joe Biden ha provato ad aprire un canale per allentare le tensioni con la Grecia e tenersi stretto un alleato strategico. Basterà?
Parola d’ordine de-escalation, anche se parafrasando Joe Biden, l’Europa (e quindi la Turchia) devono sapere che “gli Usa ci sono”. In questo clima, dopo due incontri flop, i leaders di Grecia e Turchia sono tornati ad incontrarsi in solitaria.
Pragmaticamente a quattr’occhi, visto che oltre a Kyriakos Mitsotakis e a Recep Tayyip Erdogan c’erano solo due interpreti, a margine del vertice Nato. Un incontro one-to-one per mettere in pratica le indicazioni di Potus sul tema e gestire le divergenze senza ricorrere a crescenti tensioni.
GHIACCIO ROTTO
Fonti governative parlano di un incontro tenutosi in un clima positivo in cui “il ghiaccio si è rotto”. I due leaders hanno concordato “di lasciarsi alle spalle la tensione del 2020, nonostante i disaccordi molto importanti che persistono”. Un’ora di colloqui che si inseriscono in un solco politico chiaro: senza dare adito a violazioni di leggi e trattati o a fughe in avanti (come fatto in Siria e Libia), è di tutta evidenza che un momento in cui va calibrata e coagulata al meglio la strategia Usa e Nato contro la Cina, gli altri fronti caldi dovranno essere saggiamente calmierati.
Un’ora, quindi, per metabolizzare l’indicazione di Washington e per tornare a stabilire un canale di comunicazione tra Atene e Ankara, dopo gli strappi della scorsa estate, con le provocazioni militari turche sfociate nelle pretese sul gas a Cipro e a Kastellorizo, oltre al grave episodio di un sommergibile turco scovato vicino Capo Sounio, che scatenò una sorta di caccia a Ottobre Rosso nell’Egeo.
IL BRUSELLS FORUM
“Vivremo fianco a fianco con la Turchia”, aveva detto alla vigilia dell’incontro il premier greco dalle colonne di France 24, a cui Erdogan aveva replicato con l’intenzione di riaprire i canali di dialogo con la Grecia perché aiutano a risolvere alcune questioni bilaterali. Le dichiarazioni del presidente turco sono state rese durante il Brusells Forum, organizzato dal think tank “German Marshall Fund” a margine del vertice Nato di Bruxelles e di cui Formiche è media partner.
Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha osservato che la Grecia è un pilastro di stabilità nel Mediterraneo orientale: “Il vertice è un’opportunità per riaffermare l’importanza del legame euro-atlantico che è stato testato negli ultimi quattro anni, ma è anche un’opportunità per riaffermare il nostro impegno per i valori comuni e principi, ma anche unità dell’alleanza. Abbiamo di fronte una serie di sfide complesse, che richiedono l’adeguamento della nostra strategia di alleanza. Siamo un Paese che fino ai tempi difficili della crisi ha speso più del 2% del PIL per la difesa” (come dimostra l’accordo militare Usa-Grecia e la possibilità che gli F-35 destinati alla Turchia finiscano ad Atene di cui abbiamo scruitto ampiamente).
PIÙ NATO
Così come ha saputo essere più forte dalla crisi economica nell’ultimo decennio, è la tesi del premier ellenico, la Grecia è ora pronta a fare maggiori investimenti nelle sue capacità militari e quindi ad apparire ancora più coerente nei suoi obblighi nei confronti dell’Alleanza, mentre dopo il suo incontro con Erdogan, il Presidente francese Emmanuel Macron ha twittato di voler “andare avanti” con la Turchia. Erdogan da parte sua, ha parlato di una “rivitalizzazione del dialogo tra Grecia e Turchia” e ha aggiunto che il suo Paese è stato guidato nelle sue relazioni con i suoi vicini dai principi di giustizia, uguaglianza e diritto internazionale, ma anche dal “rispetto dei diritti e degli interessi reciproci”.
“Siamo impegnati in una feroce battaglia sia dentro che fuori i confini – ha detto, riferendosi in particolare allo Stato Islamico – Siamo l’unico membro della Nato a combatterli direttamente”, aggiungendo che le forze armate turche hanno ucciso 4.000 combattenti”.
LE CRITICITÀ
I passi diplomatici incoraggianti non risolvono però magicamente i dossier aperti. Il presidente dell’American Hellenic Institute (AHI) Nick Larigakis ha invitato Biden ad affrontare le provocazioni della Turchia contro la Grecia e Cipro. Il fronte elleno-americano chiede che Erdogan sia ritenuto responsabile delle “azioni provocatorie” che violano le leggi statunitensi. Il riferimento è alla divisione di Cipro, alle pretese turche sul gas e all’accordo sulla Zee con la Libia che bypassa Creta.
Di contro da Ankara ufficialmente si segue la strada “morbida” imboccata dai due leader al vertice Nato, anche se è nota la data per le prossime elezioni: il 2023 è lontano, ma tra crisi della lira turca e fibrillazioni tra i più giovani che non dimenticano Gezi Park, a Istanbul da tempo si lavora per quelle urne. Un passaggio che influisce sulle scelte di oggi del governo turco.
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