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Cipro è pilastro di stabilità nel Mediterraneo. Parola del ministro Petrides

Le relazioni che Cipro sta sviluppando sul multi asse occidentale che guarda al blocco atlantico e su quello orientale che guarda ai Paesi del Golfo, possono rappresentare una svolta nella gestione armonica del dossier energetico

Italia, Israele, Francia, Egitto e Grecia possono contribuire a rafforzare con Cipro la stabilità nel Mediterraneo orientale. Lo ha detto il ministro cipriota della Difesa, Charalambos Petrides, in occasione del meeting promosso dall’Egis (The Euro-Gulf Information Centre con sede a Roma). Un momento di analisi approfondite, tarate sulle dinamiche che legano la geopolitica al dossier energetico e che vedono Cipro nuovo gas hub dell’intera area.

In sostanza le relazioni che Cipro sta sviluppando sul multi asse occidentale che guarda al blocco atlantico e su quello orientale che guarda ai paesi del Golfo, possono rappresentare una svolta nella gestione armonica del dossier energetico.

STABILITÀ

Punto di partenza il concetto di stabilità, da cui il ministro Petrides è partito. Nicosia è pilastro dell’intera area che va dal Mediterraneo centrale a quello orientale, una fetta di Mare Nostrum preda di “crisi settoriali di non facile soluzione come Siria, Libia e Libano, per questa ragione necessitiamo di assicurare un presidio di sicurezza”. Il riferimento è alla costruzione delle condizioni necessarie per assicurare il rispetto di leggi e trattati internazionali, due paletti che sono spesso stati scavalcati dalle policies di Ankara, con le relative pretese sul gas a Cipro e a Kastellorizo.

Un passaggio su cui impatta il tema delle alleanze internazionali: secondo Petrides il ruolo dell’Egitto si è fatto “cruciale per i destini dell’intera area”, visto che Nicosia e Il Cairo stanno sviluppando forti relazioni che toccano la cooperazione militare, come dimostrano le recenti esercitazioni congiunte che hanno visto assieme player primari come Usa, Israele, Grecia e Serbia impegnati nell’esercitazione multinazionale “ORION-21“.

MULTI ASSE

Per cui le relazioni che Cipro sta sviluppando sul multi asse occidentale (con il blocco atlantico) ed orientale (con i paesi del Golfo) può rappresentare una svolta nella gestione armonica del dossier energetico. “Italia, Israele, Francia, Egitto e Grecia possono contribuire a rafforzare con Cipro la stabilità nel Mediterraneo orientale”.

Snodo principale delle nuove dinamiche è il concetto relativo alla protezione delle infrastrutture energetiche: i gasdotti. L’Eastmed sarà il più lungo di sempre, con una concomitanza di esigenze e progettualità tale da determinare nuove traiettorie geopolitiche. “Fondamentale sarà il rispetto dei trattati internazionali”, ha precisato il ministro in riferimento alla postura della Turchia, che si è resa protagonista di “varie provocazioni nella Zee cipriota, dove già esistono sei differenze licenze di perforazione che abbiamo accordato alle compagnie internazionali coinvolte”. Per cui, comprendendo in questo elenco di tematiche le violazioni a Varosha, il caso Aghia Sophia e le questioni di carattere religioso ed ideologico, ecco che occorre tenere “in considerazione tutti i comportamenti turchi”. Anche perché, ricorda, le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul caso Cipro “parlano chiaro”.

SCENARI

Purtroppo i cambiamenti alla geopolitica del Mediterraneo orientale si baseranno solo su dinamiche locali – dice a Formiche.net Matthew Robinson, direttore dell’EGIC (Euro-Gulf Information Centre) secondo cui i modelli di militarizzazione e la costruzione di nuove basi, come quella che la Turchia sta costruendo a Cipro, aumenteranno le tensioni geopolitiche molto prima che le potenze internazionali abbiano il tempo di agire. “Naturalmente, è importante notare che i ritrovamenti di gas intorno a Cipro rappresentano un importante allontanamento dai giacimenti di gas extra-UE e gli stati europei non possono trascurare il modo in cui quel gas si sente cambierà i livelli di dipendenza che hanno dal mondo esterno. Cipro, in quanto nuovo Stato membro, ha la capacità di ridefinire la sicurezza energetica europea. Ci sono molti che vogliono impedirlo. E, non solo la Turchia. Quindi, Cipro è in qualche modo nel mirino di un approccio completamente nuovo, e un approccio di alleanza, deve essere sviluppato per difendere gli interessi energetici europei nel Mediterraneo orientale. Un pilastro centrale di questo è Cipro”.

Circa il ruolo del Forum Eastmed osserva che si parla molto di trasformare l’EMGF in una sorta di OPEC del gas. “Tuttavia, è troppo presto per anticipare l’evoluzione del forum a questo punto. È sicuramente qualcosa per far andare avanti uno ione, ma vediamo come interagiscono le grandi potenze regionali in tal senso.”

QUI EASTMED

Il ruolo geopolitico di Nicosia, come è noto, ha preso vigore dopo la nascita del progetto Eastmed, il gasdotto che, una volta ultimato, consurrà il gas da Israele al Salento. Cipro con Israele, Egitto e Grecia, anima il nuovo quadrumvirato dal gas che trova il suo sbocco nell’Eastmed Forum (Emgf), a cui prendono parte dallo scorso settembre una serie di paesi del Mediterraneo orientale, che sono a vario titolo produttori, consumatori e vie di transito per il gas naturale. Si tratta pragmaticamente di un braccio operativo internazionale che permetterà agli aderenti di ricavare il massimo beneficio economico dai giacimenti di gas esistenti.

Il gasdotto Eastmed sarà lungo 1300 chilometri e verrà suddiviso in undici sottosezioni. Punto di partenza un’unità galleggiante di stoccaggio e scarico a una profondità di circa 1.800 metri nella zona industriale di Vasilikos a Cipro. Lì verrà avviata la prima operazione di compressione e stoccaggio. Secondo step sarà il gasdotto sottomarino da Cipro alla parte orientale dell’isola di Creta orientale da 734 km e poggiato alle massime profondità marine (2.960 metri). Terza tranches, il gasdotto sottomarino da Creta al Peloponneso meridionale da 422 chilometri per poi sbucare sulla terra ferma nella alla prefettura di Achaia, attraversando il Peloponneso da sud-est a nord-ovest. La parte greca terminerà nel golfo di Patrasso, con una conduttura interna di circa 245 km da Akarnania al compressore e alla stazione di dosaggio in Thesprotia, prima dell’approdo in Italia. Il tutto verrà accompagnato da centri di sorveglianza, sistemi di telecomunicazione e controllo remoto, oltre dal monitoraggio costante realizzato congiuntamente anche dalle forze armate dei tre paesi.

QUI EXXON

Intanto il governo di Nicosia annuncia che entro la fine di quest’anno riprenderà il programma di perforazione nelle acque di Cipro con Exxon, la prima azienda che procederà con le trivellazioni nel blocco 10 della ZEE cipriota. Il contratto è già stato firmato ed è in corso il processo per il rilascio dei permessi necessari, in concomitanza con l’arrivo sull’isola dei tecnici Usa.

Dopo Exxon, sarà la volta di Eni e Total, il cui intervento è in fase di pianificazione. Ma in generale significa che la strada diplomatica tracciata dal Presidnete americano Joe Biden per il Mediterraneo orientale sta portando i frutti (anche commerciali) auspicati.

twitter@FDepalo

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