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Put-out. Quella doccia fredda per Merkel e Macron a Bruxelles

Niente vertice con Vladimir Putin, dialogo sì ma solo a precise condizioni. Doccia fredda al Consiglio europeo per Merkel e Macron: i Paesi membri bloccano il pressing per una riapertura dei rapporti con Mosca e cambiano il comunicato finale. Scettico anche Draghi: servono garanzie e bisogna parlare a una voce sola

Débâcle, debakel, un disastro. Schiaffo dell’Ue alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al presidente francese Emmanuel Macron: Vladimir Putin non sarà invitato ad alcun vertice a Bruxelles, non è ancora il momento di riallacciare i rapporti con la Russia. Questo il succo delle conclusioni del Consiglio europeo concordate nella tarda nottata dopo una lunga e accesa trattativa chiusa alle 2 del mattino.

Si infrange contro un muro il blitz di Francia e Germania per riportare Mosca al tavolo dei negoziati. Alla vigilia del Coreper i due rispettivi ambasciatori, Philippe Léglise–Costa e Michael Clauss, avevano presentato una nota per chiedere di includere nelle conclusioni del Consiglio l’invito “a una cooperazione selettiva con la Russia in aree di interesse per l’Ue” e ad una revisione dei “format di dialogo con la Russia esistenti, inclusi gli incontri fra leader”.

Il testo finale però non ha recepito la proposta. “Il Consiglio europeo si aspetta che la leadership russa dimostri un approccio e un impegno politico più costruttivo e fermi le azioni contro l’Ue e i suoi Stati membri, così come contro Paesi terzi”, si legge nel comunicato riportato da Politico.eu. Sbianchettato l’invito caldeggiato da Merkel e Macron di un incontro fra vertici sulla scia di quello andato in scena a Ginevra fra Joe Biden e Putin la settimana scorsa: “Il Consiglio europeo valuterà formati e condizioni per un dialogo con la Russia”.

Una vittoria per i Paesi dell’Est Europa e gli Stati baltici che nei giorni scorsi sono insorti contro l’accelerazione franco-tedesca. Ma la barriera è stata trasversale. In prima fila Polonia, Romania, Lituania, Lettonia, seguite dal Belgio e dall’Olanda di Mark Rutte. Scettico anche il premier italiano Mario Draghi, che in linea di principio non ha espresso contrarietà a un vertice fra Russia e Ue ma ha sottolineato la richiesta di precise condizioni e l’importanza di presentare una posizione compatta a livello comunitario.

La sforbiciata finale ha toccato anche i settori individuati per una cooperazione fra i blocchi nella bozza di Parigi e Berlino: non si fa più menzione dell’Artico, della politica spaziale e della lotta al terrorismo e al crimine organizzato, riporta il Financial Times. Rimane invece il riferimento a “una risposta ferma e coordinata” dell’Ue ad “attività maligne, illegali e dannose” da parte del governo e delle agenzie di intelligence russe. “Avrei sperato in un passo più coraggioso”, ha confidato Merkel ai cronisti dopo il tiro alla fune notturno.

La cancelliera si è esposta non poco a favore dell’iniziativa: prima di partecipare al Consiglio, ha difeso al Bundestag la necessità di “un contatto diretto” e di “un’agenda di interessi comuni” con la Russia. Rimane “un mistero”, scrive Politico.eu, il motivo dell’improvvisa iniziativa di Merkel e Macron. “Un senso di competizione con Biden è sembrato essere uno dei fattori”, ipotizza la testata. “Non basta che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden parli con il presidente russo – ha detto la cancelliera in Parlamento alla vigilia del vertice europeo – è una buona notizia, ma anche l’Ue deve creare degli spazi di dialogo”.

Il lavorio diplomatico di Francia e Germania è iniziato mesi fa, con un incontro in video-conferenza dei leader insieme a Putin per l’emergenza Covid. Il 31 maggio scorso una nota al termine del Consiglio dei ministri franco-tedesco aveva ribadito la volontà di riaprire un dialogo con Bruxelles.

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