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L’economia americana vola ma per la Fed contano i posti di lavoro (e non bastano)

Il governatore della Fed aggiorna il Congresso americano sulle scelte di politica monetaria e sostegno all’economia. Nessun passo indietro, acquisto di bond garantito dal fatto che il mercato del lavoro è ancora lontano dai livelli pre-pandemici. L’inflazione? Aumenterà, ma a tempo determinato…

Non è tempo di tapering, non ancora almeno. Jerome Powell, governatore della Federal Reserve, è stato piuttosto chiaro nel rivolgersi al Congresso americano. Nessuna riduzione dell’acquisto di bond da parte della Fed, il cosiddetto tapering, perché il mercato del lavoro è ancora troppo indietro. E così, Powell ha allontanato uno dei principali timori dei mercati, la correzione della politica monetaria, malgrado la robusta crescita e soprattutto la fiammata dell’inflazione, che ancora ieri nei primi dati di giugno ha registrato una nuova accelerazione salendo a +5,4% su base annuale.

Il punto, ha spiegato Powell nel giorno in cui al di là dell’Atlantico la Banca centrale europea dava il via libera alla fase esplorativa per l’emissione del primo euro digitale, è che “il mercato del lavoro ha ancora molta strada da fare, l’inizio della riduzione degli acquisti di bond rimane lontano. Il mercato del lavoro migliora, ma c’è ancora molta strada da fare. I livelli di disoccupazione sono ancora elevati e il tasso di disoccupazione sottovaluta la disoccupazione reale”, anche se per il presidente della Fed c’è da aspettarsi una “forte” crescita dell’occupazione nei prossimi mesi, man mano che le riaperture proseguiranno.

Powell ha voluto in questo modo sottolineare come gli indicatori di salute di un’economia non siano solo il Pil, i consumi o la spesa, ma soprattutto l’occupazione. E dunque, anche un Paese che crescerà del 6,5% nel 2021, senza un ritorno ai livelli di occupazione pre-pandemia non può permettersi il lusso di fare a meno degli stimoli della Fed.

Powell poi ha poi affrontato il delicato tema dell’inflazione. “L’economia è in forte ripresa, ma l’inflazione in particolare rimarrà elevata nei prossimi mesi, anche se i dati sulle aspettative di inflazione a lungo termine resteranno coerenti con l’obiettivo del 2%. Ce ne è abbastanza per non disarmare l’artiglieria anti-crisi. “La Banca centrale intende aggiungere un potente supporto all’economia fino ad un completo ripristino ed è ancora lontana dal valutare la soglia di riduzione dell’acquisto di bond, tuttavia fornirà un margine di preavviso prima di ridurre l’acquisto delle obbligazioni”. Tuttavia la Fed è “pronta ad adeguare la sua politica se l’inflazione aumentasse troppo”.

Insomma, ancora presto quindi per iniziare a ridurre il programma di acquisto di titoli di stato (80 miliardi) e titoli garantiti da mutui ipotecari (40 miliardi) da 120 miliardi di dollari al mese. La guardia resta alta.



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