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Origine del Covid-19. C’è uno 007 cinese disertore dietro la svolta di Biden e Fauci?

Secondo alcuni media cinesi d’opposizione, un alto funzionario dell’intelligence di Pechino avrebbe disertato a febbraio fuggendo negli Usa. Le sue rivelazioni sarebbero alla base del pressing di Biden e Fauci per nuove indagini sull’origine del Covid-19 e sull’istituto di Wuhan. Potrebbe essere il più grande disertore della storia della Cina

Sarebbe stato Dong Jingwei, alto funzionario dell’intelligence di Pechino che il sito francese Intelligenceonline.com definisce “vicino” al presidente Xi Jinping, la causa delle più forti tensioni tra la delegazione statunitense e quella cinese durante il vertice di marzo ad Anchorage, in Alaska.

Lo spiffero raccolto e diffuso via Twitter dall’ex diplomatico cinese Han Lianchao, fuggito negli Stati Uniti dopo il massacro di piazza Tienanmen e oggi attivista con l’organizzazione statunitense Citizen Power Initiative for China, ha scatenato la curiosità dei giornali americani: potrebbe essere il più importante caso di diserzione nella storia della Repubblica popolare cinese. Oltre a Han, anche alcuni media di opposizione all regime in lingua cinese hanno iniziato in questi giorni a chiedersi dove sia finito il viceministro del Guoanbu, il ministero della Sicurezza di Stato, le cui funzioni ricordano quelle delle statunitensi Cia e Nsa.

Del caso si è occupato SpyTalk, un progetto online di Jeff Stein, veterano del giornalismo statunitense già firma di Newsweek e Washington Post, che ha raccolto le voci di una defezione di Dong a metà febbraio: l’ex alto funzionario, già responsabile del controspionaggio, sarebbe fuggito negli Stati Uniti partendo da Hong Kong assieme alla figlia Dong Yang che sarebbe l’ex moglie di Jiang Fan, manager di Alibaba e presidente di TMall (piattaforma simili ad Amazon), recentemente accusato di infedeltà per una presunta storiella con una influencer. Una faccendo che ha portato il colosso cinese a rimuoverlo dai partner per difendere la reputazione dell’azienda.

È grazie alle sue informazioni sull’Istituto di virologia di Wuhan, recentemente di nuovo al centro dell’attenzione dopo le rivelazioni di Sky News Australia che ha smentito l’Organizzazione mondiale della sanità provando la presenza di pipistrelli nel laboratorio P4, che l’amministrazione Biden avrebbe deciso di cercare maggiori informazioni sull’origine del Covid-19.

Wang Yi, ministro degli Esteri cinese, e Yang Jiechi, capo della diplomazia del Partito comunista cinese, avrebbero chiesto agli Stati Uniti di “restituire” Dong nel corso dei colloqui di Anchorage. Sforzi inutili visto che Antony Blinken, segretario di Stato, avrebbe rifiutato. Questo secondo quanto raccontato da Han.

SpyTalk ha intervistato Nicholas Eftimiades, ex funzionario del Pentagono del dipartimento di Stato e della Cia, grande esperto di spionaggio cinese, tema a cui ha dedicato il volume “Chinese Espionage: Operations and Tactics”. È “esattamente quello che è, una voce. Succede sempre” nella infowar tra Pechino e gli oppositori del regime all’estero, ha spiegato. Ma ha anche spiegato che Han non è “noto per esagerare” bensì “per la sua integrità”. Mollie Saltskog, analista del Soufan Group con una laurea all’Università di Tsinghua a Pechino, invita alla prudenza: se fosse vero sarebbe “potenzialmente significativo ma non cambierebbe le regole del gioco”.

SpyTalk ha ritrovato un articolo di Red State, testata ultratrumpiana, di inizio giugno in cui, senza citare Dong, si parla di una defezione dalla Cina sostenendo che la Defense Intelligence Agency, la principale agenzia militare statunitense d’intelligence per l’estero, avrebbe ricevuto informazioni sull’origine del coronavirus. Quelle che avrebbero causato la svolta di Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive e consigliere della Casa Bianca, che recentemente ha espresso dubbi sull’origine del Covid-19 e ha chiesto indagini per scoprire “cosa è successo in Cina” in scia al pressing del presidente Joe Biden sulle agenzie d’intelligence.

Le ultime righe di SpyTalk aggiungono un po’ di pepe. Sulla pagina web dei vertici del Guoanbu compare soltanto il ministro Chen Wenqing. Poco sotto si legge di un’indagine per corruzione nei confronti di Ma Jian, ex viceministro condannato all’ergastolo nel 2018 per tangenti ricevute soprattutto da Guo Wengui, uomo d’affari fuggito negli Stati Uniti nel 2014 e socio di Steve Bannon. E la sezione dedicata al viceministro è… vuota.

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