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Ufo, nessuna prova di alieni. Ma non è tecnologia Usa…

Il New York Times ha pubblicato le anticipazioni dell’atteso report dell’Intelligence americana relativo a “fenomeni aerei non identificati”, basato su numerose registrazioni da parte delle Forze Usa negli ultimi anni. Non c’è evidenza che si tratti di tecnologie aliene. Di sicuro, non sono oggetti americani. Test ipersonici di Cina e Russia?

Volano a grande velocità, cambiano rapidamente rotta e si inabissano in mare con manovre del tutto particolari. Eppure, non ci sono evidenze che si tratti di tecnologie aliene. È la conclusione dell’atteso report dell’Intelligence degli Stati Uniti sugli “Uap”, evoluzione dell’acronimo di “Ufo”, traducibile con “fenomeni aerei non identificati”. La presentazione del report è attesa per il 25 giugno, ma intanto il New York Times ha offerto diverse anticipazioni. Si basano sugli studi effettuati dall’Intelligence su diversi video e registrazione conservati negli archivi del Pentagono, raccolti dalle navi e dai velivoli della Marina militare americana.

Si tratta di osservazioni registrate negli ultimi decenni su fenomeni che ancora non trovano una spiegazione. L’unica certezza a cui è arrivata l’Intelligence è che non si tratti di tecnologia americana. Gli elementi raccolti non permettono di descriverne la provenienza aliena. Si resta dunque nel campo delle supposizioni, capaci comunque di generare ogni possibile immaginazione. Tra le ipotesi più accreditate, secondo gli esperti, restano le sperimentazioni militari di Russia e Cina, che da anni hanno dimostrato capacità all’avanguardia nel campo delle tecnologie ipersoniche.

Come raccontava Formiche.net, il tema è tornato di moda da quando, nell’ambito delle misure di sostegno contro la pandemia, l’ex presidente Donald Trump ha commissionato all’Intelligence un report apposito. Tra le più recenti proposte si registra quella di John Podesta, storico stratega del partito democratico, capo di gabinetto di Bill Clinton, consigliere senior di Barack Obama e Hillary Clinton, che ha lanciato l’idea di creare alla Casa Bianca una squadra ad hoc per lo studio degli oggetti volanti non identificati.

A metà maggio, la puntata del notissimo programma giornalistico americano 60 Minutes ha tenuto gli spettatori incollati ai teleschermi. Il segmento, condotto da Bill Whitaker, includeva diverse testimonianze di membri delle forze armate americane – tra cui una assolutamente inedita – e prove video uscite (e poi confermate) dal Pentagono. Tra queste, avvistamenti di oggetti volanti non riconosciuti, di forma variabile ma spesso ovale, apparentemente in grado di raggiungere velocità altissime con accelerazioni spaventose e librarsi in aria senza sistemi di propulsione o emissioni visibili.

A maggio dello scorso anno, sono stati declassificati diversi rapporti della US Navy, nei quali sono raccolti otto episodi in tutto, tra il 2013 e il 2019, due dei quali concentrati in un solo giorno. Alcuni di questi erano già stati raccontati dai media, ma mai prima d’allora si era avuto accesso così aperto alle parole dei protagonisti, i piloti e i radaristi alle prese con gli “Uap”. Le registrazioni, classificate come “hazard report”, si riferiscono a riscontri diretti dei piloti tramite osservazioni visive o sui monitor radar. Sette degli otto rapporti riguardano la warning area W-72, zona che si estende per diversi chilometri da Virginia Beach, al centro della costa est degli Stati Uniti. Coinvolgono i velivoli lì impegnati in attività di esercitazioni, dispiegati presso la Naval Air Station Oceana.

I rapporti arrivavano dal database del Naval Safety Center, il centro della Marina americana che conserva gli “internal waring” sugli incidenti registrati dai vari reparti della Forza armata. Sono stati declassificati su richiesta dei media americani (tra cui il sito specializzato The Drivedove si possono leggere) in base a quanto previsto dal Freedom information act e dall’aggiornamento delle linee-guida che le Forze armate statunitensi si sono date nel 2020 per informazioni di questo genere. Sempre a maggio dello scorso anno, il Pentagono aveva declassificato tre video risalenti al 2004 e al 2015. Già circolati negli anni scorsi sui media, restano per la Difesa Usa “fenomeni aerei senza spiegazione”, formula che, detta dalle autorità pubbliche, era tornata ad alimentare teorie fantascientifiche sulla presenza di navicelle aliene sui cieli del nostro Pianeta. Nei racconti dei piloti (da leggere) si parla di “palloni rossi” e di “qualcosa di simile a un drone o a un missile”.

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